Ogni quanto pulire le scarpe?
Vediamo ogni quanti giorni o settimane dedicarsi alla pulizia delle scarpe
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Come togliere le macchie di ruggine dalle scarpe
Vediamo come cancellare in modo sicuro le macchie di ruggine dalle scarpe
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Una guida per cambiare i lacci delle scarpe
Oggi ti proponiamo una guida completa alla scelta delle stringhe: mai più dubbi su quali scegliere!
Regalare le scarpe usate: le associazioni di beneficenza alle quali fare riferimento
Diversi enti organizzano raccolte di abiti usati e anche di scarpe per distribuire il tutto ai più bisognosi: vediamo quali sono i principali
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Guida alla manutenzione delle cinture in pelle
Vediamo tutti gli step necessari per prendersi cura delle cinture in cuoio, per farle durare a lungo
Leggi tutto “Guida alla manutenzione delle cinture in pelle”
Fantasmini per uomo: le regole per indossarli
Una guida per scegliere e usare i calzini fantasmini nel modo giusto, per lui
Errori comuni ma imperdonabili quando si puliscono le scarpe
Ecco gli sbagli che non vuoi fare alla prossima pulizia delle scarpe
C’è chi si dedica regolarmente alla pulizia delle proprie calzature, soprattutto di quelle eleganti e in pelle, e che quindi non fa nessuno degli errori comuni che potrai trovare in questo articolo; e c’è chi invece non ha nessuna reale abitudine di pulizia delle scarpe, e che quindi, nel momento in cui si trova ad affrontare questa esigenza (pensiamo a delle calzature infangate, o a delle calzature imperfette in vista di una cerimonia, e via dicendo) si trova in difficoltà. Ebbene, se fai parte di questo secondo gruppo, devi sapere che le persone con scarsa attitudine alla cura delle calzature fanno pressappoco gli stessi errori comuni – ma imperdonabili. E diciamo imperdonabili perché ognuno di questi sbagli ha conseguenze negative sulle calzature stesse, di poco conto o molto gravi!
Lista degli errori comuni quando si puliscono le scarpe
- Lavare le scarpe in lavatrice: ecco il primo degli errori comuni quando si desidera pulire delle scarpe senza sapere quello che si sta facendo. Mettere le scarpe in lavatrice vuol dire impregnarle d’acqua, nonché farle sbattere e ribattere tantissime volte nel cestello. Ecco che allora si avranno deformazioni e botte, ma anche e soprattutto tantissima umidità, che può dare luogo a muffe e funghi, e quindi a cattivi odori e ad ambienti decisamente poco salubri in cui infilare i piedi! È quindi sempre molto meglio lavare le scarpe a mano, con poche eccezioni.
- Non usare prodotti specifici per la pulizia delle scarpe: non il detersivo per il bucato, non lo sgrassatore della cucina, non il sapone per la mani: per pulire le calzature è sempre bene usare prodotti per la pulizia delle scarpe, studiati appositamente per pulire e per fare durare a lungo le tomaie. Ecco allora che per delle scarpe in pelle liscia si utilizzerà un prodotto specifico, e lo stesso si dovrà fare per delle sneakers in cotone.
- Bagnare le scarpe in pelle: il più grande nemico delle scarpe in pelle è l’acqua. Questo è vero per le calzature in pelle liscia e ancora di più per i modelli in pelle scamosciata!
- Non provare lo smacchiatore su un angolo nascosto: ci sono macchie che non possono essere cancellate semplicemente usando del sapone per scarpe. Ecco che allora è bene usare uno smacchiatore per scarpe, avendo però cura di testarlo prima su un punto nascosto (come per esempio all’interno delle linguetta) per avere la certezza di non fare danni.
- Usare una spazzola “scura” su scarpe chiare: è buona regola usare spazzole scure per pulire scarpe scure (con lucidi scuri) e spazzole chiare per pulire scarpe chiare (con lucidi chiari). Ecco che allora utilizzare una spazzola scura su delle scarpe chiare potrebbe incasinare un bel po’ il risultato!
- Asciugare forzatamente le scarpe: le scarpe sono umide dopo aver usato un detergente o uno smacchiatore? Lasciale asciugare lentamente all’aria, senza mai metterle vicino a termosifoni a altre fonti di calore: potrebbero dare luogo a deformazioni o rovinare il tessuto!
- Dimenticarsi delle stringhe: pulire le scarpe vuol dire anche pulire i lacci. E, nel caso delle stringhe in cotone, è possibile usare la lavatrice!
- Dimenticarsi dell’interno: una scarpa pulita è anche una scarpa sanificata e fresca. Per questo è bene ricordarsi di dare una pulita anche alla soletta – semplicemente passandola con un panno leggermente inumidito – per poi spruzzare un po’ di deodorante per scarpe!
- Non usare uno spray impermeabilizzante: infine, per proteggere le scarpe, per mantenerle pulite più a lungo e più asciutte, è bene rifinire con uno buon spray impermeabilizzante.
Sudorazione dei piedi: come gestirla
Vediamo come gestire meglio l’eccessiva sudorazione ai piedi, soprattutto d’estate!
Completo e sneaker: quando e come
Vediamo le regole per indossare delle scarpe sneakers con dei completi
La pulizia degli oggetti in pelle: non solo le scarpe!
Vediamo perché, visto il numero di oggetti in pelle presenti nel nostro quotidiano, è sempre bene avere un buon set di prodotti per la pulizia del cuoio
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Vediamo come prenderci cura del cinturino in cuoio dell’orologio da polso
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La pulizia del volante in pelle: una guida
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Che sia una breve gita fuori porta o un lungo viaggio, ecco qualche consiglio per mettere le scarpe in borsa in modo efficace
Le strategie per aumentare l’altezza
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La differenza tra scarpe da uomo e da donna
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Vediamo come scegliere gli alzatacchi più adatti per le tue scarpe: buona lettura!
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Talvolta le scarpe possono essere un’ottima idea per un regalo natalizio. Altre volte per nulla: ecco una guida!
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Quali sono le tipologie di scarpe che dovrebbero essere presenti nella scarpiera di ogni uomo? Ecco una selezione
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Quando si parla di scarpe in pelle liscia la crema lucidante è un must: ma come sceglierla?
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Vediamo come togliere la cera di candela dalle scarpe di pelle
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Oggi parliamo del World Championships of Shoe Shining e di alcuni lustrascarpe particolarmente famosi
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La differenza tra cuoio e pelle
Vediamo quali sono le differenze tra due termini usati spesso come sinonimi, ovvero cuoio e pelle
Colori insoliti per le scarpe: qualche consiglio
Vediamo dei consigli per chi desidera indossare delle scarpe dai colori inusitati
Sediamoci in un qualsiasi bar in centro, magari sotto i portici delle nostre città italiane, e guardiamo la gente che passeggia o che cammina velocemente. Ecco, guardando ai loro piedi vedremo scarpe d’ogni foggia, d’ogni colore. Vedremo scarpe eleganti e calzature sportive, scarpe in cuoio e sneakers in tessuto e, a seconda della stagione, stivaletti o sandali. E di certo vedremo anche delle scarpe di alta qualità: del resto siamo in Italia, Paese che quanto a calzature non può invidiare davvero nessuno. Ma se guardiamo ben bene vedremo che, allontanandoci dalle scarpe sportive e concentrandoci sulle sole scarpe più formali, i colori che girano sono più o meno sempre gli stessi. Per gli uomini, nel 95% dei casi, si parla praticamente sempre di marrone o nero. Di certo c’è più movimento cromatico per le donne, dove si vedono anche scarpe blu, scarpe rosse, rosa o bianche. Ma non molto di più a dire il vero. In effetti i colori insoliti per le scarpe sono sia difficili da trovare, sia poi, quando si ha la fortuna di incappare in calzature di qualità cromaticamente originali, difficili da gestire. Vediamo quindi qualche consiglio.
Abbinare le scarpe dai colori originali
Le persone più attente agli outfit conoscono le regole principali per abbinare scarpe e vestiti, e quindi per scegliere il tipo di scarpa in base all’abito, alla cintura, alla borsetta, agli accessori e via dicendo. E certo in tanti conoscono gli accostamenti più normativi e sicuri, i quali però, soprattutto nel caso degli uomini, si fondano sui “soliti” colori per scarpe: marrone scuro, marrone chiaro, nero, e tutt’al più grigio o blu. Poco altro. Ma ci sono coppie di colore stupende anche all’infuori dei soliti schemi. Pensiamo per esempio a delle scarpe color ruggine, stupenda da abbinare a dei pantaloni blu petrolio. E se invece avessi modelle calzature color blu elettrico? Allora potremmo osare un abito verde! Per quanto riguarda le donne, sapendo che la fantasia cromatica dei vestiti è ancora più ampia, la fantasia può spaziare ulteriormente. Un vestito ocra caldo o persino oro potrebbe per esempio essere esaltato al massimo grado da scarpe viola, così come un verde brillante potrebbe persino “chiedere” delle scarpe fucsia.
Colori insoliti per le scarpe e dove trovarli
Chi deve osare con i colori insoliti per le scarpe nella maggior parte dei casi non ha vita facile: tra l’avere in mente una certa tonalità e trovarla effettivamente nei negozi ci passa il mare. Le strade sono tre. O ci si arma di molta pazienza, e ci si dà molto tempo per girare parecchi negozi; o ci si affida alla rete, sapendo però che non è facile capire qual è il reale colore di un paio di scarpe viste su uno schermo per poi comprare le calzature giuste online; oppure, infine, si decide di verniciare delle scarpe che già si possiedono, e che però ci sono giunte a noia, o si sono rovinate. Ecco, in questo caso è bene sapere che ci sono vernici per calzature delle più diverse tonalità: tra le tinture per scarpe presenti nel nostro e-commerce sono presenti infatti il verde camouflage, l’oro rosato, il verde fluo, l’arancione fluo, il viola acceso, il verde giardino, il melanzana, il ruggine, il Royal blu, l’Avana, l’argento, il palissandro e tantissimi altri!
Rimedi per alluce valgo: 10 modi per alleviare il dolore
Vediamo come trovare sollievo dall’alluce valgo quando non si può o non è il caso di ricorrere all’operazione
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Quando conviene riparare le scarpe?
Vediamo in quali casi vale la pena affidare la scarpe al calzolaio affinché le possa rimettere in sesto
Quando conviene riparare le scarpe? In quali occasioni, cioè, vale davvero la pena affidarle a un calzolaio, cosicché questo professionista possa fare il suo “miracolo” e riportare le nostre calzature in vita? Non è affatto una domanda facile. È un po’ una situazione simile a quella che si trova a vivere chi possiede un’automobile in là con gli anni, che necessita di un intervento importante dal meccanico, un lavoro che costerebbe svariate centinaia di euro o magari più di mille: varrà davvero la pena spendere così tanti soldi per rimettere in sesto una macchina “vecchia”? Ecco, una domanda del genere può essere posta anche nel caso delle scarpe (posto il fatto che le tariffe dei calzolai sono spesso molto, molto basse). Senonché lo spirito dei tempi è spesso quello di non porsi nemmeno tale questione: tantissime persone sono infatti propense a buttare un paio di scarpe al minimo danno. Anzi, spesso le scarpe si buttano non per degli effettivi difetti, quanto invece per sopraggiunta noia. Ed è un vero peccato: delle scarpe di qualità, se trattate regolarmente con i prodotti di pulizia per le scarpe, e se portate dal calzolaio al momento opportuno, possono durare tantissimo! Vediamo quindi quando conviene riparare le scarpe.
Non tutte le scarpe possono essere recuperate, ma molte sì
Partiamo da un presupposto fondamentale: nel momento in cui si vede affidare un paio di scarpe, un calzolaio è tendenzialmente in grado di dire subito se quella riparazione può essere fatta, e anche se quella riparazione vale la pena d’essere fatta. In caso di dubbio sulla convenienza di riparare o meno un paio di scarpe, quindi, una veloce visita da un calzolaio può certamente essere d’aiuto. Detto questo, lo stesso calzolaio talvolta si “rifiuta” di riparare delle scarpe: perché il danno non può essere cancellato in modo soddisfacente, perché la riparazione durerebbe poco, perché i materiali della scarpa non permettono d’essere incollato o cuciti, e via dicendo. Potrebbe per esempio accadere che uno strappo su una tomaia in tessuto sia troppo esteso per essere riparato, o ancora, che una macchia fatta con un solvente non possa essere in nessuno modo cancellata, o che lo strappo tra tomaia e suola sia avvenuto proprio in un punto che non lascia possibilità di incollaggio. Molte altre volte, invece, il calzolaio, dopo aver valutato la situazione, dirà che sì, conviene riparare le scarpe rotte.
Quando conviene riparare le scarpe?
- Quando sono scarpe costose: hai acquistato delle scarpe di marca, magari delle scarpe in cuoio di alta qualità? Allora ripararle conviene sicuramente, poiché il servizio del calzolaio costerà molto, molto meno che acquistare delle scarpe nuove. Le scarpe in pelle, peraltro, sono nella maggior parte dei casi più “riparabili” delle calzature in tessuto o in materiali tecnici.
- Quando sono scarpe comode: ci sono scarpe che, mesi dopo mesi, anni dopo anni, sono comode come dei calzini: in questi casi conviene riparare le scarpe indubbiamente, per non perdere quel comfort.
- Quando si tratta solo di risuolare le scarpe o di cambiare un tacco: ci sono operazioni che quasi sempre valgono la pena d’essere fatte, perché il risultato è garantito: pensiamo alla sostituzione di un tacco, o al risuolare delle scarpe eleganti o da trekking.
- Quando possono tornare come nuove: ovviamente conviene riparare le scarpe quando, con questo intervento, queste possono tornare come nuove. È per l’appunto il caso di tanti scarponi da montagna che, trattati bene nel tempo, si consumano solo a livello della suola, mentre la tomaia resta perfetta.
- Quando è possibile ridurre l’impatto ambientale: in moltissimi casi le scarpe sono recuperabili nella loro comodità e nella loro bellezza. Questo significa non creare altri rifiuti, valorizzare le risorse di partenza e non creare un nuovo impatto ambientale acquistando nuove calzature.
Come riciclare i lacci delle scarpe
Vediamo come riutilizzare in modo creativo i lacci delle scarpe
Come riciclare i lacci delle scarpe, per non sprecare né risorse né soldi? Potremmo ritrovarci ad avere a casa delle vecchie stringhe per scarpe dopo avere acquistato online dei lacci per scarpe nuovi, comprati magari per cambiare il colore di questo elemento e dare alle scarpe un nuovo look. O potremmo avere dei lacci dopo aver buttato delle scarpe vecchie, le cui stringhe erano però ancora in buona salute. Ma che fare di queste cordicelle? Prima di tutto, per capire come riciclareCome riciclare i lacci delle scarpe i lacci delle scarpe, è fondamentale ricordarsi che prima di ogni altra cosa sono esattamente delle piccole – ma spesso neanche tanto – corde, che possono essere quindi utilizzate per legare qualsiasi cosa! Vediamo adesso qualche idea da cui partire.
Come riciclare i lacci delle scarpe: qualche idea
- Laccetti per regali e tag: chi ama fare regali elaborati ha, a casa, un cassetto o una scatola piena di carta da regalo, fiocchi, adesivi e via dicendo. Perché non inserire anche dei vecchi lacci di scarpe, da usare per chiudere dei pacchi, per fare dei fiocchi creativi o per attaccare ai regali dei piccoli tag con il nome del destinatario o una breve dedica?
- Portachiavi originali: c’è chi, creando dei nodi ben studiati, riesce a creare con le vecchie stringhe per scarpe degli originali portachiavi, nonché braccialetti e altri curiosi oggetti.
- Cordini per l’avventura: l’abbiamo ricordato all’inizio: si tratta prima di tutto di cordicelle. Dovremmo quindi tenerne alcuni nella cassetta degli attrezzi, altri in giardino, altri ancora nello zaino dei trekking e del campeggio. Non si sa mai quando ( e quanto!) potrebbe servire una cordicella!
- Laccetti per occhiali: i laccetti per occhiali sono diventati di moda anche tra i più giovani, per non lasciare intorno nemmeno gli occhiali da sole. Perché non sfruttare proprio le vecchie stringhe delle scarpe per “assicurare” gli occhiali che non ne sono provvisti?
- Lacci per felpe: vuoi cambiare la cordicella della tua felpa per rinnovare il look con questo particolare colorato? Non dovrai fare altro che legare con cura il capo della cordina attuale alla vecchia stringa e tirare: il gioco è fatto!
- Cinture da skaters: nel mondo degli skaters da tempo i lacci sono usati come simpatiche cinture, non avendo fibbie che potrebbero far male al momento della caduta. Il mondo della moda si è accorto di questa usanza, e nella primavera 2023 Maison Margela ha lanciato una nuova cintura “a forma” di lacci di scarpe. I quali hanno per l’appunto tutto l’aspetto di stringhe per scarpe usate e annerite dal tempo!
- Giochi per gatti: i gatti amano giocare con le cordicelle. Perché non intrecciare alcuni lacci per scarpe e creare un nuovo gioco per i nostri amici pelosi, a costo zero?
- Fili per decorare la casa: per appendere delle polaroid una in fila all’altra, per far pendere dal soffitto una decorazione, per attaccare un quadro in alto e farlo cadere sulla parete. Basta un po’ di fantasia, non esistono limiti!
- Stringhe per legare le piante: chi ha il pollice verde potrebbe usare pezzi di vecchie stringhe per scarpe per legare le piante e farle crescere alte e forti.
- Metri flessibili: sei alla ricerca di un metro flessibile? Prendi un pennarello indelebile e una riga centimetrata, segna sul vecchio laccio per scarpe le tacche dei centimetri (indicando anche i numeri ogni multiplo di 5) e il gioco è fatto!
Come trovare delle scarpe a pianta larga?
Chi ha piedi larghi deve trovare delle scarpe a pianta larga, ma non sono tantissimi i marchi che propongono queste misure: ecco una guida per rendere il compito più facile
Indossare un paio di scarpe scomode è un ottimo modo per rovinare una giornata, sia questa un giorno lavorativo, un giorno di festa, un giorno di vacanza o via dicendo. E sono diversi i fattori che possono influenzare la comodità di una scarpa: la taglia, la qualità della calzatura, lo stato di manutenzione, il tempo di utilizzo delle scarpe. E ovviamente c’è anche la larghezza! Se per chi ha dei piedi di pianta normale la larghezza delle calzature non è affatto un problema, chi ha i piedi larghi conosce invece molto bene il disagio di dover trovare delle scarpe a pianta larga, così da non avere a che fare quotidianamente con delle scarpe scomode. Purtroppo, trovare delle scarpe a pianta larga che siano al tempo stesso comode, belle e coerenti con lo stile ricercato non è sempre semplice. Anzi! Qui vogliamo dare alcune dritte per rendere questo compito meno difficile, per capire come impostare al meglio la propria ricerca a livello di modelli e di march.
Le misure del piede: non solo la lunghezza!
Per prima cosa, chiariamo un concetto. La taglia della scarpa, quella che siamo abituati a riconoscere con i numeri 37, 38, 39 e via dicendo (oppure 5, 5.5, 6 e così via) si limita a esprimere la lunghezza di un piede, con il crescere della larghezza che si suppone essere proporzionale e sempre uguale. Ma non è così: ci sono piedi a pianta stretta, a pianta normale e a pianta larga. Per capire quali sono le dimensioni effettive di un piede è quindi necessario considerare non solo la sua lunghezza, ma anche la circonferenza dell’avampiede, la circonferenza del collo del piede, la larghezza del tallone e la larghezza dell’avampiede: di fatto, solo a partire da queste misurazioni è possibile avere una scarpa davvero perfetta. Ovviamente però sono pochissime le persone che possono permettersi delle scarpe su misura, peraltro solamente per delle occasioni speciali. Per tutti gli altri, il segreto è trovare delle scarpe a pianta larga che siano il più possibile simili ai propri piedi.
Quali scarpe per chi ha la pianta larga? I modelli da preferire
Sapendo qual è la calzata della scarpa perfetta per il proprio piede, è possibile capire anche quali sono i modelli da preferire o da evitare. Si pensi per esempio alle donne con piede largo: queste dovrebbero evitare in generale le scarpe con cinturini sottili e le scarpe con punta quadrata o lunga (che a livello ottico ingrandiscono il piede) preferendo quando possibile ballerine, espadrillas o mocassini, stivaletti e sneakers. Per quanto riguarda i materiali, in genere è bene evitare i tessuti sintetici, premiando invece materiali come la pelle, che per sua natura è elastica, e tende quindi ad ammorbidirsi e ad adattarsi ai piedi.
Come trovare delle scarpe a pianta larga? I marchi a cui guardare
Visti i modelli da preferire, vediamo ora come trovare delle scarpe a pianta larga – utili peraltro anche per chi deve indossare dei plantari ortopedici – individuando i marchi che propongono calzature di questo tipo. Ebbene, tra i produttori di scarpe che spiccano per le calzature a pianta larga c’è per esempio Nero Giardini, con le sue scarpe in pelle di qualità. E ancora, si parla di brand molto o poco conosciuti come Geox, Legero, Enval, Mercanti Fiorentini, Dude, Tamaris, Cinzia Soft, Benvado, Skechers, Next, Cesare Gaspari. Va poi detto che ci sono modelli a pianta larga anche tra le scarpe marchiate Nike, Asics, Lotto e via dicendo.
Come prevenire le pieghe nelle scarpe in pelle
Le calzature in pelle, se non conservate e trattate al meglio, tendono a rovinarsi con la comparsa di antiestetiche grinze: ecco come prevenirle
Leggi tutto “Come prevenire le pieghe nelle scarpe in pelle”
Talloni screpolati, perché? Ecco le cause
I talloni screpolati sono tutt’altro che rari: ecco le cause che portano a questo disturbo cutaneo estremamente comune
Tra i fastidi che possono insorgere a livello dei piedi, i talloni screpolati sono certamente tra i più diffusi e comuni. Si parla molto semplicemente di un indurimento della pelle, che peggiora poi con il crearsi di piccole crepe sui talloni, delle fessurazioni della cute che possono creare anche parecchio dolore. Va detto che i talloni screpolati non devono essere trascurati, in quanto possono peggiorare e portare in taluni casi anche a ulteriori complicazioni. Ma quali sono le cause che portano a questo degrado della pelle, e ai relativi dolori e disagi? Vediamo perché il tallone è così spesso aggredito da crepi e taglietti.
Talloni screpolati, perché? Le cause
Sono tante le cause e le concause che possono portare ad avere i talloni screpolati. Qui elencheremo i fattori principali che possono portare a questo problema ai piedi:
- Cute secca: tra le cause principali dei talloni screpolati c’è prima di tutto la pelle secca, ovvero l’aridità della cute dei piedi e della pianta del piede in particolare. Qui il dito va indicato contro la troppo scarsa cura del piede, che avrebbe richiesto un po’ di crema idratante ed emolliente per non ritrovarsi dolorante.
- L’utilizzo di detergenti aggressivi: in un quadro di pelle secca, utilizzare dei detergenti aggressivi o comunque non delicati può peggiorare parecchio le cose, aumentando le probabilità di avere a che fare con della pelle segnata da piccole crepe.
- Patologie della pelle: ci sono alcune malattie che aumentano il rischio di ritrovarsi ad avere la pianta dei piedi particolarmente arida e irritabile. Si pensa a tante patologie cutanee, come la psoriasi, ma anche ad altre patologie, come per esempio il diabete.
- Camminare a piedi scalzi: camminare a piedi scalzi è bello. Sulla spiaggia, sull’erba, sul pavimento di casa. Il problema è che il contatto con il suolo porta tipicamente al contatto con polvere e con altro sporco, ovvero con degli elementi che possono inaridire e persino irritare la pianta del piede.
- L’uso di scarpe senza calzini: i calzini hanno anche lo scopo di creare una barriera tra scarpa e piede, proteggendo la pelle dalla tomaia della calzatura.
- Usare calzature aperte: d’estate è comune l’utilizzo di calzature come zoccoli, ciabatte e infradito, ovvero calzature che essendo aperte possono far entrare il piede a contatto con lo sporco: vale quindi di fatto lo stesso discorso fatto sopra.
- L’utilizzo di scarpe scomode: ci sono tante scarpe che possono incentivare l’arrivo dei talloni screpolati. Pensiamo per esempio alle scarpe con i tacchi alti, o alle scarpe con una suola dura e scomoda. Per via dei continui traumi e dello sfregamento, il benessere del tallone può ridursi sempre di più. È utile quindi quando possibile usare delle solette più adatte oppure degli alzatacchi morbidi, così da proteggere i talloni.
- La pratica di taluni sport: alcune attività sportive possono incrementare il rischio di avere i talloni aridi e tendenzialmente screpolati. Pensiamo all’attrito generato da calzature molto strette come quella da danza o da arrampicata; o ai traumi continui della corsa trail; o ancora, agli sport che vengono praticati a piedi nuti, come le arti marziali.
- Il peso eccessivo: le persone in forte sovrappeso o in condizioni di obesità, andando a scaricare maggiore peso sui talloni, hanno maggiori probabilità di avere a che fare con dei talloni screpolati.
Quanto spazio per le dita dei piedi nelle scarpe?
Quanti millimetri dovrebbero esserci tra le dita dei piedi e l’interno della scarpa? Ecco quanto spazio è necessario per evitare dolori
Scegliere le scarpe della misura perfetta non è semplice. Sono tanti i fattori da tenere in considerazione: al mattino i piedi sono meno gonfi di quanto saranno la sera, alcuni modelli di scarpe tendono a “cedere” un po’ dopo alcuni utilizzi, le scarpe da corsa devono essere un filino più generose, e via dicendo. Quel che è certo, è che per essere comode, delle scarpe devono offrire “aria” sufficiente per le dita dei piedi. Ma quanto spazio per le dita dei piedi deve esserci nelle scarpe a livello della punta? Vediamo quanti millimetri dovrebbero essere lasciati “vuoti”.
Le scarpe non devono toccare in punta
L’obiettivo è sempre quello di scegliere delle calzature dalla misura ideale, che calzino cioè alla perfezione. Ma attenzione: le scarpe non devono toccare in punta, ovvero i nostri piedi, in una situazione normale, non dovrebbero in nessun caso toccare la parte anteriore e interna delle scarpe. Per assicurarsi che le dita dei piedi non vadano a toccare e quindi a premere contro la “parete” davanti delle scarpe è necessario testare le calzature nella situazione peggiore possibile. Il nostro piede tende infatti a “scivolare” in avanti nella scarpa quando camminiamo o corriamo in discesa: non a caso, in tanti negozi di calzature per l’escursionismo, si trovano delle apposite “rampette” inclinate per simulare la camminata in discesa. Quindi abbiamo visto che le scarpe non devono toccare in punta: ma quanto spazio per le dita dei piedi dovrebbe esserci?
Quanto spazio per le dita dei piedi nelle scarpe?
Di certo nessuno si mette effettivamente a misurare lo spazio tra le dita dei piedi e la punta interna delle scarpe, operazione che peraltro visti gli spazi ristretti è quasi impossibile: può però aiutare sapere di quanti millimetri dovrebbe essere lo spazio vuoto a disposizione delle dita, per avere un riferimento di massima. In genere, per delle scarpe normali, da utilizzare quotidianamente per andare a lavoro, per passeggiare o per andare a scuola, lo spazio a disposizione dovrebbe essere di circa 10-12 millimetri.
Nel caso di scarpe da corsa o ancora di più delle scarpe da escursionismo – siano queste calzature basse o scarponi da montagna – è necessario avere qualche millimetro in più, spostandosi quindi tra i 15 e i 18 millimetri. Come detto, non è possibile misurare fisicamente lo spazio a disposizione delle dita dei piedi nelle scarpe. Nel caso di tante scarpe sportive e di tante sneaker, però, è possibile togliere la soletta interna, e misurare quest’ultima confrontandola con il proprio piede: in questo modo si potrà controllare comodamente se lo spazio a disposizione è sufficiente.
Va sottolineato che esiste un’eccezione nel mondo delle scarpe sportive per quanto riguarda lo spazio per le dita dei piedi: si parla delle scarpette da arrampicata, le quali per essere efficaci non devono lasciare nemmeno un millimetro di aria tra dita dei piedi e tomaia, per essere praticamente dei calzini. Solo in questo modo si potrà infatti avere la massima aderenza.
Scarpe che fanno male davanti: cosa fare
E se nello scegliere le calzature – magari nel caso di un acquisto online di scarpe – si fosse presa una taglia leggermente piccola, senza sufficiente spazio per le dita dei piedi? In questo caso potrebbero essere dolori, con il crearsi di vesciche. Al di là dell’utilizzo degli appositi cerotti per dita dei piedi, sarà bene allargare e ammorbidire le scarpe, usando gli appositi allargascarpe in legno e in schiuma.
Quanto inquinano le scarpe?
Vediamo qual è l’impatto ambientale delle calzature, per meglio capire quanto è necessario farle durare a lungo
Quanto inquinano le scarpe? In questo articolo vedremo qual è l’impatto ambientale delle nostre calzature, per un uso più consapevole di questi accessori. Ovviamente dimostrare che le scarpe inquinano non è come dire che le bottigliette di plastica sono nocive: delle calzature non possiamo fare a meno, e ci sono diversi modi per ridurre di molto il loro impatto ambientale; per quanto riguarda invece le bottigliette di plastica, possiamo assolutamente farne a meno, e proprio rinunciarvi è il modo più semplice per ridurre drasticamente l’impatto ambientale. In questo articolo vedremo quindi quante scarpe vengono prodotte ogni anno a livello globale, qual è l’impatto ambientale di questa industria e via dicendo, per poi vedere qualche consiglio per ridurlo.
Quanto inquinano le scarpe? I dati delle indagini
Per vedere quanto inquinano le scarpe, partiamo da un dato piuttosto semplice: stando a quanto riportato nello studio World Footwear Yearbook, ogni anno vengono prodotte a livello globale più di 24 miliardi di paia di scarpe. Considerando che la popolazione attuale è di circa 8 miliardi, parliamo di pressapoco 3 paia di scarpe a testa (sapendo però che la distribuzione reale è decisamente diversa). Questo è il primo essenziale dato per capire il rapporto tra scarpe e sostenibilità.
Sappiamo – grazie ai dati del rapporto Measuring Fashion – che l’industria dell’abbigliamento e delle calzature nel suo insieme rappresenta l’8% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra. Concentrandosi sulle scarpe, sappiamo che la costruzione di una calzatura può arrivare a richiedere quasi 70 materiali differenti, tanti dei quali prevedono sostanze nocive per l’ambiente, dal petrolio contenuto in molte suole in gomma per arrivare ai collanti chimici. Si calcola che, in generale, per ogni paio di scarpe vengano emessi nell’atmosfera tra i 20 e i 136 chilogrammi di anidride carbonica, con il 70% delle emissioni che viene generato proprio nel momento della produzione. Secondo una ricerca del MIT, le emissioni totali di anidride carbonica dell’industria delle scarpe corrispondono a 340 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Per capire quanto inquinano le scarpe è inoltre utile pensare al loro smaltimento: nel momento in cui non vengono gestite diversamente, le scarpe diventano automaticamente dei rifiuti, sapendo che il riciclo delle scarpe è praticamente impossibile, vista l’alta quantità di materiali di cui sono composte: cuoio, tela, gomma, Pvc, poliuretano, velcro, schiume, metallo e via dicendo.
Come ridurre l’impatto ambientale delle tue scarpe
Visto quanto inquinano le scarpe, dovrebbe essere naturale cercare di ridurre l’impatto ambientale delle proprie calzature. Come fare? In realtà gli aspetti a cui fare attenzione sono tanti. Prima di tutto, sarebbe bene ridurre il numero di scarpe acquistate, acquistando meno paia, con più qualità. In questo modo si avranno delle scarpe che durano di più, riducendo ulteriormente gli acquisti: anziché acquistare 3 paia di scarpe di qualità bassa, molto meglio acquistarne uno solo di un marchio importante e conosciuto per la qualità dei materiali e dei processi. In seconda battuta è bene privilegiare i brand che puntano alla sostenibilità ambientale. E ce ne sono tanti anche tra i più rinomati, come Dr. Martens, Timberland, Blundstone, Stella McCartney e Veja, per arrivare a marchi che puntano tutto sul green, come Giessewein, Ecoalf e Womsh. E poi? Poi è necessario prendersi cura delle calzature, usando regolarmente i più adatto prodotti per la pulizia delle scarpe, e trattandole bene: questo vuol dire usare un calzascarpe per indossarle, riporle usando un tendiscarpe e rivolgersi a un calzolaio per eventuali riparazioni. Così facendo la vita di una scarpa di qualità può prolungarsi per anni!
Mocassini, guida per l’uso
Qualche consiglio per indossare queste famose calzature nel modo giusto
Quando si tratta di indossare dei mocassini, mille dubbi arrivano alla mente. In quali stagione si indossano queste calzature? Con o senza calzini? Con quale tipologia di pantaloni? E in quali occasioni? Vediamo una guida completa e veloce per l’utilizzo di queste famose e “complesse” scarpe.
Una presentazione di queste peculiari calzature basse, in breve
Né scarpa elegante, né scarpa del tutto casual. Da uomo o da donna, in ogni caso senza lacci e basse, a lasciare la caviglia scoperta. Il modello classico di mocassino ha un tacco basso o molto basso, e può presentare le più diverse decorazioni: alcuni modelli sono lisci, altri presentano fibbie, nappine, e via dicendo. Di storie sulle origini di queste calzature se ne possono trovare diverse. C’è chi dice per esempio che siano state messe e a punto in Norvegia, su ispirazione delle scarpe dei nativi americani; e c’è chi dice che siano state inventate in Inghilterra, per essere usate come “scarpe da riposo” dai nobili. Da qui peraltro arriva uno dei nomignoli dei mocassini, ovvero “loafer”, che significa letteralmente “fannullone”. Ecco allora che alcuni modelli vengono indicati con il nome “penny loafer”, rifacendosi all’abitudine degli studenti americani negli anni Cinquanta di inserire una monetina nella fessura dei mocassini.
I mocassini, d’estate e d’inverno
Quando indossare il mocassino? Si parla di una scarpa bassa che lascia la caviglia e una parte del collo del piede nudi: ecco che allora è per tradizione una calzature primaverile ed estiva. Ma va detto che sempre più queste scarpe basse vengono usate anche d’inverno, con suola in gomma o in cuoio leggermente più alta. Il mocassino invernale è inoltre tipicamente più scuro – per meglio nascondere le macchie dell’umidità – con una più calda foderatura interna.
Mocassino: calzino sì o calzino no?
Ecco l’eterno dubbio: i mocassini vanno indossati con o senza calzini? D’estate certo è possibile optare per la seconda opzione, ma va detto che nelle occasioni formali il calzino è sempre d’obbligo, in quanto la cavigliava coperta. D’inverno, peraltro, la domanda non si pone nemmeno! Per quanto riguarda la tipologia di calzini, le regole ci dicono di evitare i calzini bianchi e ancora di più i calzini in spugna. Vanno invece bene i calzini classici in filo di Scozia o in cotone e i calzini lunghi, eventualmente con fantasie sottile e discrete. Occhio: se la regola dice di evitare il calzino bianco, è vero anche che negli ultimi anni molti trendsetter hanno provato a violare questa regola, con un discreto successo.
Quale pantalone con il mocassino da uomo
L’abbinamento classico tra pantalone e mocassino è quello dei pantaloni lunghi a gamba dritta, eventualmente anche jeans: è sufficiente che il pantalone scelto finisca stretto sulla caviglia lasciandola in parte scoperta, così da rispettare il gioco dei mocassini. D’estate è sicuramente possibile indossare questa calzaature con dei bermuda di qualità, ben curati e stirati.
Sempre perfettamente pulito
Una regola fondamentale è quella di mantenere il mocassino sempre perfettamente pulito: come si è detto, questa scarpa non rientra tra le opzioni eleganti, ma può essere comunque indossata in occasioni speciali a patto di essere abbinata ottimamente e di essere attentamente curata. In pelle liscia o in pelle scamosciata, in ogni caso il mocassino va pulito in ogni occasione, con una spazzolata veloce e, di tanto in tanto, con appositi detergenti per scarpe in pelle.
Scarpe che fanno male: come fare?
Scarpe scomode o dolorose: ecco come trovare una soluzione per indossarle senza problemi
Può sembrare ad alcuni banale, ad altri esagerato, ma è davvero così: indossare delle scarpe che fanno male mette la nostra giornata a rischio. Quando le scarpe sono comode, di fatto non ci accorgiamo nemmeno di averle ai piedi. Quando invece le scarpe fanno male, diventano un elemento centrale della nostra giornata, rovinando potenzialmente ogni attimo. Pensiamo a un turista che si trova a visitare una città d’arte con delle calzature scomode, a un escursionista che deve attraversare un lungo sentiero con degli scarponi stretti, a un cameriere che deve servire ai tavoli indossando delle scarpe che fanno male: una mezza tortura! Vediamo quindi delle soluzioni concrete alle scarpe che fanno male, per continuare a indossarle senza rovinarci la giornata.
Scarpe che fanno male: 4 soluzioni
- Allargascarpe: spesso e volentieri, le scarpe che fanno male sono delle scarpe strette. Certe volte si tratta proprio di un mezzo numero in meno rispetto al necessario, mentre altre volte a creare attrito è solo una piccolissima area interna. In entrambi i casi, è possibile risolvere questo problema con un allargascarpe. Il dispositivo classico è una forma in legno con un meccanismo per “allungare” delicatamente e progressivamente la scarpa; per ottimizzare questo processo, il consiglio è quello di usare questo dispositivo insieme a una schiuma allargascarpe, ovvero uno spray che permette di ammorbidire e di rendere più elastica la tomaia. Questo metodo, seppur più costoso, è di gran lunga più efficace e più sicuro rispetto a tanti rimedi fai da te che prevedono l’utilizzo di ghiaccio o del calore, entrambi elementi che possono rovinare brutalmente delle buone calzature in pelle.
- Solette: certe volte a rendere le scarpe scomode non è tanto la misura, quanto il loro interno, come per esempio la foderatura o, più spesso, la soletta. Ecco che allora è possibile talvolta sostituire quest’ultima, scegliendo magari una soletta più fina o più alta, oppure optando per un plantare, che vada per esempio a sostenere l’arco del piede.
- Alzatacco: certe volte le scarpe che fanno male sono delle scarpe troppo basse, che non offrono nessuna ammortizzazione. Ecco che allora è possibile sviluppare dei dolori al tallone o persino al tendine d’Achille, come succede spesso con calzature come ballerine o con scarpe con suola piatta, senza nessun rialzo posteriore. Possono arrivare in aiuto in questi casi gli alzatacchi, ovvero dei dispositivi rigidi o morbidi da infilare nella parte posteriore delle scarpa, in modo da rialzare leggermente il tallone e proteggerlo.
- Cerotti: certe volte le scarpe non sono né strette né sbagliate: semplicemente, sono nuove, e devono quindi adattarsi pian piano alla forma del piede. In questi casi, per via dell’attrito, possono crearsi vesciche o abrasioni. Ecco che allora, per non smettere di indossare le scarpe e affinchè si ammorbidiscano senza farci male, è bene acquistare cerotti antiveschiche o anticalli.
Come prevenire dolori dovuti a scarpe scomode
Allargascarpe, solette, alzatacchi e cerotti sono tutte ottime soluzioni in caso di scarpe che fanno male. Ovviamente è possibile anche agire preventivamente per eliminare sul nascere questi problemi: il consiglio è per esempio quello di provare le scarpe sempre la sera, sapendo che alla fine della giornata il nostro piede è sempre un po’ più gonfio. E ancora, per evitare che la calzature diventino scomode durante i periodo di inutilizzo, è sempre bene usare un tendiscarpe!
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Arriva l’estate: ecco come scegliere la soletta perfetta per le scarpe, e come avere sempre delle calzature fresche
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Come scegliere le pantofole per casa e come mantenerle comode e belle
Vediamo i fattori da considerare per scegliere le pantofole da acquistare in casa e come prendersene cura
Per la maggior parte delle persone è il momento più desiderato e aspettato della giornata: quello in cui, al termine del lavoro, si varca finalmente la porta di casa, per togliersi le scarpe e regalarsi un po’ di meritato relax sul divano. Via la giacca, via l’eventuale cravatta o i vestiti scomodi: è il momento della tuta e delle ciabatte, per il massimo del relax e della comodità. Ma attenzione, scegliere le pantofole per casa non è proprio semplicissimo, in quanto ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione. Quanto verranno effettivamente utilizzate queste calzature domestiche? In che modo? E dobbiamo acquistare delle ciabatte solo per noi, oppure vogliamo acquistare delle pantofole anche per gli ospiti (in modo da permettere loro di togliere le scarpe prima di entrare in appartamento)? Ecco a cosa pensare.
La differenza tra ciabatte e pantofole
Per prima cosa, un po’ di lessico. Spesso ciabatta e pantofola sono usati come sinonimi, ma in realtà, a essere pignoli, le cose stanno diversamente. Entrambe possono essere maschili o femminili, ma va detto che la pantofola è chiusa – pur senza avere lacci o simili – laddove invece la ciabatta è aperta. E ancora, tendenzialmente queste due calzature sono fatte con materiali diversi, laddove la pantofola è tipicamente realizzata con feltro, pelle, panno o velluto, laddove la ciabatta è più probabilmente – ma non sempre – realizzata in materiali plastici. C’è poi da dire che la ciabatta è più orientata verso l’estate, mentre la pantofola è più tipicamente invernale.
Come scegliere le pantofole per casa
Detto questo, come scegliere le pantofole per casa? Per prima cosa, c’è differenza tra le pantofole per sé e per gli ospiti, le cosiddette pantofole di cortesia: in questo ultimo caso sarà bene scegliere delle calzature sobrie, standard, sapendo peraltro che verranno indossate per tempi molto brevi. Poi è bene pensare all’utilizzo che si farà delle proprie pantofole: c’è chi in casa sta pochissime ore alla settimana, e che userà le pantofole praticamente solo per spostarsi tra il divano e il letto. E c’è chi invece passerà tantissimo tempo in pantofole, lavorando magari in smart working. E ancora, qualcuno usa le pantofole anche per recarsi velocemente fuori dall’appartamento, come per esmepio per prendere la posta, o per buttare l’immondizia. Tutti questi fattori devono essere tenuti in considerazione per scegliere le pantofole ideali!
Pensando a un uso importante di queste calzature da casa, è bene evitare delle pantofole totalmente piatte o raso terra, preferendo delle ciabatte da casa leggermente rialzate, per alleggerire le gambe, e con una suola antiscivolo, per evitare degli infortuni domestici. Devono ovviamente essere comode, non strette, per dare il sollievo che si ricerca in questa calzatura da casa, senza però sfilarsi dal piede a ogni passo. Devono inoltre essere di qualità, per essere quindi indossate eventualmente anche senza calzini.
Quanto a comodità, sicurezza e salubrità, non ci sono dubbi: il modello a cui guardare sarebbero le ciabatte sanitarie. Senza per forza arrivare a queste particolari e tutt’altro che eleganti ciabatte, è bene tenere questi modelli come riferimento.
Come pulire le pantofole
Una volta trovate le pantofole perfette, queste vanno curate nel tempo. Trattandosi di calzature usate unicamente in casa, o quasi, non necessitano di pulizie eccezionali. Di certo però è bene igienizzarle regolarmente con un buon deodorante per scarpe e di tanto in tanto dare loro una bella passata con una spazzola per scarpe, eliminando polvere e altri residui. In caso di macchie, è bene usare un sapone per scarpe specifico, in base al materiale.
Perché togliere le scarpe in casa (e le attenzioni da prendere)
Vediamo perché è bene non camminare con le scarpe in casa e a cosa pensare per attuare questa regola
Ci sono paesi in cui l’abitudine di togliere le scarpe in casa è ben sedimentata, una regola che viene automaticamente messa in campo da tutti: pensiamo a diversi paesi orientali, o per esempio ai pasi scandinavi. Negli ultimi anni questa abitudine si è diffusa via via anche in Italia, e di certo l’emergenza sanitaria del 2020 ha contribuito a rendere ancora più comune il penisero di toglire le scarpe in casa. Ma per quali motivi sarebbe bene evitare di camminare con le scarpe all’interno dell’appartamento, nel concreto? E a cosa bisogna pensare nel momento in cui si decide di applicare questa regola?
Perché togliere le scarpe in casa
A livello di igiene, non ci sono dubbi, la scelta di togliere le scarpe in casa è assolutamente saggia. Non serve infatti andare a esaminare quello che si accumula sotto la suola delle scarpe – come peraltro anche sulla tomaia, sui lacci da scarpe e via dicendo – per capire che è più igienico lasciare tutto all’ingresso. Dallo stesso presupposto si può inoltre capire quanto sia fondamentale pulire le scarpe regolarmente, con prodotti specifici per la pulizia delle scarpe in pelle, in tessuto e così via.
E se non bastasse l’intuito? Ebbene, ci sono dei ricercatori che hanno fatto degli studi specifici per capire cosa si può trovare sui pavimenti della nostra casa, per lo più sostanze trascinate nei nostri appartamenti dalle nostra scarpe. La lista creata da Mark Patrick Taylor e Gabriel Filippelli, due chimici ambientali Environmental Protection Authority dello Stato di Victoria, in Australia, è davvero lunghissima. E sì, anche agghiacciante. Basti pensare che i batteri fecali non sono tra le sostanze peggiori che possono essere trovare sui pavimenti. Si parla anche di patogeni, di tossine, di prodotti chimici, di metalli potenzialmente tossici, di acidi e persino di sostanze radioattive. Tutte cose che, nella maggior parte dei casi, sono trascinate in casa da scarpe usate in precedenza su marciapiedi, giardini, asfalto, centri commerciali, stazioni e via dicendo. Queste sono tutte ottime ragioni per togliere le scarpe in casa!
Come chiedere agli ospiti di lasciare le scarpe all’ingresso
Ma come chiedere agli ospiti di togliere le scarpe prima di entrare nel nostro appartamento? Va detto che, stando al classico galateo, le calzature si tengono indossate. E si capisce: ci sono tante persone che scelgono attentamente il proprio outfit, e che quindi potrebbero sentirsi a disagio nel trovarsi di fronte a questa richiesta inaspettata. Ecco allora che per evitare qualsiasi fastidio sarebbe bene, laddove possibile – soprattutto quando si parla di persone che non sono mai state invitate e che non sono particolarmente informali – avvisare in anticipo gli ospiti di questa politica “no scarpe in casa”. In questo modo, per esempio, una ragazza che accentra il proprio outfit sulle scarpe con i tacchi alti (indossando magari un tubino) potrà aggirare il problema, cambiando combinazione. É poi una buona mossa posizionare in ingresso una seduta che possa aiutare a togliersi comodamente le scarpe, nonché mettere a disposizione a chi le desiderasse delle ciabatte o della pantofole pulite “di cortesia”.
Niente scarpe in casa: a cosa stare attenti
E quando gli ospiti siamo noi? Ecco, sapendo che sempre più persone decidono di far togliere le scarpe in casa, è bene stare attenti a non creare situazioni imbarazzanti. Eliminiamo – o aggiustiamo – tutti i calzini bucati e ricordiamo di usare sempre un buon deodorante per scarpe!
Breve storia dei lacci per scarpe
Vediamo l’evoluzione delle stringhe per scarpe dalla preistoria fino a oggi
Di sicuro oggi, quando ogni giorno allacciamo i lacci delle sneakers e le stringhe delle nostre scarpe eleganti, non pensiamo a come queste vengono prodotte, a chi ha pensato di realizzarle in questo esatto modo, e via dicendo. Di fatto i lacci per scarpe sono qualcosa di talmente quotidiano e tutto sommato semplice che la nostra mente non conosce particolari quesiti o curiosità intorno a essi: l’importante è che siano resistenti, puliti, belli e comodi da allacciare (nel caso in cui una di queste condizioni venisse a mancare, è ovviamente sempre possibile acquistare un nuovo paio di lacci per scarpe nel nostro negozio online). Eppure sappiamo che, da piccoli, ci siamo dovuti impegnare non poco per imparare ad allacciare in modo efficace le stringhe delle nostre scarpe, aiutati da genitori, maestri, nonni o fratelli maggiori. Questo perché i lacci per scarpe non sono intuitivi, e infatti c’è voluto parecchio tempo per arrivare alle stringhe come le conosciamo oggi. Vediamo in breve qual è la storia dei lacci per scarpe!
Il lacci per scarpe dalla preistoria all’epoca moderna
Quando sono stati inventati i lacci per calzature? Per molto tempo si è pensato che la storia dei lacci per scarpe iniziasse piuttosto tardi, sapendo per esempio che i greci indossavano dei sandali con delle allacciature in pelle piuttosto grezza, non lavorata. In realtà, però, qualcosa di simile ai lacci per scarpe era già stato inventato da parecchio tempo. Tutti abbiamo sentito parlare Ötzi, anche detto uomo del Similaun: parliamo di quella “mummia” che è stata ritrovata nel 1991 in Trentino Alto Adige, nei pressi del confine austriaco, a 3.200 metri di altitudine: i resti sono di un uomo vissuto nel 3.200 avanti Cristo circa, in piena età del rame. E lì sono state ritrovatre anche le sue scarpe, realizzate con pelle di daino e di orso per realizzare delle suole, e di un intreccio di fieno ed erba per realizzare la tomaia. E, a quanto pare, per tenere insieme le scarpe c’erano dei primitivi lacci fatti con delle corde di fibre di legno. Anche in Armenia sono state inoltre ritrovate delle antiche scarpe dello stesso periodo, anch’esse chiuse con dei lacci.
Quindi sì, i lacci delle scarpe sono stati presenti fin dall’antichità, anche se erano effettivamente molto diversi da quelli che conosciamo oggi. E in effetti la storia dei lacci delle scarpe deve aspettare fino al 1790 per avere le stringhe moderne: queste sarebbero state inventante da un gentiluomo inglese, Harvey Kennedy, che ebbe l’idea di confezionare delle stringhe con degli “aghetti” finali, ovvero delle parti rese più dure e resistenti per facilitare l’uso dei lacci stessi.
La produzione dei lacci per scarpe
Nel Novecento la storia dei lacci per scarpe ha incontrato la massiccia industrializzazione del lavoro: oggi le stringhe vengono realizzate con apposite macchine che, andando a intrecciare di volta in volta materiali come cotone, poliestere, nylon o polipropilene creano i lacci come li conosciamo oggi. I quali possono essere piatti e larghi opppure tondi, sottoli o spessi, eleganti o sottili, cerati o meno, e dei più differenti colori.
Calzata delle scarpe: cos’è?
Probabilmente hai già sentito parlare della calzata delle scarpe: di che cosa si tratta?
Non è sempre facile trovare le scarpe della misura perfetta, che calzino davvero comode. E anzi, per tante persone la difficoltà nell’individuare le calzature adatte è quasi sempre molto alta. Parliamo per esempio delle persone che hanno la pianta molto larga, o quelle che hanno al contrario una pianta molto stretta. Per non parlare delle persone che hanno magari l’alluce valgo. Insomma, quando si sceglie un paio di scarpe, molto spesso, la “lunghezza” delle scarpe, non è l’unico fattore da tenere in considerazione. È necessario pensare anche alla calzata: di cosa si tratta?
Le misure delle scarpe
La taglia delle scarpe è una e unica, per quanto espressa in vari modo in diversi paesi. Una persona che porta un 40, che ha quindi un piede lungo in tutto 24,5 centimetri circa, porterà la taglia 6,5 inglese, e la taglia 7 statunitense nel caso dell’uomo, 8 nel caso della donna. Ma il nostro piede non ha solamente una lunghezza “unica”: ha anche una larghezza, o meglio, può avere misure diverse a livello del tallone, della pianta e delle dita. Per questo motivo i produttori più attenti al comfort dei propri clienti, oltre a presentare delle scarpe di lunghezza differenti, portano sul mercato anche delle calzature con calzate diverse. C’è chi propone le medesime scarpe con differenti calzate, chi crea delle linee apposite per pianta normale e pianta larga, e perfino marchi che sono specializzati nella creazione di scarpe per le sole piante strette o per le sole piante larghe. Non vanno poi dimenticati i plantari ortopedici appositi.
Le taglie della calzata delle scarpe
Orientarsi tra i diversi tipi di calzata non è facile, anche perché non esiste uno standard unico tra i diversi produttori. La cosa non stupisce: non è infatti raro trovare marchi che calzano “più lunghi”, così come altri calzano “più larghi” o “più stretti”, senza indicazione di sorta. In ogni caso, lo standard più conosciuto per misurare la calzata è quello inglese, che propone 4 misure diverse. Parliamo delle calzate E, F, G e H.
- E: questa è una scarpa progettata per chi ha una pianta molto stretta; va detto che sono pochi i produttori che prendono in considerazione questa calzata.
- F: la maggior parte dei produttori che presentano calzate diverse partono da qui, ovvero da una calzata medio-stretta.
- G: la calzata G è la calzata più comune, medio o medio-larga; corrisponde quindi per la maggior parte dei produttori allo standard, anche se per altri (che partono dalla E) la calzata normale è invece la F.
- H: qui, per qualsiasi tipo di produttore, la calzata H presenta una pianta larga o molto larga.
Le normali scarpe ti stringono? Allora cerca delle scarpe con calzata H!
Misurare la larghezza del piede
Per capire se si ha una calzata stretta, standard o larga può bastare mettere il proprio piede nudo su un foglio e, stando in piedi, disegnarne i contorni. Oppure è possibile inumidire il piede e poi mettersi in piedi su un pezzo di cartone: in questo moto potrai persino misurare la pianta del tuo piede, che può avere una pianta normale, stretta o larga, o avere per esempio l’arco alto oppure basso.
Il plaid sul divano in pelle: una guida
La coperta sul divano in pelle è spesso immancabile, per varie ragioni: ecco come disporla per non creare disordine
Non ci sono dubbi: quando si pensa a un divano elegante, che sappia esaltare un ambiente con la sua sola presenza, la nostra mente va al classico divano in pelle, centro del salotto o dello studio. Come sappiamo di divani in pelle ne esistono di più diversi tipi, che si rifanno ai più differenti design. Una cosa è però certa: a ogni persona che posiziona un divano realizzato con questo materiale nel proprio soggiorno, prima o dopo, verrà il desiderio di posizionare su di esso una coperta, per diversi motivi. Vediamo come tenere il plaid sul divano in pelle in modo da non rovinare il suo fascino.
Perché mettere il plaid sul divano in pelle?
Ci sono tanti motivi che possono spingere, del tutto legittimamente, a posizionare un plaid sul divano in pelle. Sui tipici divani in pelle liscia si possono dire sicuramente tante cose positive, ma non si può certo affermare che riescano a regalare quella morbidezza che talvolta si cerca nel giaciglio domestico. E ancora, c’è il fatto che in inverno, quando la temperatura dell’appartamento non è particolarmente alta, il divano e le poltrone in pelle liscia non brillano certo per calore. Non va dimenticato poi che d’estate, quando al contrario le temperature in casa possono essere molto alte, potrebbe non essere sempre piacevole il contatto tra la pelle delle cosce e quella del divano. Per tutti questi motivi, non è affatto raro vedere il plaid sul divano in pelle. Va peraltro detto che le coperte su questi sofà vengono usate anche per altri motivi. A scopo preventivo, quando si decide di fare uno snack sul divano, o quando su di esso si muovono dei bambini che magari stanno disegnando, o bevendo un succo di frutta. O a scopo riparativo, quando il dramma è compiuto, e la pelle è macchiata: va però ricordato che la coperta non è certo l’unica soluzione possibile. Sul nostro e-commerce sono presenti infatti sia degli smacchiatori per divani in pelle, sia dei lucidi per riportarli poi alla loro condizione originale.
Sta di fatto che, per un motivo o per l’altro, ci si trova spesso a posizionare il plaid sui divani in pelle: come disporli in modo da non rovinare l’insieme?
Come disporre la coperta sui divani in pelle
La persona più ordinata, molto semplicemente, terrà al fianco del divano una bella cesta, così da riporla dopo ogni utilizzo. Chi vuole tenere la coperta sempre a disposizione sul divano può metterla sullo schienale, sapendo però che i plaid tendono a scivolare sulla superficie liscia: ecco allora che bisognerà ripiegarlo fino a farlo cadere leggermente sulla seduta, assicurandolo eventualmente con un cuscino. È da evitare tenere il plaid piegato sulla seduta stessa – laddove invece questo si può fare per lungo sull’eventuale pouf o chaise-longue. La posizione classica del plaid è inoltre ordinatamente piegato sul bracciolo del divano, lasciando cadere soprattutto verso l’esterno.
Come creare il tuo kit per la pulizia delle scarpe
Vediamo quali prodotti devono essere presenti in un set per la pulizia delle scarpe
Acquistare un nuovo paio di scarpe è un piccolo – o grande – investimento. Soprattutto se parliamo di scarpe di una buona marca, e ancor di più se parliamo di calzature in pelle, sia questa liscia o scamosciata. È ovviamente un investimento di soldi, ma non solo: è anche una questione di tempo, perché per trovare un paio di scarpe davvero perfetto non di rado è necessario visitare più negozi, provare più calzature, e via dicendo. Va poi detto che, nel caso delle scarpe eleganti in pelle, ci vuole spesso anche un po’ di pazienza: non di rado le calzature diventano davvero comode dopo due o tre utilizzi, mentre la tomaia progressivamente si adatta al piede – ricorrendo in certi casi più difficili all’aiuto di un allargascarpe. Ecco che allora questo investimento complessivo, per essere intelligente, deve essere curato nel tempo, con una pulizia regolare delle scarpe: in questo modo dureranno di più, resteranno belle e comode, facendo fruttare l’investimento iniziale. Diventa così necessario poter contare su un buon set per la pulire le scarpe, il quale dovrebbe contenere tutto il necessario per le calzature oggetto delle nostre attenzioni, le quali potrebbero essere in pelle liscia, in nabuk, in tessuto, in pelle verniciata e via dicendo. Oggi vedremo quindi come creare il tuo kit per la pulizia delle scarpe: quali sono i prodotti di cui hai bisogno?
Come creare il tuo kit per la pulizia delle scarpe: i prodotti
Ipotizziamo che tu abbia acquistato un paio di scarpe di qualità: cosa dovrebbe contenere il tuo kit per la pulizia delle scarpe per mantenerle belle e comode negli anni? Ancor prima che alla pulizia, dovresti pensare alla loro manutenzione generale: se si tratta di scarpe che non vengono indossate regolarmente potrebbe essere sicuramente saggio acquistare un tendiscarpe in legno, per avere la certezza di mantenere la loro forma – senza cedimenti o pieghe – per lunghissimo tempo.
Poi la tua attenzione deve passare alla pulizia: di cosa hai bisogno? Prima di tutto delle spazzole. Te ne servirà una classica, meglio se in crine di cavallo, per pulirle e per lucidarle. Te ne servirà un’altra più piccolina, la spandilucido, per poter distribuire in modo omogeneo il prodotto sulla tomaia. E poi ti servirà un panno morbido in tessuto, fondamentale per ultimare la lucidatura.
Veniamo poi ai prodotti per la pulizia. Nel caso delle classiche scarpe in pelle liscia avrai bisogno di un sapone per scarpe in pelle, per la loro pulizia regolare, al quale aggiungere eventualmente un vasetto di crema per scarpe in pelle, che ha il ruolo di andare a nutrire e a idratare il pellame: tipicamente si tratta di prodotti a base di cera d’api. Poi avrai bisogno ovviamente del lucido per scarpe in pelle, da acquistare del colore quanto più vicino a quello delle tue calzature.
Ecco, questo è tutto il necessario: l’unico altro strumento di cui potresti avere bisogno è il calzascarpe, che permette di indossare le scarpe in modo più confortevole, senza il rischio di deformare o stressare la tomaia.
Acquista il tuo set per pulire le scarpe
Non serve per forza creare il tuo kit per la pulizia delle scarpe acquistando singolarmente ogni prodotto: sul nostro e-commerce trovi infatti dei set per pulire le scarpe già pronti!
I tipi di tacco per scarpe: una guida
Di tacchi ne esistono tantissimi: ecco come riconoscerli
C’è chi li indossa praticamente tutti i giorni e chi li tiene in scarpiera per le sole occasioni speciali. Per alcune sono una regola di vita, un elemento indispensabile, per altre sono una scomodità da usare il meno possibile. Ma sono ben poche le donne che non si trovano mai a confrontarsi con l’acquisto di un paio di scarpe con i tacchi! Ecco allora che può essere utile conoscere i diversi tipi di tacco, così da effettuare la scelta giusta! Buona lettura
Guida ai diversi tipi di tacco per scarpe
- Banana: tacco alto alto ma spesso, dalla tipica forma curvilinea, è un tacco che nonostante l’altezza risulta comodo. Si tratta di un buon modo per elevarsi, e allo stesso modo per sdrammatizzare l’insieme.
- Blocchetto: tra i diversi tipi di tacco il blocchetto è tra i più confortevoli, senza rinunciare allo stile. Tendenzialmente basso o molto basso, è solitamente quadrato o cilindrico.
- Blocco: come i tacchi a blocchetto, ma più alti, più slanciati; si usano su decolleté come su stivali.
- Campana: praticamente, il contrario dei tacchi a stiletto: qui la sezione aumenta man a mano che ci si avvicina al suolo. Decisamente originali, non passano inosservati.
- Coda: i tacchi a coda sono quelli alti che cadono perpendicolarmente, nella parte posteriore del tallone. Non spiccano di certo per comodità, ma sono molto chic.
- Cono: un tacco che può essere abbastanza alto ma che permette una certa comodità. Realizzati per l’appunto a cono, sono piacevolmente retrò.
- Cubano: il tacco cubano porta con sé uno spirito latinoamericano, tanto che vien subito da usare queste scarpe per ballare. La forma è snella e curvilinea, senza avere però dei tacchi sottili.
- Italiano: quello italiano, tra i diversi tipi di tacco, è tendenzialmente alto, sottile, elegante e sobrio, con la sua forma cilindrica (regolare, al contrario dei tacchi a spillo).
- Kitten Heels: i tacchi da gattina sono perfetti per chi non è abituato a indossare i tacchi, essendo tendenzialmente bassi ma molto eleganti.
- Luigi XV: i tacchi che il celebre sovrano di Francia indossava sempre. Alti ma non troppo, sono posizionato nella parte centrale del tallone, e presentano una particolare curva concava.
- Rocchetto: una specie di tacco a campana più elaborato, che si allarga a entrambe le estremità, prendendo per l’appunto le sembianze di un rocchetto (o di una clessidra).
- Sixties: tacco grosso e basso che potrebbe sembrare maschile, usato sia su stivali che su ballerine.
- Spillo: non servono descrizioni. Alto, lanciato e affusolato, si assottiglia sempre di più.
- Stiletto: simile allo spillo, ma con un assottigliamento minore, per raggiungere altezze ancora maggiori.
- Texano: il tipico tacco da stivale smussato, sempre molto basso, molto rientrante.
- Virgola: disegnato da Roger Vivier, peraltro padre dello stiletto, il tacco a virgola è basso, sottile e inclinato, e può resistere unicamente grazie alla presenza di un pezzo metallico al suo interno.
- Zeppa: chiudiamo con la Z di Zeppa, così come disegnata da Ferragamo circa un secolo fa, con il tacco che forma un corpo unico con la suola, per avere altezza e comodità.
Scegliere i calzini per scarpe e abiti eleganti: una guida per lui
Quali calzini dovrebbe indossare l’uomo con abito e scarpe eleganti?
Di solito l’attenzione si concentra sulla scelta delle calzature, sul colore dell’abito, e via dicendo. Ma a che pro scegliere l’abito perfetto, che calza a pennello? A che pro far splendere le calzature in pelle con un buon lucido per scarpe? A che pro dare tutte queste attenzioni a ogni singolo dettaglio, per poi cadere sulla scelta del calzino? L’errore è sempre dietro l’angolo, e può rovinare la buona riuscita di un outifit. Di certo il problema maggiore è relativo alla scelta del colore, ma va detto che ci sono anche delle regolette per quanto riguarda la lunghezza – o meglio, l’altezza – del calzino e il suo materiale. Ecco quindi una guida per scegliere i calzini per scarpe e abiti eleganti, per lui.
La lunghezza dei calzini per l’abito elegante
Quale dovrebbe essere la lunghezza ideale delle calze da uomo, in un outfit elegante? Sì, per scegliere i calzini perfetti è bene prendere in considerazione anche questo aspetto. Dunque, le guide per veri gentleman non prevedono nemmeno l’esistenza dei calzini corti. Le calze da uomo dovrebbero essere sempre lunghe, meglio se appena sotto il ginocchio, o in ogni caso a coprire il polpaccio. Ogni altra scelta va contro il galateo. Il concetto è semplice: un buon calzino che arriva a coprire il polpaccio, difficilmente lascerà intravedere la caviglia quando ci si siede. Ed è esattamente questo che deve essere evitato! Quindi, in ogni caso, con l’abito optiamo per i calzini lunghi!
Scegliere i calzini per scarpe e abiti eleganti: il colore dei calzini
Come scegliere i calzini in base al colore? Le calze vanno abbinate con le scarpe oppure con l’abito? Certo, chi indossa delle scarpe nere e un abito altrettanto nero non si porrà nemmeno il problema. Ma chi invece indossa scarpe e pantaloni di colore diverso? In realtà, è possibile abbinare il colore delle calze sia a quello dei pantaloni che a quello delle scarpe: il tono su tono funziona in entrambi i casi. Non di meno, però, abbinare i calzini ai pantaloni è più facile, più sicuro, più classico.
La regola di fondo è comunque sempre quella di evitare il bianco: i calzini di colore bianco dovrebbero essere indossati solo con scarpe da ginnastica, e tutt’al più con delle sneaker.
E se si volesse introdurre un po’ di colore in più? Ecco, in quel caso – pensiamo per esempio a un abito dello stesso colore delle scarpe – è possibile andare ad abbinare i calzini alla cravattta, al fazzoletto da taschino oppure alla camicia stessa.
Il materiale dei calzini per le scarpe eleganti
Anche sul materiale dei calzini c’è qualcosa da dire: qui oltre all’estetica subentra anche la comodità. Nelle occasioni formali sono da evitare i calzini in lana, mentre sono da privilegiare le calze in cotone, come l’ottimo filo di Scozia, che permette di avere delle calze comode, leggere, resistenti e traspiranti. Hai freddo ai piedi? Prendi in considerazione il winter cotton!
Scegliere il tendiscarpe giusto
Una guida alla scelta del tendiscarpe più adatto per te, pensando a materiale, struttura e misura
Come scegliere il tendiscarpe giusto? Lo diciamo fin da subito: non esiste una risposta corretta in assoluto, perché al variare delle esigenze e degli utilizzi cambiano anche le caratteristiche del tendiscarpe perfetto. Di sicuro c’è però una cosa, chiunque abbia delle scarpe che vuole far durare nel tempo, in special modo delle calzature in pelle, non dovrebbe farne assolutamente a meno. Perché? Il motivo è semplice: le nostre calzature non sono fatte in metallo, e non hanno al loro interno delle strutture rigide. Questo vuol dire che, quando non vengono utilizzate, tendono naturalmente a cedere su sé stesse. E questo è un problema, perché questa flessione porta con sé la formazione di pieghe nonché a lungo andare di crepe, che pregiudicano la comodità, la bellezza e la resistenza stessa delle scarpe. Per questo motivo, quando si acquistano delle calzature che si desidera far durare a lungo, comode e belle, è bene investire anche nell’acquisto di un buon tendiscarpe, da tenere sempre al loro interno quando non utilizzate. Eliminiamo dal campo ogni dubbio: il tendiscarpe serve unicamente per mantenere la forma delle calzature, diversamente dall’allargascarpe, che serve invece per guadagnare qualche millimetro in più!
Vediamo ora come scegliere il tendiscarpe giusto in base alle tue esigenze.
Scegliere il tendiscarpe giusto: il materiale
Possiamo dividere il tendiscarpe in due grandi gruppi. Da una parte abbiamo i modelli classici in legno, dall’altra parte quelli in plastica. In tutti i modelli in legno, e in alcuni di quelli di plastica, sono inoltre presenti delle parti metalliche. Come scegliere il tendiscarpe giusto dal punto di vista dei materiali? Ebbene, i modelli in plastica presentano diversi vantaggi. Sono più economici – e quindi possono andare bene quando si vogliono tenere in forma molte, molte scarpe – e sono più leggeri, il che significa che possono essere usati anche in viaggio, quando si infilano le calzature nelle valige e non si vuole schiacciarle o piegarle.
Ci sono poi i tendiscarpe in legno, più pesanti e più costosi, i quali fanno però un lavoro decisamente migliore. Perché? Prima di tutto perché il legno è un materiale naturale e traspirante, che va ad assorbire l’umidità presente nella calzatura. Va poi detto che il legno tende a rilasciare un profumo gradevole, soprattuto nel caso del cedro.
La struttura dei dispositivi per tenere le scarpe in forme
Come puoi vedere sul nostro e-commerce, esistono diverse forme. Come scegliere il tendiscarpe giusto da questo punto di vista? Ebbene, i più semplici presentano solamente la punta, in legno e in plastica, e vanno a tenere tesa la scarpa con un “bastoncino” tensionatore, e quindi con una molla che al suo termine presenta una parte arrotondata. Come si può capire, questi modelli non “riempiono” la scarpa, ma si limitano a tenerla in tensione, per evitare deformazioni della pianta.
Ci sono poi i tendiscarpe in legno a forma di piede, decisamente più pesanti e ingombranti, i quali però vanno effettivamente a riempire la scarpa, e a tenerla in forma in ogni sua parte, sulla lunghezza, sulla larghezza e sull’altezza. Non ci sono dubbi: nel caso di scarpe di qualità che verranno riposte nella scarpiera per molto tempo, questi sono i modelli migliori, i quali però costano un po’ di più.
La misura giusta
Così come le scarpe, anche i tendiscarpe hanno delle misure: di solito “prendono” due numeri, ovvero 37-38, 39-40, e via dicendo. Questo è l’ultimo passaggio da fare per scegliere il tendiscarpe perfetto!
Come abbinare le scarpe ai pantaloni: guida per lui
Vediamo gli abbinamenti giusti tra vestiti e scarpe da uomo
Come abbinare le scarpe ai pantaloni? Di certo per le donne le variabili in gioco sono molte di più, dovendo considerare scarpe con il tacco, scarpe décolleté e via dicendo. Ma nemmeno per gli uomini è una passeggiata: di certo non ci sono regole ferre impresse nella pietra, ma è vero anche che l’errore è sempre dietro l’angolo, e che un dettaglio fuori posto può compromettere un intero outfit. Vediamo quindi quali sono le basi per capire come abbinare le scarpe ai pantaloni nel modo giusto.
La coerenza tra vestiti e scarpe
Alcune tra le gaffe principali nell’abbinare le scarpe ai pantaloni si fanno quando si indossano vestiti piuttosto eleganti. Pensiamo per esempio al classico abito, ovvero al completo che si potrebbe essere chiamati a indossare quotidianamente a lavoro come a quello che potremmo indossare in occasione di un evento speciale. Quali calzature abbinare? Non ci sono dubbi, con le classiche scarpe Oxford in pelle nera – a patto di averle pulite bene – non si sbaglia praticamente mai. Ma le Oxford non sono certo l’unica scelta. Per un look meno formale, ma sempre elegante, è possibile optare eventualmente per un mocassino, in particolar modo quando non si è inverno.
E per una scelta più originale e giovanile? In casi non formali è possibile effettivamente indossare anche delle sneaker: in linea di massima si dovrebbe optare per delle sneakers bianche – sì, ovviamente pulite alla perfezione, senza macchie, righe o aloni – le quali sono un vero e proprio passepartout. Va però detto che il risultato non sarà pari a quello che si potrebbe raggiungere con delle Oxford o con delle Derby.
Come abbinare le scarpe ai pantaloni: i colori
Vediamo ora come abbinare le scarpe ai pantaloni a livello di colori. Come già accennato, le scarpe eleganti nere in pelle sono molto versatili, e di fatto possono essere inserite in tutti gli outfit classici per eventi eleganti più o meno formali: ecco allora che ognuno dovrebbe avere nella propria scarpiera un paio di calzature in pelle di questo tipo, vicino a un sapone per scarpe in pelle, al lucido per scarpe e alla spazzola scura. Pulite e ben conservate, meglio ancora se con al proprio interno un tendiscarpe, potranno essere indossate con abiti neri, grigi, blu o antracite; saranno invece da evitare nel caso di pantaloni particolarmente chiari, come chino bianchi o beige, o denim molto slavati.
Altro colore classico per la calzature in pelle è il marrone, liscio o scamosciato. Anche questo colore è molto versatile, potendo abbinare queste scarpe – e questi stivali – con molti pantaloni. Facendo però attenzione a una cosa: più scuri sono i pantaloni, più scuro dovrà essere il marrone delle scarpe. L’unico grandioso no in fatto di calzature marroni è l’abito nero, che vuole scarpe nere o bianche.
Di fatto, con nero e marrone si è coperta una fetta molto ampia delle calzature indossate nel tempo libero e nel lavoro – e in generale quando non si fa sport. Come abbiamo visto sopra ci sono le scarpe bianche, tipicamente sneakers, da indossare ormai con ogni cosa, eccezion fatta che con un pantalone altrettanto bianco o troppo chiaro. Ci sono poi le scarpe blu: quelle navy blue possono essere usate anche con outfit eleganti, mentre le altre tonalità saranno da abbinare solo a pantaloni casual.
E gli altri colori? Per il mondo dello sport, va bene qualsiasi tinta; al di fuori di esso… solo per chi è un mago negli accostamenti cromatici!
Come pulire le scarpe All Stars
Vediamo la tecnica e i prodotti ideali per la pulizia delle scarpe Converse All Stars
C’è un paio di scarpe il cui design è rimasto pressoché immodificato per circa 100 anni. Parliamo delle mitiche scarpe All Stars, le quali peraltro conoscono vari altri nomi e nomignoli: ci si riferisce infatti a queste sneaker con i termini Converse, Chuck Taylors, Chucks, Cons e Chucky TS. Le calzature in questione sono state disegnate per la prima volta da Converse nel 1922 – anche se va detto che il progetto originale era di 5 anni prima – come risposta concreta alla domanda di Chuck Taylor di realizzare delle scarpe con più supporto e, allo stesso tempo, più flessibilità. Taylor ai tempi era un giocatore di basket, per divenire poi negli anni successivi il testimonial di punta delle scarpe che lui stesso aveva aiutato a creare. Per decenni queste scarpe da ginnastica sono state considerate come la più ovvia scelta per i giocatori di basket. Le Converse hanno però abbandonato da tempo i campi di gioco, per diventare delle popolari scarpe per il tempo libero. L’utilizzo che ne fece James Dean portò queste scarpe a diventare simbolo della ribellione giovanile e della controcultura: non fu un caso se tra gli utilizzatori più famosi di queste sneaker troviamo nomi come Andy Warhol, Kurt Cobain e Karl Lagerfeld.
Insomma, queste Converse sono delle vere e proprie icone, un evergreen che si può indossare nelle più diverse occasioni. Ma come pulire le scarpe All Stars in modo efficace e senza fare danni? Vediamolo!
Cosa non usare per la pulizia delle scarpe Converse
Come ogni normale calzatura, anche le Converse, quando si parla di pulizia, hanno dei nemici giurati. Chi si domanda come pulire le scarpe All Stars doverebbe quindi sapere che ci sono dei dispositivi dai quali è bene stare lontanissimi: è sonoramente vietato per esempio lavare queste sneaker in lavatrice, per il semplice fatto che il continuo girare nel cestello potrebbe deformare le scarpe. Va poi detto che “inzuppare” le scarpe è modo più semplice per dare il via a odori, muffe e via dicendo. È peraltro da evitare la tecnica del bagnare le scarpe per lavarle e poi metterle su un termosifone per asciugarle: il calore eccessivo potrebbe infatti portare a scollamenti e deformazioni. E ancora, sono da tenere lontani dalle sneaker i detergenti aggressivi usati per le normali pulizie domestiche: molto meglio usare i più sicuri prodotti per la pulizia delle scarpe.
Come pulire le scarpe All Stars
Vediamo quindi come pulire le scarpe All Stars. Le tipiche Converse son realizzate in tessuto, quindi inizieremo con l’acquistare un detergente per sneaker in tessuto, il quale tipicamente è pensato per essere usato a secco, senza quindi bagnare le calzature. Prepariamo ora le scarpe alla pulizia: togliamo le stringhe delle scarpe – che possono essere lavate separatamente o eventualmente, se rovinate, sostituire – e massaggiamo le scarpe con una spugna pulita intrisa di detergente per scarpe, così da togliere macchie e aloni. Nel caso di scarpe particolarmente impolverate, sarà bene procedere prima con una spazzolata superficiale. Al termine della pulizia è bene lasciare arieggiare le calzature, meglio se non al sole diretto.
E prima di indossarle, per mantenerle pulite e profumate a lungo, è bene usare un buono spray impermeabilizzante per calzature e un deodorante per scarpe: indossare nuovamente le All Stars sarà un vero piacere!
L’altezza del tacco perfetta per il benessere della schiena
La verità, una volta per tutte, sul rapporto tra altezza del tacco e mal di schiena
Qual è l’altezza del tacco perfetta per il benessere della schiena? Anzi, esiste un’altezza che fa effettivamente bene alla nostra postura, o sarebbe invece meglio eliminare qualsiasi tipo di tacco dalla nostra vita? E ancora, è proprio vero che i tacchi alti fanno male? Vediamo una volta per tutte come scegliere le nostre scarpe anche in base all’altezza del tacco e alle sue conseguenze sul nostro benessere!
Limitare l’uso di tacchi troppo alti
Ebbene sì, i tacchi alti non fanno bene alla nostra salute. E quando parliamo di tacchi alti ci rivolgiamo soprattutto verso quelli effettivamente molto alti, dagli 8 ai 12 centimetri per intenderci. Per quale motivo? Ebbene, quando si calzano scarpe con i tacchi alti le nostre sgambe si slanciano, e danno il meglio di sé. Ma è anche vero che questo rialzo importante sotto al tallone finisce per andare a cambiare la posizione della nostra colonna vertebrale, nonché a mettere sotto pressione le nostre articolazioni. E ancora, quando si indossa un tacco da 12 centimetri il peso viene distribuito in modo errato sulla pianta del piede, e va a cambiare la postura. Ecco che allora chi indossa spesso scarpe di questo tipo va incontro a dolori passeggeri ma anche a problemi che possono diventare seri, come lordosi lombare, cifosi toracica, sciatica e via dicendo. In effetti quando si indossano dei tacchi il bacino tende a inclinarsi in modo innaturale, e per mantenere l’equilibrio ci si trova costretti a spostare la schiena più indietro, scombinando la nostra “meccanica”. Ma quindi per il nostro benessere dovremmo eliminare i tacchi?
L’altezza del tacco per il benessere della schiena
Abbiamo visto che sarebbe molto meglio non indossare i tacchi troppo alti, o perlomeno limitarne il più possibile l’utilizzo: meglio indossare scarpe con il tacco alto raramente, meglio se per poco tempo, meglio ancora quando si dovrà camminare o stare in piedi per pochi minuti. Ma esiste un’altezza del tacco perfetta per il benessere della schiena e delle articolazioni? Ebbene, gli esperti ci dicono che in realtà il nostro piede e il nostro scheletro lavorano meglio quando l’appoggio non è completamente orizzontale: ecco che allora un tacco di 2 o 3 centimetri finirebbe per garantire un supporto migliore rispetto a quello fornito, per esempio, da delle ballerine o da degli infradito. A partire da questo presupposto, quindi, sarebbe come linea generale un bene indossare spesso delle scarpe con un minimo di tacco (usando se necessario un alzatacco interno).
Usare scarpe con tacchi di altezza diversa
In realtà, come ci dicono diversi ortopedici, la perfezione sarebbe quella di usare di giorno in giorno delle scarpe con delle altezze diverse, non scordandosi quando possibile di camminare scalzi, soprattutto in casa o in spiaggia: un vero toccasana per le nostre articolazioni! Nei restanti giorni sarebbe una buona abitudine usare di volta in volta delle scarpe basse e delle scarpe con un po’ di tacco – senza esagerare, come abbiamo visto – alternando per esempio delle sneakers con delle scarpe da sera con il tacco magari di 6 o 8 centimetri.
Come scegliere le scarpe giuste per iniziare a correre
Vediamo come scegliere le scarpe da running giuste per principianti
Come scegliere le scarpe giuste per iniziare a correre? Si sa, macinare i primi chilometri è sempre la parte più difficile. Ma dopo un po’ di uscite correre diventa via via più leggero, più facile e più automatico. Il vero ostacolo è insomma riuscire a organizzare al meglio i primi allenamenti, senza far calare l’entusiasmo. E di certo scegliere le scarpe giuste per iniziare a correre aiuta parecchio, anche perché una scelta sbagliata potrebbe portare a fastidi, dolori o persino infortuni che potrebbero tenerci per parecchio lontani dallo sport. Ecco quindi i nostri consigli per scegliere le scarpe giuste per iniziare a correre!
Come scegliere le scarpe giuste per iniziare a correre
- Scegliere la scarpa in base al tipo di corsa: quale tipo di running vorrai fare? Desideri fare del semplice jogging in città, magari per le strade del parco o su un percorso ciclopedonale, o forse vuoi puntare a una maratona? O magari, anziché correre sull’asfalto, desideri correre sui sentieri? Per ogni disciplina sono state pensate delle scarpe apposite, da quelle classiche per il running a quelle per il trail running. Meglio scegliere subito quelle giuste!
- L’ammortizzazione: chi inizia a correre ha bisogno di proteggere le proprie articolazioni, sapendo che ogni passo costituisce un piccolissimo microtrauma per le nostre gambe, per i nostri piedi e per la nostra schiena. Ecco che, soprattutto all’inizio, è bene scegliere delle scarpe da corsa con un buon livello di ammortizzazione. Questa deve essere ancora maggiore per chi ha qualche chilo di troppo e per chi ha superato i 50 anni.
- L’appoggio del piede: per iniziare a correre senza fare danni sarebbe bene capire quale tipo di appoggio ha il nostro piede. C’è chi ha un appoggio neutro, e quindi di per sé “giusto”, mentre c’è chi invece ha una appoggio da pronatore, con il piede che tende a ruotarsi verso l’interno, o da supinatore, con il piede che invece si ruota verso l’esterno. Molto meglio scegliere le scarpe di conseguenza, prendendo eventualmente in considerazione l’utilizzo di appositi plantari ortopedici.
- La misura giusta: non è facile scegliere la misura perfetta per le scarpe da corsa, anche perché i diversi marchi usano misure di riferimento differenti. Ecco allora che vale la pena prendersi qualche minuto in più nella scelta, provando magari a fare qualche passo – anche di corsa – in negozio mentre si provano le scarpe. Che non devono essere assolutamente strette: i dolori in quel caso sono assicurati: meglio che le scarpe presentino circa un centimetro di spazio quando il piede è a riposo.
Tenere a portata deodorante e cerrotti per vesciche
Le scarpe da corsa non sono eterne: più chilometri facciamo, più si usureranno. Nel momento in cui la suola si presenta usurata, molto meglio mettere in conto la loro sostituzione. Nel frattempo, per farle durare di più, è sempre bene lavarle regolarmente con appositi detergenti per scarpe da ginnastica, nonché usare del deodorante per scarpe, per mantenerle profumate. E per chi inizia a correre, è sempre bene avere da parte qualche cerotto per vesciche ai piedi!
Come pulire gli stivali da equitazione
Vediamo come prenderci cura degli stivali usati per cavalcare
L’equitazione non è certo uno sport che brilla per economicità. Certo, il discorso può essere fatto anche per tante altre discipline sportive, dallo sci in poi. Ma di certo chi ama cavalcare sa molto bene quanto sia importante trattare bene la propria attrezzatura, per non andare a spendere più del necessario per rimpiazzarla troppo frequentemente. Di certo uno degli accessori che tende a rovinarsi più velocemente è rappresentato dagli stivali, i quali sono tra le icone principali di questo sport: vediamo quindi come pulire gli stivali da equitazione nel modo corretto.
Come devono essere gli stivali per cavalcare
Chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’equitazione può ovviamente iniziare a cavalcare senza un paio di calzature particolari. Ma quando questa diventa un’attività regolare è molto meglio calzare un paio di stivali specifici, i quali aiutano a mantenere la posizione corretta e a proteggere dallo sfregamento contro gli staffili. Ecco quindi che ci si trova a scegliere dei buoni stivali da equitazione, i quali possono essere sia in cuoio che, eventaulmente, in gomma: alcuni marchi sono piuttosto economici, come per esempio quelli proposti dalle grande catene come Decathlon, mentre altri, realizzati in cuoio da artigiani rinomati, possono costare anche parecchio. In tutti i casi per essere comodo e utile questo stivale alto deve essere ben aderente al polpaccio, e deve presentare una suola abbastanza spessa, tale da fornire una buona base al piede una volta infilato sulla staffa. Il classico stivale inglese da equitazione, per esempio, è alto, in puro cuoio, con suola perfettamente liscia, e vanta una grande leggerezza.
Vediamo ora come pulire gli stivali da equitazione!
Come pulire gli stivali da equitazione
Se c’è un elemento esposto all’usura nell’abbigliamento di chi cavalca, quello è sicuramente rappresentato dagli stivali. Ecco quindi che, ogni volta che si fa pratica equestre, sarebbe bene imparare a pulire gli stivali da equitazione con una certa attenzione – soprattutto se realizzati in pelle. Bisogna infatti sapere che il cuoio odia tenacemente la polvere, la quale finisve per insinuarsi nelle piccolissime pieghe della pelle e, una volta lì, inizia a deteriorarla. Per questo è bene, ogni volta che si scende da cavallo e lo si accompagna in scuderia, prendersi del tempo per eliminare ogni traccia di polvere, usando un panno pulito e leggermente inumidito. Di tanto in tanto è poi bene fare una pulizia più profonda, usando un sapone per scarpe in cuoio, così da eliminare anche i depositi di sudore di cavallo, che con l’andare del tempo possono rovinare le calzature.
Ma pulire gli stivali da equitazione non vuol dire fermarsi alla rimozione dello sporco. É necessario anche nutrire il cuoio, andando quindi a ingrassarlo con dell’apposito grasso per scarpe, il quale permette di ammorbidire la pelle, di mantenerla impermeabile e di idratarla. Una volta al mese – oppure ogni due, in base all’utilizzo reale degli stivali – sarebbe bene anche lucidare la pelle, strofinando per bene, così da mantenerli come nuovi.
Una volta puliti, gli stivali vanno lasciati all’aria, per riporli eventualmente al chiuso solamente quando completamente asciutti. Per mantenerli in forma, senza che si creino delle fastidiose pieghe, è bene usare degli appositi tendiscarpe per stivali, chiamati per l’appunto tendistivali.
Come pulire le scarpe da golf
Vediamo come prenderci cura delle scarpe da golf
Cura delle unghie: forbice, tagliaunghie o tronchesino?
Qual è lo strumento migliore per prendersi cura delle unghie a casa?
La cura delle mani è un aspetto molto importante nella nostra vita quotidiana: insieme al volto, infatti, sono tra le prime parti del corpo a finire sotto lo sguardo delle persone. Per avere un’immagine curata, quindi, sarebbe bene dedicarsi regolarmente anche alla “manutenzione” delle mani, a partire da una regolazione costante delle unghie, le quali dovrebbero essere sempre al massimo della loro forma. Ma come fare una buona manicure – e una buona pedicure – a casa? Sicuramente il primo passo è avere a disposizione i giusti strumenti per le cura delle unghie. Come sappiamo, per regolare la lunghezza delle unghie di mani e piedi ci sono ben 4 strumenti differenti, ognuna con caratteristiche proprie, vantaggi e svantaggi.
Cura delle unghie: quali strumenti usare?
- Forbicine: il primo e più immediato strumento per prendersi cura delle unghie è costituito dalle classiche forbicine. Si tratta più nello specifico di forbici di dimensioni piuttosto ridotte: in luogo delle normali lame lunghe e dritte, le forbicine per le unghie presentano due lame leggermente ricurve, così da rendere più semplice il taglio armonioso delle unghie. Sicuramente dalla loro le forbicine per il taglio delle unghie hanno la grande semplicità di utilizzo: non serve essere un estetista per essere in grado di usare correttamente questi strumenti. Va però detto che le forbicine non brillano quanto a precisione, e che dunque necessitano di una mano ferma per fare un buon lavoro.
- Tagliaunghie: leggermente meno intuitivi da utilizzare rispetto alle forbicine sono i tagliaunghie. Si tratta di uno strumento a forma di pinza, il quale presenta nella sua estremità anteriore due lame che, nella posizione di riposo, restano sempre aperte. Per azionare il tagliunghie è necessario schiacciarlo con le dita, in modo da far avvicinare e quindi incontrare le due piccole lame. Nella maggior parte dei casi i tagliaunghie presentano un secondo accessorio, ovvero una piccola lima estraibile per finire il lavoro. I vantaggi del tagliaunghie sono l’incombro minimo, nonché l’effettiva sicurezza: si parla infatti di lame molto piccole, non particolarmente taglienti, che non espongono le nostre mani a tagli casuali. Va però detto che i tagliaunghie spesso più che tagliare l’unghia finiscono per “strapparla”, soprattutto se non utilizzati nel modo giusto. Nemmeno questi, inoltre, brillano per precisione, non lavorando al meglio quando si tratta di rifinire delle unghie già corte.
- Tronchesino: quando ci si reca in uno studio d’estetiste per una manicure professionale tendenzialmente non si vede utilizzare un tagliaunghie, quanto invece un tronchesino. Si tratta di uno speciale tipo di forbici per unghie, che presenta una struttura molto solida e delle lame estremamente corte. Il vantaggio qui è quello di avere un controllo assoluto e una grande precisione, nonché di poter eventualmente usare il tronchesino per unghie anche per eliminare in modo piuttosto efficace eventuali cuticole (cosa che risulta difficile o persino impossibile nel caso dei classici tagliaunghie). L’utilizzo del tronchesino richiede però un po’ di pazienza e di dimestichezza, ed è probabilmente per questo che viene utilizzato soprattutto in campo professionale.
- Lima: in realtà il migliore metodo per prendersi cura delle unghie sarebbe quello di utilizzare una lima per unghie. Di certo questo strumento presuppone una cura più frequente e paziende delle unghie, ma dà grandi vantaggi in termini di precisione nonché, soprattutto, di benessere delle unghie, che subiscono meno lo stress tipico degli strumenti sopra esposti.
Calzature e sostenibilità: ecco come avere scarpe green
Qualche consiglio per ridurre l’impatto ambientale delle nostre scarpe
C’è bisogno estremo di maggiore sostenibilità, in ogni campo. Dobbiamo stare attenti a inquinare di meno quando ci spostiamo, preferendo dei mezzi a impatto ambientale minore, come per esempio il treno o le automobili elettriche. Dobbiamo sprecare il meno possibile, ponendo più attenzione al momento degli acquisti. E ancora, dobbiamo usare con buon senso riscaldamento e aria condizionata, dobbiamo evitare di rivolgersi ai marchi del fast fashion acquistando capi d’abbigliamento prodotti in modo inquinante e destinati a durare poco. Insomma, ci vuole davvero più sostenibilità, in ogni aspetto del nostro quotidiano. Anche per quanto riguarda la scelta e nella gestione delle nostre calzature: ecco come avere delle scarpe green.
Comprare scarpe resistenti e di qualità
Per prima cosa, per avere coniugare sostenibilità, dovremmo impegnarci per acquistare un numero minore di scarpe, sapendo che ogni processo di produzione comporta un certo livello di inquinamento. Ecco che allora, per abbassare l’impatto ambientale legato alle nostre calzature, dovremmo acquistare scarpe di qualità, destinate a durare a lungo. Questo vuol dire per esempio acquistare un solo paio di scarpe di ginnastica l’anno anziché due, andando a spendere però qualcosina di più per quell’unico paio, che durerà più a lungo. Questo è il primo passo per avere delle scarpee green!
Scarpe green: preferire produttori sostenibili
Il secondo passaggio, magari leggermente più difficile ma tutt’altro che impossibile, è quello di scegliere delle calzature che siano già di per sé, al momento della produzione, delle scarpe green. Pensiamo quindi a tutti quei produttori che hanno lavorato nel tempo per rendere la propria filiera e le proprie attività più sostenibili. E di certo non mancano: ci sono produttori di scarpe come Womsh, Ecoalf e Giessewein che si contraddistinguono proprio per l’elevata sostenibilità delle calzature portate sul mercato. Di volta in volta vengono usati materiali riciclati o sostenibili. Ci sono poi marchi ancora più conosciuti che proprongono delle collezioni ambientalmente ed eticamente sostenibili: pensiamo agli stivaletti vegani di Dr. Martens, alle Timberland fatte con pelle da concerie certificate, alle scarpe di Stella McCartney, agli alti standard ambientali degli stivali Blundstone, e via dicendo.
Una buona manutenzione delle scarpe green
Una volta acquistate le scarpe green, la palla passa a noi, che dobbiamo fare in modo di farle durare il più possibile con una buona cura. Ecco che allora diventa importante pulirle frequentemente usando i migliori prodotti per la pulizia delle scarpe, scegliendo di volta in volta saponi e lucidi per pelle o tessuti. Aiuta parecchio inoltre pretrattare le scarpe con uno spray impermeabilizzante, nonché riporle correttamente nella scarpiera, utilizzando in caso dei tendiscarpe per mantenere correttamente tesa la tomaia.
Rivolgersi al calzolaio quando necessario
Di certo, per fare durare di più le scarpe, ci sono tante operazioni “straordinarie” da mettere in campo. Pensiamo per esempio all’uso di vernici per scarpe per dare nuovo smalto alla tomaia. O, in caso di bisogno, alla sostituzione di un tacco o di una suola, o ancora, alla sostituzione della soletta interna. Tutte le volte in cui pensiamo di essere di fronte a un’operazione che richiede delle competenze specialistiche, nel caso di scarpe comode e di valore, vale certamente la pena rivolgersi a un calzolaio: ci aiuterà a rimettere a nuovo le nostre scarpe, senza spingerci a comprarne un paio nuovo!
Quanti calzolai ci sono in Italia
Quante botteghe di calzolai ci sono nel nostro paese?
Li avevano dati per spacciati. Sono tanti i mestieri che negli ultimi decenni si sono avvicinati all’estinzione: molti sono effettivamente spariti dai radar, mentre altri continuano a resistere con un numero limitato di botteghe, di artigiani e di professionisti. E sì, i calzolai erano sicuramente tra questi: in pochi avrebbero scommesso sulla sopravvivenza di questa professione, immaginando che nel 2023 gli artigiani rimasti attivi in Italia si sarebbero potuti contare praticamente sulle dita. Le cose però, per fortuna, sono andate diversamente. Un po’ per un piccolo miglioramento culturale, un po’ per una maggiore voglia di sostenibilità – contro l’usa e getta delle scarpe – un po’ perché c’è una voglia sempre maggiore di personalizzare le proprie calzature. E un po’ anche perché, come vedremo tra poco, il mestiere del calzolaio si è evoluto parecchio nel tempo: oggi l’artigiano delle scarpe è lontano anni luce dalla figura del suscià o del lustrascarpe, riscoprendo una seconda giovinezza tutta particolare. Ma passiamo ai numeri: quanti calzolai ci sono in Italia attualmente?
Quanti calzolai ci sono in Italia
Un tempo praticamente tutti conoscevano un calzolaio, un professionista che talvolta, soprattutto nei piccoli paesi, si occupava anche di altre cose. Poi trovare un calzolaio è stato via via sempre più difficile, fino ad arrivare a temerne l’estinzione. E oggi, quanti calzolai ci sono in Italia? Non pochi: l’albo delle Camere di Commercio in Italia ci dice che in Italia ci sono quasi 3.900 imprese di calzolai. Insomma, un mestiere in rinascita. Nel solo Veneto si contano circa 334 aziende che offrono servizi in questo campo, mentre in Sardegna, per dire, ce ne sono poco più di 90. Insomma, non numeri enormi, ma nemmeno cifre che non fanno pensare all’estinzione dei calzolai. Anche perché come si diceva il calzolaio si è re-inventato: una decina di anni fa è per esempio nata l’Associazione italiana ufficiale dei calzolai, aderente a Confartigianato nazionale, ovvero Calzolai 2.0. E gli iscritti sono oltre 460. A sottolineare che non si tratta esclusivamente di un mestiere per anziani sono i numeri sulle età di questi artigiani: solamente l’8,7% ha più di 60 anni, laddove i 37,9% ha tra i 50 e i 60 anni, il 30,9% tra i 40 e i 49, e ben il 22,5% ha meno di 40 anni.
Davanti a questi numeri, e di fronte all’evidente bisogno di calzolai di qualità da parte del pubblico, una cordata di enti veneti e non solo si sta muovendo per lanciare una vera e propria Scuola di formazione nazionale per Calzolai. Ma cosa fanno al giorno d’oggi i calzolai?
Il nuovo modo di fare il calzolaio
Visto quanti calzolai ci sono in Italia, vediamo cosa fanno. Ovviamente le attività sono le più diverse. Certo, si continua a cambiare i tacchi rotti o consumati, si continua ad allargare le scarpe dei clienti che accusano dolori o vesciche. Ma non solo: il calzolaio è disponibile a rinnovare le calzature usando tinture per pelle, è pronto a cambiare dle vecchie cerniere sulle giacche in pelle, a riparare le valige, e via dicendo. É sempre più frequente inoltre la richiesta di interventi per la personalizzazione delle scarpe, da chi domanda una suola colorata a chi vuole, per esempio, l’aggiunta di borchie. Non mancano poi i calzolai che, utilizzando l’uso del foot-scanner, riescono a offrire il servizio di realizzazione scarpe su misura, anche da remoto.
Ammorbidire e rigenerare il cuoio: ecco come
Vediamo come prenderci cura degli oggetti in cuoio, per farli tornare al loro splendore
Praticamente tutti abbiamo degli accessori in cuoio in casa. Pensiamo a chi possiede poltrone o divani rivestiti con questo materiale, o a chi presenta delle sedie con il cuscino i dettagli rivestiti di pelle. Ma sicuramente il cuoio è presente anche e soprattutto nella scarpiera, tra scarpe eleganti e stivaletti, per non parlare del guardaroba, dove abbonda tra giacche, borsette e cinture. E ancora, sono spesso di cuoio i nostri portafogli, i nostri portachiavi, i nostri bracciali e via dicendo. Insomma, il cuoio è un materiale molto presente nella nostra quotidianità. Per molti motivi: perché è resistente, perché è esteticamente appagante, perché presenta un indubbio valore intrinseco, perché è molto versatile, perché è piacevole al tatto, e perché non presenta una manutenzione particolarmente difficile. Questo non vuol dire però che gli oggetti in vera pelle che abbiamo in casa e che indossiamo non necessitino affatto di cure. No, per mantenere il cuoio bello nel tempo è necessario pulirlo di frequente e, di tanto in tanto, sottoporlo a delle vere e proprie sedute straordinarie di manutenzione: oggi vedremo quindi come ammorbidire e rigenerare il cuoio degli oggetti e degli accessori che abbiamo in casa.
Pulire: via polvere e macchie
Prima di ammorbidire e rigenerare il cuoio è necessario sottoporlo una pulizia completa. Devi sapere che i nemici principali della vera pelle sono l’acqua e la polvere, in questo ordine. Prima di tutto devi quindi evitare di bagnare i tuoi oggetti in cuoio, sia nella vita normale che durante la loro pulizia. L’acqua, oltre a lasciare fastidiosi aloni, finisce infatti per rovinare la pelle, che se sottoposta a umidità eccessiva finisce poi per screpolarsi e perdere tono. In secondo luogo, è bene togliere la polvere dal cuoio frequentemente. Del resto è facile e veloce: basta prendere un panno morbido e pulito, o ancora meglio un panno elettrostatico, e passarlo sull’intera superficie in cuoio, sia essa un cinturino di un orologio elegante o il rivestimento di un grande divano a 4 posti.
Mentre si rimuove la polvere dal cuoio è bene approfittarne per individuare eventuali macchie: sarà possibile provare a rimuoverle con un po’ di sapone per cuoio oppure, se particolarmente ostinate, usando uno smacchiatore per cuoio. Il consiglio in questo caso è quello di usare il prodotto prima su una parte nascosta, per assicurarsi che non ci siano reazioni esteticamente poco gradevoli, per poi andare a smacchiare nel concreto la macchia.
Ammorbidire e rigenerare il cuoio
Pulito il cuoio, è il momento di mettersi all’opera per farlo tornare giovane, morbido e bello. Come ammorbidire e rigenerare il cuoio senza fare danni? Nel nostro e-commerce di prodotti per la cura delle scarpe e degli accessori in vera pelle ci sono diverse creme per rigenerare il cuoio, a partire dai vari rinnovatori per pelle liscia, i quali nutrono, rinnovano e lucidano la pelle. Va detto che questo prodotti sono presenti nelle versioni neutre o colorate, per ridare cromaticità al cuoio. Un ottimo modo per mantenere giovani gli oggetti in cuoio è quello di pulirli frequentemente con un sapone professionale per oggetti in pelle, tipicamente a base di glicerina o di cera d’api: in questo modo la bellezza del cuoio resterà intatta nel tempo, con un impegno davvero minimo.
Matrimonio: allacciare le scarpe da sposo
Vediamo quali sono i noti classici per allacciare le scarpe dello sposo il giorno del matrimonio
Il giorno del matrimonio, si sa, tutto deve essere perfetto. E se l’attenzione cade tradizionalmente sull’abito della sposa, anche quello dello sposo dovrebbe essere impeccabile. Ecco che allora l’aggiustatina del sarto è praticamente di rigore, affinché l’abito scelto possa cadere a pennello, qualsiasi sia lo stile scelto. E di certo la cura delle scarpe non deve essere di meno. Solitamente la scelta cade sulle classiche stringate eleganti modello Oxford, tendenzialmente in pelle nera e perfettamente tirate a lucido prima della cerimonia con un abile lavoro di spazzole e lucido per scarpe. Al momento di indossarle, però, potrebbe arrivare un dubbio dell’ultimo secondo: quale nodo fare? Vediamo come allacciare le scarpe da sposo per un outfit davvero perfetto.
Scarpe da matrimonio: quali lacci per le scarpe
Tendenzialmente, chi acquista un paio di scarpe stringate eleganti di qualità le troverà già perfettamente abbinate a delle stringhe per scarpe adatte. In caso di dubbi o di sostituzione, in linea di massima i lacci perfetti per delle scarpe in pelle nera basse per la cerimonia sono dei lacci in cotone cerato, tondi, con uno spessore da 2 millimetri o poco più. Parliamo quindi di stringhe sottili, che si prestano a diversi tipi di nodi.
Come allacciare le scarpe da sposo
Partendo dal presupposto per cui il giorno del matrimonio assolutamente nulla deve essere fuori posto, vale la pena allenarsi nei giorni precedenti con i principali nodi per scarpe eleganti, per arrivare al momento x sapendo allacciare le scarpe da sposo in modo perfetto.
Chi vuole andare sul classico e sul semplice opterà ovviamente per il tradizionale doppio nodo, fatto però stretto, senza avere “orecchie” smisurate alle scarpe. Questo nodo, facile e veloce da fare perfettamente parallelo e piccolo, assicura un’allacciatura elegante e sicura, avendo un giro di sicurezza che “blocca” i lacci delle scarpe. Insomma, l’opzione che va per la maggiore, senza possibili problemi, e che permette di arrivare fino a sera senza più pensare ai lacci delle scarpe.
E chi invece vuole qualcosa di più originale? Si può optare per un nodo ispirato dal mondo della nautica, ovvero dal nodo per scarpe Barrel, che anziché fermare le stringhe al centro va a bloccarle direttamente a livello dei fori. Il risultato è assolutamente “diverso”, e permetterà di attirare gli sguardi sulle proprie scarpe. Sicuramente un fotografo attento non mancherà di scattare una foto a questa allacciatura particolare!
I must have per la pulizia delle scarpe
Vediamo i prodotti per pulire le scarpe che non dovrebbero mai mancare
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Stile total black: le regole, a partire dalle scarpe
Vediamo le regole per non sbagliare con lo stile total black, con un’attenzione particolare per le scarpe
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Allacciare le scarpe in base alla forma del piede
Non tutti devono allacciare le scarpe nello stesso modo: ecco qualche dritta, in base alla forma del piede
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Come pulire un portafoglio in pelle
Vediamo come affrontare la pulizia di un portafoglio in pelle, sia liscia che scamosciata
Un oggetto che portiamo sempre con noi, e che praticamente non lasciamo mai a casa. Ci accompagna ovunque, dal lavoro allo shopping, dai ristoranti fino alle passeggiate al parco. E ovviamente durante la giornata lo tocchiamo tantissime volte, lo appoggiamo sul balcone del bar o sulla scrivania dell’ufficio. Ma soprattutto al suo interno inseriamo tante cose che di certo non possono dirsi pulite. Pensiamo alle banconote, che prima di arrivare nel nostro portafoglio sono talvolta passate per decine o centinaia di mani e di altrettanti portafogli. E lo stesso discorso vale per le monete, per non parlare delle tessere bancomat o delle carte di credito, che vengono inserite e strisciate lì dove si trovano a passare centinaia di altre tessere. E ancora, la maggior parte degli uomini tiene il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni, che spesso non prevede una chiusura totale. Insomma, che i portafogli finiscano per essere parecchio sporchi e non particolarmente igienici è un dato di fatto. Allo sporco va poi sommato lo stress che questi oggetti ricevono: aperti e chiusi migliaia di volte, tirati per un angolo, schiacciati, riempiti all’inverosimile, e via dicendo. Molto meglio quindi imparare a prendercene cura, per farli durare più a lungo e per una questione di igiene. Ma come pulire un portafoglio in pelle in modo soddisfacente, senza rischiare di fare danni?
Come pulire un portafoglio in pelle liscia
Per pulire un portafoglio in pelle si inizia semplicemente svuotandolo. Così facendo peraltro potremmo eliminare tutto quello che occupa spazio inutilmente e che, altrettanto inutilmente, gonfia e deforma le tasche in pelle. Via scontrini inutili, via biglietti da visita che non usiamo, via tessere che usiamo solamente una volta l’anno. Una volta svuotate tutte le tasche, togliamo tutto lo sporco superficiale che si è depositato nei vari scompartimenti: potrebbe essere utile a questo scopo soffiare un po’ di aria all’interno delle tasche, usando per esempio un phon con aria fredda. Per eliminare lo sporco presente nelle fessure può inoltre essere utile armarsi di un pennellino pulito.
Ecco quando il portafoglio sarà vuoto e tutto lo sporco “facile” sarà stato eliminato, si potrà procedere alla pulizia vera e propria. Come è noto, la vera pelle mal sopporta l’acqua, che potrebbe lasciare aloni o persino andare a rovinare la pelle: armiamoci quindi di un sapone per cuoio e pelle liscia, da applicare con un batuffolino in modo omogeneo, per poter eliminare piccole macchiette, aloni e via dicendo. Se il detergente scelto non prevede già dei principi idratanti, è possibile rifinire la pulizia con una crema per cuoio idratante e nutriente, per dare nuova vitalità alla pelle. Solo nel caso di macchie ostinate, come per esempio di inchiostro o di caffè, sarà bene usare con attenzione un apposito smacchiatore per cuoio e pelle.
La pulizia di un portafoglio in pelle scamosciata
E se invece il nostro portafoglio fosse in pelle scamosciata? In questo caso, dopo avere pulito e “spolverato” il portafoglio, sarà possibile procedere con una gomma apposita per la pulizia della pelle scamosciata, e ultimare infine con della camoscina, ovvero con un rinnovatore per pelle in camoscio, che farà tornare il portafoglio come nuovo, o quasi.
Quali sono i calzini più caldi per l’inverno?
Come combattere il freddo ai piedi d’inverno? Ecco i calzini su cui puntare
C’è chi preferisce l’estate, e chi invece preferisce l’inverno. Per tanti motivi: per il Natale, per la neve, per le sciate, per i momenti passati davanti al fuoco acceso sorseggiando dell’ottima cioccolata calda, e via dicendo. Ma non si può certo dimenticare che la stagione fredda ha i suoi punti deboli, i quali sono per l’appunto tutti raccolti intorno alle sue tipiche temperature basse. Uscire di casa spesso diventa una vera impresa, soprattutto quando si è chiamati a restare all’esterno per parecchie ore: pensiamo a chi lavora all’esterno, a chi desidera fare un’escursione, a chi sta visitando una città, e via dicendo. In quei momenti, a soffrire di più sono spesso i nostri piedi, che vengono presi dalla morsa del gelo, rendendo quelle ore ben poco piacevoli. Ecco che allora la ricerca di molti è quella che punta ai calzini più caldi per l’inverno: ma quali sono effettivamente i modelli che promettono un maggior calore? Ecco qualche consiglio per acquistare dei calzini che possano effettivamente mantenere il piede al caldo, per il maggior tempo possibile.
Quali sono i calzini più caldi per l’inverno? I materiali
Cosa si cerca nei calzini più caldi per l’inverno? Ovviamente il fattore a cui si pensa è prima di tutto il calore, o meglio, la capacità delle calze di isolare il piede dalle temperature esterne. Su questo aspetto bisogna essere realistici: non esistono dei calzini che possono tenere sempre e comunque caldo. Dopo un certo punto, e in presenza di diversi fattori (temperature molto basse, molte ore al freddo, umidità, scarpe non adatte, movimento ridotto al minimo e via dicendo) si inizierà comunque ad avere freddo ai piedi. Ma sicuramente ci sono dei calzini più adatti degli altri, sapendo che però per tenere un piede al caldo il più possibile è necessario che i calzini siano anche traspiranti. Quindi, qual è il miglior materiale da questi punti di vista? Senza ombra di dubbio, parliamo della lana. Ecco che allora un ottimo alleato per l’inverno è la lana merino, che permette di avere piedi al caldo e asciutti, grazie alla sua capacità traspirante. Va peraltro detto che la lana merino è anche molto morbida e confortevole. Da tenere in alta considerazione è anche la lana di alpaca, la quale dalla sua ha una grande resistenza, e tende a infeltrirsi meno delle altre tipologie di lana. Ma attenzione: non è solamente una questione di calzini
Non solo calzini: altri suggerimenti per tenere i piedi al caldo
Per tenere i piedi al caldo anche nelle giornate più fredde non basta individuare i calzini più caldi per l’inverno. È necessario indossare le scarpe giuste, che siano quindi robuste e possibilmente alte, sia a livello di suola – per separare la pianta del piede dal terreno – sia a livello di caviglia – per non lasciare scoperto lo spazio tra i pantaloni e la scarpa. Non è tutto qui: per essere caldo il piede deve essere anche asciutto, quindi può essere prezioso ricordarsi di usare un buon spray impermeabilizzante per scarpe. E per essere sicuri di fare tutto il necessario per tenere i piedi al caldo, può essere senz’altro utile inserire nelle scarpe delle comode e calde solette invernali, realizzate in lana o in pile. Infine, ricorda: le scarpe non devono essere troppo strette, è sempre bene tenere una sottile “intercapedine” di aria, che possa aiutare a isolare l’interno dell’esterno!
Freddo ai piedi? Ecco come tenerli caldi
Come tenere i piedi al caldo durante l’inverno? Ecco qualche consiglio
Ci sono dei disturbi che possono aumentare la sensazione di freddo ai piedi: si parla della circolazione del sangue, di un malfunzionamento della tiroide, del diabete, e via dicendo. Ma non c’è niente da fare: quando stiamo parecchio al freddo, senza prendere le giuste precauzioni, tutti possiamo soffrire di freddo ai piedi. Ma possiamo sicuramente fare diverse cose per migliorare la situazione: ecco qualche consiglio!
Consigli per combattere il freddo ai piedi
- Scarpe pesanti ma traspiranti: prima di tutto, mettiamo nella scarpiera le scarpe estive, e incominciamo a indossare solo delle scarpe più pesanti, pensate cioè per essere indossate durante i mesi più freddi dell’anno. Le scarpe perfette sono pesanti ma allo stesso tempo traspiranti, per evitare di creare umidità all’interno della calzatura, che non farebbe altro che peggiorare la situazione. Le scarpe in pelle, in genere, sono ottime.
- Scarpe alte alla caviglia: al di là dei materiali, le migliori scarpe per combattere il freddo ai piedi sono quelle alte, che vanno quindi a proteggerci fino alla caviglia, o anche più in alto. In questo modo non permetteremo all’aria fredda di venire a contatto con i nostri piedi
- Le calze giuste: anche i calzini e le calze che scegliamo di indossare, ovviamente, hanno un ruolo importante nel mantenere i nostri piedi a una temperatura confortevole. Ecco che allora le calze devono avere uno spessore sufficiente, ma soprattutto devono essere fatte con dei materiali in grado di mantenere caldi i piedi: si parla di filati naturali, come per esempio la lana.
- Solette scarpe invernali: un prezioso aiuto per mantenere i piedi caldi è quello di sostituire la normale soletta delle scarpe con una soletta invernale. I migliori modelli sono realizzati per isolare il piede dalla suola e per riscaldare la sua pianta grazie a della lana o a del pile.
- Scarpe con suola alta: per combattere il freddo ai piedi è bene separare il più possibile la pianta dei nostri piedi dalle pavimentazioni fredde. Ecco che allora, in linea di massima, le scarpe con una suola alta risultano migliori rispetto a quelle con una suola bassa o raso terra.
- Spray impermeabilizzanti: di sicuro, per combattere il freddo ai piedi, dobbiamo fare del nostro meglio per mantenerli ben asciutti. Evitiamo quindi delle scarpe che si bagnano in fretta nelle giornate piovose e, in genere, trattiamo regolarmente tutte le nostre calzature con un buon spray impermeabilizzante, che aiuterà a creare una pellicola protettiva intorno alla tomaia. Questa, peraltro, permetterà di mantenere le scarpe pulite più a lungo!
- Scarpe non troppo strette: si potrebbe pensare che indossare delle scarpe aderenti, durante le giornate più fredde, possa essere una buona idea. In realtà non è esattamente così: molto meglio evitare la compressione del piede. Un po’ perché quest’ultima va a compromettere la normale circolazione del sangue, così da aumantere il freddo ai piedi e alle dita. Un po’ perché una sottile intercapedine d’aria tra il piede e la tomaia permette di isolare meglio il nostro corpo dall’esterno. Insomma, nel dubbio, meglio mezza taglia in più!
- Sostituire i calzini: quando dobbiamo restare all’esterno per parecchie ore, può essere utile portare con sé un paio di calzini di ricambio. In questo modo, dopo qualche ora, potremmo indossare un paio di calzini caldi e perfettamente asciutti. Il sollievo sarà immediato!
- Evitare di stare fermi al freddo: infine, una regola generale. Chi resta all’esterno nelle giornate fredde dovrebbe tenersi sempre in movimento, evitando di restare immobile a lungo. Meglio quindi continuare, come minimo, a fare dei piccoli passi.
Regalare delle scarpe per Natale? Quando sì e quando no
Regalare delle calzature è una buona idea oppure no?
Stress. In tanti casi, questa è la prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo ai regali di Natale. Non certo perché manchi la scelta, anzi. Uscendo di casa o con pochi click sui nostri browser è possibile acquistare davvero di tutto. Il problema è che nella maggior parte dei casi, tutti hanno già – quasi – tutto. E perché capire i gusti, i desideri, le necessità delle altre persone non è facile. E anche perchè, diciamolo, i budget non possono essere stempre stellari. Di certo quella di acquistare dell’abbigliamento può sembrare molto spesso un’ottima idea. Per il semplice fatto che tutti ci vestiamo, e tutti abbiamo bisogno di vestiti. E lo stesso discorso vale anche per le calzature. Ma aspetta… non esiste forse una certa superstizione intorno al fatto di regalare le scarpe? Proprio così: donare delle calzature potrebbe essere di cattivo auspicio, perché, si dice, potrebbe far allontanare le persone che le ricevono in regalo. Chi non è superstizioso può sicuramente trascurare questa leggenda, ma il dubbio rimane: quando regalare delle scarpe per Natale, e quando invece è meglio evitare?
Quando non regalare delle scarpe per Natale
C’è un sacco di situazioni in cui non è il caso di regalare delle scarpe a Natale. Prima di tutto, è meglio evitare quando si ha il dubbio che la persona in questione sia superstiziosa, per il motivo che abbiamo visto sopra. In secondo luogo, potrebbe essere un regalo ricevuto a denti stretti da chi non è per nulla interessato alla moda, o più in generale al mondo dei vestiti e degli accessori: chi non dà valore alle scarpe, infatti, non potrà accogliere con sincera felicità un dono di questo genere. E poi è da evitare questo dono quando non si conoscono quasi perfettamente le coordinate per acquistare un paio di scarpe che possano piacere alla persona in questione. Conosciamo il numero di scarpe che porta? Sappiamo quali sono i suoi gusti in fatto di scarpe? Sappiamo se ha già delle calzature di quel tipo?
Quando donare un paio di scarpe è un’ottima idea
Si capisce quindi che il cerchio delle persona a qui regalare delle scarpe per Natale non è poi così ampio. Ma alcune volte questo può essere un dono perfetto. Pensiamo alle persone che amano avere e sfoggiare sempre scarpe diverse, di qualità e alla moda. Pensiamo alle persone di cui conosciamo quasi perfettamente i gusti, e che magari abbiamo già sentito parlare di quel determinato paio di scarpe, di quel preciso brand. O forse a una persona che ama un certo tipo di sneakers, un certo marchio, o che magari ama vestirsi come una specifica star o un influencer di cui conosciamo il nome. Ecco, in quei casi – a patto di conoscere la misura, e di tenere in ogni caso lo scontrino per un eventuale cambio – regalare delle scarpe per Natale può essere certamente un’ottima idea!
Un’attenzione in più!
E se alle scarpe in dono aggiungessimo qualcosa in più, per dare un tocco di originalità al regalo? Chi regala delle sneakers o delle scarpe da ginnastica potrebbe includere nella confezione un deodorante per scarpe, così come regala degli stivali per l’inverno potrebbe avere l’attenzione in più di inserire una soletta calda in lana: un vero gesto d’amore! Se la persona alla quale regaliamo le scarpe è una persona distratta, invece, potremmo inserire nel pacco il necessario per prendersi cura delle scarpe: un lucido per le scarpe in pelle liscia, uno spray impermebilizzante per delle scarpe in pelle scamosciata, e via dicendo.
Scarpe scivolose: come evitare cadute
Hai paura di scivolare con le tue scarpe dalla suola liscia? Ecco qualche consiglio per avere più stabilità!
Siamo a dicembre, e inizia il periodo degli scivoloni. Perché? Perché l’umidità al suolo aumenta, e quando non si parla di pavimentazioni bagnate, si parla di sottili strati di ghiaccio, oppure di neve, o ancora peggio di fango: insomma, scivoloni in vista. Soprattutto se ai propri piedi ci sono non scarpe con una scuola ben intagliata, quanto invece calzature con la suola liscia, o quasi. Insomma, delle scarpe scivolose! Al di là dell’eventuale brutta figura di una caduta, o del fatto di ritrovarsi con il sedere a terra su delle pavimentazioni non perfettamente pulite – o per nulla – quello che è bene evitare è infortunasi per una banale caduta. Come evitare quindi le cadute, soprattutto in questo periodo? Vediamo qualche consiglio!
Scarpe scivolose: i nostri consigli per evitare cadute
- Usare scarpe con un buon grip: il primo discorso, banalmente, è quello di risolvere il problema monte, evitando insomma di usare dei mocassini o altre scarpe con una suola liscia su dei fondi scivolosi. Il che certo, non è sempre possibile: pensiamo per esempio a quelle occasioni in cui dobbiamo o vogliamo per forza mettere le stupende Oxford con suola liscia in cuoio, magari in un giorno di pioggia, o magari dopo una ghiacciata. In tutti gli altri casi, però, è bene optare per delle scarpe con una buona suola, che garantisca un minimo di grip.
- Strofinare un po’ di patata: bene, pensiamo a quello occasioni in cui, per esigenze formali o comunque di outfit, bisogna indossare delle scarpe scivolose, sapendo in anticipo di dover poi camminare su delle superfici non propriamente stabili. Pensiamo ai marciapiedi lisci, ai piazzali lastricati con marmi lisci, a scale scivolose, e via dicendo. Un rimedio della nonna, che non fa miracoli ma che un po’ aiuta, è quello di strofinare un po’ patata – dopo averla tagliata a fette – sulla suola della scarpa. Il suo amido aiuterà ad avere un po’ più di grip.
- Cambiare il tacco della scarpa: nel momento in cui ci rendiamo conto di usare spesso delle scarpe scivolose in giornate non particolarmente amichevoli, è forse il caso prendere in considerazione la sostituzione del tacco, montando qualcosa di più lavorato. Ovviamente in questo caso sarà necessario chiedere l’aiuto di un buon calzolaio.
- Carta vetrata: potrebbe sembrare un approccio un po’ duro, e in effetti un po’ lo è. Ma di fatto, quando compriamo delle scarpe nuove con la suola liscia, questa tende a essere davvero molto, molto liscia. Possiamo quindi “accelerare” un po’ l’usura di questa parte della scarpa e aumentare il grip andando a creare qualche “graffio” sulla suola, usando della carta abrasiva grossolana o una grattuggia. Andandoci leggeri, ovviamente!
- Lacca per capelli: ecco un altro rimedio fai da te che, pur non promettendo di risolvere completamente il problema, può aiutare almeno un po’. Anziché usare una patata, è possibile “trattare” la suola delle scarpe con della comune lacca per capelli. Quindi usiamo dello spray impermeabilizzante per la tomaia, e della lacca per la suola!
- Imparare a camminare sul ghiaccio: in un vecchio articolo del nostro blog avevamo spiegato come camminare sul ghiaccio per evitare cadute. La tecnica completa prevede di studiare il ghiaccio, di camminare un po’ come fanno i pinguini, di preferire i tratti cosparsi di ghiaia e via dicendo. Ti consigliamo di riprendere in mano quel vecchio post!
La cura delle scarpe è green: ecco perché
Prendersi cura delle scarpe permette di risparmiare e di non inquinare: vediamo perché e come
Come attaccare il cuoio? L’uso della colla Artiglio
Una guida all’uso della colla per cuoio e pellami
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Come si indossa la cintura da uomo?
Ecco qualche consiglio per non sbagliare mai in fatto di cinture da uomo!
Come pulire una cintura in pelle
Una guida per la pulizia della cintura in pelle, per lui e per lei
Come togliere le pieghe dalle scarpe in pelle
Scarpe stropicciate? Vediamo come rimuovere i segni delle pieghe dalle tue calzature in pelle!
Come pulire il cinturino in pelle dell’orologio
Vediamo come riportare a nuovo il cinturino in cuoio del tuo segnatempo
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Come scegliere le scarpe da palestra
Ti presentiamo una guida per la scelta delle migliori scarpe da palestra, per evitare fastidi e infortuni
Come scegliere le scarpe da palestra? Sono tantissimi gli italiani che frequentano in modo regolare palestre e centri per il fitness. E se in tanti lo fanno in modo assolutamente corretto, con un programma regolare, con l’abbigliamento e l’attrezzatura giusta e con il supporto almeno iniziale di un personal trainer, tanti altri lo fanno in modo più distratto. Si parla di chi frequenta la palestra in modo irregolare, di chi non segue una scaletta programmata di esercizi, di chi non ha mai richiesto nemmeno l’introduzione di un personal trainer, e di chi non si presenta in palestra vestito nel modo giusto. Il problema maggiore è per l’appunto quello relativo alle calzature: molte persone utilizzano scarpe non pensate per l’utilizzo in palestra, aumentando la probabilità di avere problemi ai piedi, alle ginocchia o alla schiena. Come scegliere quindi le scarpe da palestra? Vediamolo insieme.
Le scarpe da running non sono fatte per la palestra
Il primo errore fatto da molti nello scegliere le scarpe da palestra è quello di utilizzare direttamente le scarpe da running, quelle cioè pensate per correre all’esterno. Certo, meglio le scarpe da corsa che delle semplici sneakers per l’uso quotidiano. Ma va detto che le calzature da running hanno dei rinforzi e delle strutture pensate proprio per la corsa, non essendo invece adatte per dare aderenza durante il sollevamento pesi, e lasciando solitamente molto spazio alle dita dei piedi (cosa che non si dovrebbe fare in palestra). Molto meglio quindi acquistare delle scarpe da usare solamente nei centri fitness.
Come scegliere le scarpe da palestra? Le caratteristiche fondamentali
Vediamo come dovrebbero essere le scarpe da palestra:
- Devono essere comode, e quindi della taglia giusta, per non avere a che fare con vesciche e abrasioni (che potrebbero aumentare nel caso di esercizi fatti su tapis roulant o sull’ellittica);
- Devono essere antiscivolo, con una suola con una buona aderenza ma allo stesso tempo elastica, non eccessivamente rigida;
- Devono avere dei buoni supporti per caviglia e sul tallone;
- Devono avere una buona tomaia, per ridurre i danni in casi di caduta accidentale degli attrezzi e dei pesi.
Come si può vedere, le scarpe da palestra differiscono in modo importante sia dalle calzature per il tempo libero, sia da quelle pensate per la corsa outdoor.
Le varie tipologie di scarpe da palestra
Chi frequenta un centro fitness per fare una vasta gamma di esercizi dovrà prendere delle scarpe da palestra per un utilizzo generale, tipicamente da cross training. Chi invece si concentra su determinati esercizi o su specifiche discipline potrà optare per delle calzature più specifiche. In commercio esistono per esempio delle scarpe da palestra pensate appositamente per il sollevamento pesi, con talloni rialzati – ottimi per gli squat – e robuste. Ci sono poi calzature leggere per le lezioni di gruppo, scarpe leggerissime per il pilates, e via dicendo.
La manutenzione delle calzature per il fitness
Essendo utilizzate in un ambiente pulito e asciutto, le scarpe da palestra non abbisognano di pulizie eccessiva della tomaia. Ma è bene comunque di tanto in tanto pulirle per eliminare la polvere. Fondamentale è invece usare regolarmente il deodorante per scarpe: in queste scarpe si suda parecchio, e nessuno vuole ritrovarsi con delle scarpe puzzolenti che appestano l’intero borsone da palestra – per non parlare del disagio nell’estrarle negli spogliatoi. Molto meglio usare dei deodoranti appositi, e ricordarsi di lasciare quando possibile la calzature da fitness all’aria.
Scarpe da trekking impermeabilizzate, sempre: come e perché
Come, perché e quando impermeabilizzare le scarpe da trekking? Ecco una guida per camminatori
Non ci si vorrebbe mai disfare di un buon paio di scarpe da trekking. Questo perché gli scarponi da montagna, con il tempo, diventano fedeli compagni di viaggio. Sulle prime, molte volte, c’è un po’ di diffidenza, con questa calzature che di solito fanno un po’ di male durante le uscite. Ma poi – eventualmente con l’ausilio di un allargascarpe – gli scarponi smettono di fare male, per diventare perfino comodi e, con il tempo, difficilmente sostituibili. Oggi vedremo un passaggio chiave della cura di queste scarpe, ovvero vedremo come avere delle scarpe da trekking impermeabilizzate. Ma non è tutto qui: vedremo anche perché impermeabilizzare le scarpe da montagna e quando farlo.
Scarpe da trekking impermeabilizzate, perché?
Ci sono tanti motivi che dovrebbero spingere verso la decisione di avere sempre delle scarpe da trekking impermeabilizzate con degli appositi prodotti per scarpe. In primo luogo, va detto che gli scarponi da montagna, quelli buoni, tendono a costare parecchio. Questo perché sono fatti con materiali di grandi qualità: pensiamo agli scarponi con tomaia in pellame pieno fiore, a quelli con il pellame nabuk, o le scarpe da montagna in crosta. Ci sono poi le suole di alta qualità, con un ottimo grip, le rifiniture, i sistemi di chiusura e via dicendo. Ecco allora che, una volta fatto questo investimento, vale la pena curare con attenzione le scarpe da trekking: questo significa pulirle regolarmente con saponi per scarpe, lasciarli all’aria dopo ogni utilizzo e, per l’appunto, impermeabilizzarle al momento giusto. In questo modo sarà più facile tenere i piedi asciutti durante un escursione con tempo instabile, sulla neve o su terreno bagnato, e sarà più comodo anche tenere la tomaia pulita. Perché, va sempre sottolineato, le scarpe da trekking impermeabilizzate con lo spray apposito sono protette da una sottilissima pellicola, che impedisce allo sporco di “aggrapparsi” sulla tomaia. Le scarpe da escursionismo in questo comodo restano pulite più lungo, e durano di più nel tempo.
Quando impermeabilizzare le scarpe da montagna?
C’è un modo estremamente semplice per capire se le proprie scarpe da trekking hanno bisogno di essere impermeabilizzate. Basterà prendere una mezza tazzina d’acqua e versarla sulla punta della scarpa: se il liquido scorrerà sulla tomaia e creerà delle goccioline, senza quindi entrare nel pellame, vorrà dire che l’impermeabilizzazione è sufficiente: se invece non si comporterà in questo modo, sarà bene procedere con lo spray per impermeabilizzare le scarpe. Nella maggior parte dei casi, durante il primo periodo di utilizzo, non è assolutamente necessario usare lo spray impermeabilizzante. I marchi produttori, infatti, applicano quasi sempre una finitura apposita, che tende a durare per diversi utilizzi prima di venire meno
Come applicare lo spray impermeabilizzante sulle scarpe da montagna?
Abbiamo visto perché è bene avere delle scarpe da trekking impermeabilizzate e quando effettuare il trattamento: ora vediamo come usare lo spray impermeabilizzante sui nostri scarponi! Prima di tutto si procederà ovviamente con una pulizia attenta della tomaia, per avere la certezza di eliminare polveri, sporcizie e macchie di sporco. A quel punto si potrà procedere con l’applicazione dello spray impermeabilizzante per scarpe, che deve essere spruzzato in modo omogeneo su tutta la tomaia. Certi prodotti permettono di usare le scarpe da trekking impermeabilizzate già dopo pochi secondi, altri richiedono invece fino a 20 o 30 minuti per l’asciugatura.
Come usare lo spray impermeabilizzante per scarpe nel modo giusto
Una guida per l’utilizzo corretto dei prodotti impermeabilizzanti per scarpe
Tutti in casa hanno spazzole per scarpe, lucidi per scarpe in pelle liscia e saponi per pulire le scarpe. Non tutti, però, hanno uno spray impermeabilizzante per scarpe pronto all’uso. E questo è un vero peccato, perché questo semplice ed economico prodotto può fare la differenza nella cura, nella pulizia e nella comodità delle nostre calzature, dalle scarpe eleganti alle scarpe che utilizziamo, per esempio, per fare dei trekking in mezzo alla natura. Utilizzando in modo corretto e regolare lo spray per impermeabilizzare le calzature è infatti possibile creare una protezione esterna che, oltre a mantenere lontana l’acqua, ci aiuterà a mantenere una tomaia più pulita, più resistente e più bella. Vediamo quindi come usare lo spray impermeabilizzante senza fare errori!
Prima di usare lo spray per impermeabilizzare le nostre scarpe
Lo spray per impermeabilizzare le scarpe può essere messo in pochi secondi: si tratta di un’operazione velocissima. Prima di procedere con la nebulizzazione sulla nostra tomaia, però, è bene preparare le scarpe. Sarebbe infatti in buona parte inutile, e soprattutto insensato, usare questa tipologia di prodotti su delle calzature sporche. Ecco allora che prima di tutto andremo a pulire le calzature, siano essere delle eleganti scarpe in pelle lisca, siano esse degli scarponcini da trekking. Andremo quindi a usare eventualmente un detergente per togliere le macchie, ed eventualmente a passare del lucido nel caso di scarpe in pelle liscia. Solo quando le scarpe saranno pulite e asciutte sarà possibile usare lo spray impermeabilizzante nel modo corretto.
Come usare lo spray impermeabilizzante per scarpe nel modo corretto
Una volta pulite le scarpe, possiamo passare all’applicazione dello spray impermeabilizzante. Va detto che questi prodotti non sono tutti uguali. Esistono infatti degli spray che sono pensati squisitamente per le scarpe in pelle scamosciata – giacché questo tipo di pelle, più di ogni altra, può trarre beneficio da tale protezione, odiando in modo particolare l’acqua, l’umidità e lo sporco. Altri, invece, sono da considerarsi come degli impermeabilizzanti per scarpe universali.
Assicurati di avere il prodotto giusto, infiliamo una mano nella scarpa, così da poterla manovrare velocemente e in modo agevole. Con l’altra, mantenendosi a una certa distanza dalla scarpa – per poter diffondere in modo corretto la sostanza che creerà una pellicola protettiva – distribuiamo in modo omogeneo lo spray sulla tomaia. Non sarà necessario né spazzolare, né stendere con un panno. Sarà bene invece, prima di indossare le scarpe, dare allo spray un po’ di tempo per depositarsi e asciugarsi. Nella maggior parte dei casi si parla di spray quasi istantanei, che permettono l’utilizzo delle scarpe dopo pochi minuti.
Perché è importante impermeabilizzare la tomaia delle calzature
Non ci sono dubbi: lo scopo principale dell’usare lo spray impermeabilizzante per scarpe nel modo giusto è quello di rendere la tomaia delle calzature resistente all’acqua. Questo vuol dire che, se esposte a della pioggia, le scarpe lasceranno “scorrere” le gocce d’acqua, senza che queste riescano a depositarsi dentro la tomaia stessa. Sarà così più probabile mantenere scarpe e piedi asciutti. Ma non è tutto qui: così come questa pellicola protettiva tiene lontana l’acqua, riesce a fare altrettanto anche con lo sporco. Parliamo di polvere, di fango, di macchie di caffè e via dicendo. Usare lo spray impermeabilizzante per scarpe vuol dire quindi mantenere le calzature più pulite, e riuscire poi a pulire più facilmente. Così facendo, peraltro, la tomaia – soprattutto quella in pelle liscia e in pelle di camoscio – resta bella e in salute più a lungo, senza aloni, senza pieghe, senza scolorimenti.
Scegliere la scarpa elegante da uomo: le regole (seconda parte)
Eccoci con la seconda parte della guida per scegliere la scarpa elegante da uomo: buona lettura!
La scorsa settimana abbiamo iniziato con la prima parte di una guida per scegliere la scarpa elegante da uomo. Oggi continuiamo con la seconda parte, ricordando brevemente quelli che sono i fattori da tenere in considerazione visti nella prima puntata: abbiamo già parlato della necessità di pensare all’outfit con cui verranno abbinate le scarpe; ai principali modelli considerati universalmente eleganti; al colore delle scarpe; all’attenzione da porre nella scelta della taglia che, considerando il prezzo delle scarpe eleganti da uomo, deve essere perfetta (aiutandosi eventualmente con un allargascarpe in legno); della comodità, per poter indossare le calzature con pieno agio; e infine del tipo di suola, che non dovrebbe essere troppo spessa. Vediamo quali sono gli altri elementi a cui pensare per scegliere la scarpa elegante da uomo!
Scegliere la scarpa elegante da uomo: le regole da tenere a mente
- L’età: il fattore età deve essere tenuto in considerazione nello scegliere la scarpa elegante da uomo. Certo, è vero che i grandi classici possono andare bene per qualsiasi età, in linea generale. In molti casi, quindi, la medesima scarpa può essere indossata da un giovanotto come da un signore in là con gli anni. Ma non sempre. In linea di massima, sarebbe bene prendere in considerazione delle scarpe con giochi stilistici e tagli audaci solo in giovane età, così come i colori più coraggiosi sono per lo più pensati per gli under 40. Va peraltro detto che i giovanotti possono pensare di tanto in tanto – in situazioni non eccessivamente formali – di fare sfoggio di sneakers, e non delle classiche scarpe in pelle. Tutto questo andrebbe invece limitato al massimo con il passare degli anni, mantenendosi su modelli di scarpa più classici e consolidati.
- Pelle liscia o scamosciata: la scarpa elegante è da sempre in pelle. Ma non esiste solamente un tipo di pelle: la grande divisione è quella tra pelle liscia e pelle in camoscio. Se è vero che con le scarpe in pelle liscia non si sbaglia davvero mai, è bene sottolineare che le scarpe in pelle scamosciata sono da indossare solamente nei mesi freddi, con l’abbinamento perfetto che prevede abiti realizzati con tessuti pettinati fini, dalle flanelle ai velluti. Va poi sottolineato che le scarpe in pelle scamosciata possono essere leggermente più difficili da pulire, e che abbisognano di appositi prodotti per la pulizia della pelle scamosciata.
- Le Oxford: passiamo ora all’analisi dei modelli principali di scarpe eleganti da uomo. Le Oxford sono probabilmente la prima scelta quando si tratta di eleganza, e possiamo dire che non sono mai sbagliate. È però possibile variare pur restando in questo campo ristretto, optando per una Oxford completamente liscia e lucidata a specchio nel caso di uno smoking classico, e per una Oxford brogue o full brogue – quindi decorata con i caratteristici fori – in occasioni leggermente meno formali, con abiti da viaggio. L’half brogue rappresenta il compromesso.
- Le Derby: eleganti ma non quanto le Oxford, le Derby danno il meglio con l’abbigliamento meno formale, con la versione liscia che si abbina con un abito casual. Nel caso del modello con fibbia è possibile osare di più con l’eleganza.
- Le Loafer: scelta da tenere in considerazione solo durante i mesi più caldi, il mocassino può essere indossato sia con outfit formali che sportivi. Attenzione: i modelli pump verniciati sono pensati per completare outfit in stile anni Trenta.
- La manutenzione: chiudiamo ricordando che le scarpe eleganti in pelle meritano – anzi, richiedono – una pulizia attenta, ancor di più quando si parla di calzature che si usano saltuariamente, e che passano gran parte della loro vita dismesse. Obbligatorio quindi munirsi di detergente per scarpe in pelle, di spazzole e lucidi per scarpe in pelle e, per essere sicuri, di tendiscarpe.
Scegliere la scarpa elegante da uomo: le regole (prima parte)
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Scegliere portafoglio per lei
Come scegliere il portafoglio giusto da donna? Ecco le caratteristiche da prendere in considerazione
Qualche settimana fa abbiamo visto come scegliere il portafoglio da uomo. Ora è venuto il momento di guardare all’altra metà del cielo, ovvero alle donne: come scegliere il portafoglio per lei? Pur sempre di un cruciale oggetto di uso quotidiano si parla. Le funzioni che vengono richieste a un portafoglio sono sempre le stesse, anche se va detto che l’universo maschile e quello femminile interpretano la cosa in modo leggermente diverso. A fare la differenza, nella maggior parte dei casi, è il fatto di avere o meno a disposizione una borsetta: se infatti la maggior parte degli uomini sono abituati a portare il portafoglio in tasca, la maggior parte delle donne sceglie invece di inserire il portafoglio nella borsa o nella borsetta. E questo può, per l’appunto, fare una grande differenza!
Come scegliere il portafoglio per lei: le dimensioni
Il primo fattore da prendere in considerazione per scegliere un portafoglio per lei è quello delle dimensioni. Qui la gamma di scelta è molto più ampia rispetto a quella prevista per gli uomini. Certo, anche per le donne – soprattutto negli ultimi tempi – sono stati pensati dei mini-portafogli della grandezza di una carta di credito o poco più, per portare qualche tessera e poco più. Ma la maggior parte dei portafogli per lei è in realtà di dimensioni importanti, superando di gran lunga i formati tascabili maschili. Non a caso si parla spesso di maxi portafogli, tanto da arrivare talvolta a dei modelli che presentano persino una tasca apposita per lo smartphone nonché una tracolla estraibile, così tra trasformare il portafoglio in una vera e propria clutch o pochette.
La chiusura del portafoglio da donna
Ecco il secondo fattore da tenere in considerazione: come si dovrebbe chiudere il portafoglio da donna perfetto? Di certo ognuna ha un’idea propria. Prima di tutto, va detto che esistono portafogli che si aprono a soffietto, mettendo a disposizione tanti scomparti uno dopo l’altro, e modelli che invece si aprono più semplicemente a libro, presentando due grandi scomparti che, a loro volta, contengono spazi per carte, documenti e monete.
Per quanto riguarda le chiusure, è possibile muoversi tra portafogli dotati di cerniere che chiudono il tutto (tipico dei modelli a soffietto), di modelli che si chiudono a clip, e quindi con bottone automatico, o di modelli senza chiusura, simili da questo punto di vista a tanti portafogli maschili.
Il materiale da scegliere
In che materiale dovrebbe essere il portafoglio da donna? Ovviamente non esiste una regola precisa. Chi cerca un oggetto capace di durare nel tempo, e di resistere allo stress al quale un portafoglio viene sottoposto giorno dopo giorno, dovrebbe optare per un un modello in pelle di qualità. Si avrà così un oggetto fedele, che non si strapperà dopo pochi mesi, che non si graffierà solo a guardarlo, e che invecchiando acquisirà carattere. Non si tratta dell’unica via percorribile, ovvio: anche i modelli in tessuto groffato antigraffio possono avere una buona durata, anche se non realmente comparabile con i migliori portafogli in pelle.
La manutenzione del portafoglio da donna
Come si può fare per assicurare una lunga durata al portafoglio per lei? Di sicuro aiuta molto non sovraccaricare questo oggetto, senza andare a riempire eccessivamente i vari scomparti, e senza deformarli. Sarebbe poi bene, regolarmente, svuotare il portafoglio di tutto, procedere con una buona pulizia, e poi rimettere tutto al suo posto, scartando il superfluo (vecchi scontrini, biglietti da visita inutili e via dicendo). Nel caso di portafogli in pelle è ovviamente consigliato usare dei detergenti per cuoio, nonché delle creme per mantenere la pelle come nuova.
Glossario per il mondo delle scarpe: l’ultima parte
Dalla T alla Z, ecco le ultime voci del nostro lungo glossario per il mondo delle scarpe
Avevamo iniziato a ottobre 2021 con la prima parte del glossario per calzolai, partendo con i termini dalla lettera A alla lettera B. Ooggi, 7 mesi dopo, chiudiamo il cerchio con l’ultimo capitolo della serie, con i termini tecnici e non del mondo delle calzature dalla T alla Z. Buona lettura!
Glossario per il mondo delle scarpe: dalla lettera T alla Z
T-STRAP – come ben sanno le shoes addicted, le T-Strap sono delle scarpe per donna il cui cinturino è collegato alla punta della scarpa. Si parla quindi di scarpe con il tacco tendenzialmente eleganti.
TACCO – con il termine tacco si indica la parte inferiore posteriore della scarpa, posta sotto il tallone. Esistono tantissimi tipi di tacchi: ci sono quelli bassi o bassissimi, quelli medi e quelli alti,con spessori e fogge diverse. Un tacco di altezza contenuta può essere utile per migliorare la postura, mentre tacchi più alti hanno tipicamente fini estetici.
TACCO GATTINO – vale la pena citare una delle tante tipologie di tacco, molto diffusa, ma il cui nome tecnico è conosciuto da pochi. Si parla del tacco gattino, ovvero del tacco medio, tipico delle calzature eleganti e allo stesso tempo sobrie.
TAGLIERINO DA CALZOLAIO – il calzolaio si trova spesso a dover tagliare della pelle particolarmente dura, e del cuoio spesso e rigido. Per questo motivo ha bisogno di un taglierino dalla lama tagliente e robusta, tipicamente caratterizzata da una leggera inclinatura.
TENDISCARPE – il tendiscarpe è uno strumento estremamente comodo per mantenere in forma le scarpe tra un utilizzo e l’altro, soprattutto quando non si indosseranno per settimane o per mesi. Esistono modelli di tendiscarpe in legno e modelli più leggeri ed economici, in plastica.
TOMAIA – con la parola tomaia si indica la parte superiore della scarpa. Esistono ovviamente tanti tipi di tomaia, a seconda del tipo della scarpa. In una classica scarpa in pelle bassa e stringata si trovano elementi come la punta, la mascherina, la linguetta, i gambetti e il contrafforte.
TREKKING – il trekking è un’attività che prevede delle escursioni a piedi in mezzo alla natura, tipicamente in montagna, su mulattiere, sentieri e segnavia. Su questi percorsi si usano scarpe da trekking, tra le quali è possibile trovare sia scarpe basse da avvicinamento, sia scarponi tecnici da montagna.
TRONCHETTO – con questo termine si indica una calzatura femminile, e nella fattispecie uno stivaletto provvisto di tacco, abbastanza elegante.
ZEPPA – il termine zeppa indica in modo specifico la parte aggiuntiva al di sotto della suola e del tacco dei una calzatura. Oggi giorno con questo termine, al di fuori degli addetti del settore, si indica non più la suola maggiorata, quanto invece la calzatura stessa. Va detto che le zeppe sono state di moda per vari periodi negli ultimi decenni: il primo stilista a portarla nel mondo della moda fu Salvatore Ferragamo, nel 1938.
ZOCCOLO – a essere pignoli lo zoccolo è una calzatura di legno. Si trovano tanti esempi di zoccoli nelle varie tradizioni nazionali, da quelli svedesi fino a quelli giapponesi.
La manutenzione delle sedie in pelle
Vediamo come prenderci cura a livello quotidiano come a livello straordinario delle nostre sedie in pelle
Qual è la manutenzione delle sedie in pelle? Di certo le sedute rivestite in cuoio sono un vero e proprio evergreen, che viene di volta in volta proposto per l’ambiente living, per la camera da letto, per l’ufficio, per le sale d’attesa, per bar, per ristoranti e via dicendo. Talvolta si tratta di sedie di design stravaganti e audaci, altre volte si ha a che fare con dei compromessi tra una poltroncina e una sedia, mentre altre volte ancora si tratta di sedie del tutto normali, persino cantilever, che in luogo del rivestimento in tessuto presentano un rivestimento in pelle. Anche il tipo di rivestimento, va detto, può cambiare in modo importante: ci sono rivestimenti in similpelle e rivestimenti in pelle naturale; ci sono rivestimenti in pelle sottile e morbide a rivestimenti in cuoio più rigido. In tutti i casi, quando si parla di vera pelle, si ha che fare con un rivestimento destinato a durare parecchio nel tempo, anche su sedute sottoposte a un uso intensivo – si pensi alle sedie per ufficio. Questo è vero a patto, ovviamente, di avere una cura attenta delle sedute, con un utilizzo corretto e con un una pulizia regolare nel tempo.
La manutenzione delle sedie in pelle a livello quotidiano
La chiave essenziale per fare durare a lungo le sedie in pelle consiste nel prendersi cura di queste sedute a livello quotidiano, senza trattarle quindi come fossero delle semplici sedute in plastica: il pellame è un materiale resistente ma delicato, che va protetto e nutrito. Prima di tutto, si parte dall’utilizzo corretto. La sedie con dei rivestimenti in pelle non dovrebbero essere messe troppo vicine a dei termosifoni accesi o a delle stufe, per non seccarsi, né andrebbero esposte in modo continuativo e prolungato ai raggi del sole. I raggi ultravioletti, infatti, possono rovinare il cuoio. Nemmeno le temperature troppo basse fanno bene alle sedute in pelle – evitiamo quindi di lasciarle d’inverno in ambienti non riscaldati – così come il cuoio teme l’umidità. La pelle, infatti, va ad assorbire umidità e liquidi, che conseguentemente – dopo aver gonfiato i tessuti – evaporano, portando alla formazione di crepe. Sempre per quanto riguarda l’utilizzo, è bene evitare di sedersi su queste sedie con oggetti nelle tasche posteriori che potrebbero rigarle, dalle chiavi in poi.
Arrivando al capitolo della pulizia regolare delle sedute in pelle, non si tratta di nulla di particolarmente gravoso: è bene spolverare frequentemente le sedute in pelle e, di tanto in tanto – basta anche ogni due mesi – applicare una piccola quantità di crema rigenerante per cuoio e pelle del medesimo colore, così da mantenere il tessuto idratato, nutrito, morbido ed elastico.
Pulizia straordinaria e interventi eccezionali sulle sedute in pelle
Talvolta, però, spolverare e idratare può non essere sufficiente per la manutenzione delle sedie in pelle. Pensiamo per esempio al tipico caso della macchia d’inchiostro sulla sedia d’ufficio girevole con rivestimento in pelle. In quel caso sarà quindi necessario intervenire con uno smacchiatore per cuoio, meglio ancora se con uno smacchiatore boligrafo, formulato cioè appositamente per eliminare le macchie di inchiostro. La crema rinnovante già citata può essere utile per recuperare l’aspetto giovane di sedie in cuoio trascurate nel tempo, ma può risultare insufficiente nel caso di rivestimenti estremamente rovinati: in questo ultimo caso, se si parla di sedute di valore, può valere la pena contattare un tappezziere per prendere in considerazione un’eventuale sostituzione del rivestimento in pelle.
Divano in pelle rovinato: i rimedi
Cosa fare quando ci si trova a dover affrontare un divano in pelle rovinato? Ecco le possibili soluzioni!
Il divano è il luogo deputato al relax in casa, nonché alla socialità. Lì ci sediamo per prendere una piccola pausa, lì ci sprofondiamo per vedere un film, lì accogliamo i nostri ospiti. Insomma, è sicuramente un elemento importante delle nostre case, ed è per questo che in molti casi non si bada troppo alle spese al momento dell’acquisto. Ma non si può certo dire che siano poche le minacce che i sofà sono chiamati ad affrontare: le macchie, l’attrito con i nostri pantaloni, gli animali domestici, i raggi solari, la polvere, sono tutti agenti che possono portare ad avere un divano in pelle rovinato. Ma come fare in questi casi? Di certo cambiare il sofà con è l’unica soluzione!
Come coprire il divano in pelle rovinato
Di certo, nel momento in cui si si trova con un divano in pelle rovinato e si ha fretta di nascondere i danni, la prima e più veloce soluzione è quella di coprirlo. E di certo di metodi non ne mancano. È possibile optare per un vero e proprio copridivano oppure piazzare in modo strategico delle coperte o dei tessuti lì dove i danni sono maggiori. O ancora, è possibile riempire il divano di cuscini, nonché eventualmente piazzare sulla parte macchiata o crepata una finta pelliccia, o perché no, un plaid che sappia donare carattere all’ambiente. Insomma, di metodi buoni per coprire un divano in pelle macchiato o rovinato non ne mancano.
Smacchiare il sofà
Di certo, però, coprire non significa risolvere il problema. Poniamo caso che il divano presenti una macchia che non vuole andare via con il normale detergente per pelle e cuoio. La soluzione è quella di mettersi all’opera con uno smacchiatore per cuoio, avendo cura di testare il prodotto prima su una parte nascosta del divano (tipicamente nella parte inferiore, o all’interno di un risvolto). Lo smacchiatore va scelto in base al tipo di macchia: esistono infatti degli smacchiatori appositi per le macchie di inchiostro, e altri smacchiatori generici per pelle.
Rigenerare la pelle
E se, anziché con una macchia, ci si ritrovasse con una divano la cui pelle presenta ormai dei chiari segni di invecchiamento? Di certo in questi casi prevenire è meglio che curare: per non arrivare a questo punto sarebbe infatti necessario pulire regolarmente il divano con delle creme nutrienti per cuoio. Ciononostante, va detto che è possibile rigenerare la pelle dei sofà con delle crema rigeneranti apposite, che permettono di rinnovare il colore del divano in modo abbastanza semplice. È necessario quindi scegliere un crema per divani dello stesso colore del proprio sofà e iniziare a utilizzarla regolarmente per rinnovare e mantenere bello il cuoio.
Cambiare il rivestimento di un divano in pelle
Talvolta, però, i danni sono tali che né le creme rinnovanti per il cuoio, né gli smacchiatori, possono risolvere il danno. Pensiamo per esempio a delle crepe profonde sulla pelle, che diventa scomoda oltre che brutta, o a dei veri e propri squarci. In questo caso le opzioni sono due: o cambiare il divano, o contattare un esperto tappezziere in grado di garantire una seconda vita al proprio sofà. Quest’ultimo, come si può immaginare, non è un intervento economico: vale la pena farlo su divani pregiati, o su sofà che hanno un grande valore sentimentale.
Scegliere il portafoglio giusto per uomo
Vediamo qualche consiglio per scegliere il portafoglio perfetto per lui, tra forme, materiali e colori
Come scegliere il portafoglio giusto per uomo? Questa non è una scelta che può essere fatta in modo disattento. Parliamo infatti di un accessorio che usiamo ogni giorno, e che può avere funzionalità e stili differenti. Proprio per questo acquistare il portafoglio ideale non è mai particolarmente semplice, non quando lo si compra per sé stessi, né quando si pensa di acquistarlo per fare un regalo a un amico, a un partner o a un parente. Per questo oggi vedremo qualche dritta per indirizzarsi verso il modello giusto, spaziando tra le varie opzioni presenti sul mercato: ecco come scegliere il portafoglio giusto per uomo in base a tipologia, materiale e colore.
Scegliere il portafoglio giusto per uomo: la tipologia
Esistono tante tipologie differenti di portafoglio per uomo. Il modello classico è il bifold, per chi ha un numero limitato di tessere e carte e vuole tenere nel portafoglio banconote e ricevute. Chi invece ha un numero alto di tessere e carte potrebbe optare per il più spazioso e organizzato modello trifold, che presente quindi tre ante , con tante tasche e scompartimenti. Va detto che alcuni modelli presentano la tasca per la moneta, e altri no; in alcuni casi questa è chiusa con un semplice bottone, mentre in altri casi c’è un vera e propria cerniera. Ci sono poi delle tipologie eccezionali di portafoglio bifold, tendenzialmente molto piccoli, pensati per tenere le banconote con una clip fermasoldi. Chi invece utilizza soprattutto banconote potrebbe optare, per altro, per una semplice clip portasoldi, senza portare con sé nessun portafoglio. Insomma, già scegliere la tipologia perfetta non è un gioco da ragazzi: è necessario analizzare in modo attento le proprie abitudini e le proprie esigenze!
Il materiale
Qual è il materiale perfetto per il portafoglio da uomo? Non ci sono dubbi: quello che assicura una maggiore durata nel tempo è la pelle, a fronte di un grande comfort di utilizzo, nonché di uno stile impeccabile. In linea di massima, quindi, si consiglia sempre di acquistare dei portafogli in pelle, eccezione fatta magari per i più giovani, i quali potrebbero optare per dei tessuti sintetici, più colorati e più economici, nella consapevolezza di acquistare un portafoglio che avrà una durata minore. Chi vuole mantenere uno stile elegante, in ogni caso, priviligerà sempre la pelle, mentre chi desidera qualcosa di più stravagante potrà considerare nylon, poliestere o persino alluminio.
Il colore del portafoglio
Come scegliere il colore del portafoglio? Ebbene, qui ovviamente entrano in gioco i gusti personali. Va però detto che chi opta per uno stile elegante o business formal potrebbe avere l’attenzione di scegliere un portafoglio del colore delle proprie scarpe e della propria cintura un pelle: la scelta andrebbe quindi fatta in base alle calzature che si è soliti indossare. Chi per lavoro indossa sempre delle Oxford o delle Derby nere, insomma, potrà senz’altro privilegiare un portafoglio in pelle nera, magari in versione bifold slim, per essere usato comodamente anche con gli abiti leggeri.
La cura del portafoglio in pelle
Come abbiamo visto, il modello che va per la maggiore è il classico portafoglio in pelle. Si tratta di un accessorio destinato a durare nel tempo, a patto di “non riempirlo troppo” per non deformarlo e di non macchiarlo. Va peraltro detto che, per farlo durare più a lungo e per mantenerlo bello nel tempo, è possibile pulire regolarmente questo oggetto con dei detergenti e con delle creme per prodotti in pelle, in modo da cancellare eventuali aloni e di mantenere il 10
Quali scarpe per il colloquio di lavoro?
Vediamo insieme quali calzature indossare per il colloquio di lavoro, per non partire… con il piede sbagliato
In quella mezzora si decide tutto. Prima ci sono gli anni di studio, gli anni di esperienza professionale, le tecniche e le competenze apprese, l’attenzione nel creare un curriculum vitae completo e interessante, nonché la cura nel migliorare la propria immagine online, costruendo un forte personal brand. Eppure, alla fine dei conti, tutto si riduce in quei 20, 30 o 40 minuti di colloquio con il recruiter. Un solo errore, in quell’incontro, può compromettere del tutto la possibilità di essere scelti per quel ruolo. Per aumentare le probabilità di essere assunti per un nuovo lavoro, tutti gli aspetti della preparazione a un colloquio di lavoro devono essere curati: è bene studiare il tragitto per assicurarsi di arrivare in orario perfetto all’incontro, è bene studiare la storia e la mission dell’azienda, è bene allenarsi a rispondere alle domande tipiche dei recruiter, nonché allenarsi a mantenere una postura corretta durante il meeting. Ma non è tutto qui: anche l’abbigliamento deve essere curato, a partire ovviamente dalle calzature, che dicono tanto – tantissimo – su chi le indossa. Vediamo quindi quali sono le migliori scarpe per il colloquio di lavoro.
Quali scarpe per il colloquio di lavoro, per lui
Ovviamente l’abbigliamento perfetto per il colloquio di lavoro cambia in base all’azienda e al ruolo. In ogni azienda viene infatti applicato un dress code diverso: prima di scegliere l’outfit per il colloquio è quindi consigliabile informarsi da questo punto di vista, scoprendo come si vestono quotidianamente le persone che lavorano per quel brand. In ogni caso, chi punta a posizioni manageriali o a ruoli che prevedono il contatto con il cliente, dovrebbe dirigersi verso uno stile business formal, e quindi abito (eventualmente spezzato), camicia a manica lunga e scarpe eleganti in pelle. Chi si candida in un ambiente molto formale punterà per forza di cose su cravatta e scarpe Oxford o Derby, mentre chi si candida in ambienti meno formali potrà anche tenere in considerazione dei mocassini o delle scarpe scamosciate. In tutti i casi, ovviamente, è bene sempre abbinare il colore delle scarpe con quello della cintura.
Quali scarpe per il colloquio di lavoro, per lei
Quali scarpe per il colloquio di lavoro per una donna? Ebbene, il discorso è simile a quello fatto per l’uomo. È bene quindi informarsi sul dress code presente in azienda e vestirsi di conseguenza. Nella maggior parte dei casi – pensiamo alle grande aziende, alle multinazionali, alle banche e via dicendo – l’outfit perfetto è quello classico, con tailleur e scarpe décolleté (o delle stringate) laddove è possibile provare qualcosa di più casual quando ci si candida in startup o per esempio in aziende di marketing. D’inverno, nella maggior parte dei casi, è possibile optare senza problemi per stivaletti o per stivali.
La pulizia delle scarpe è un fattore fondamentale
A prescindere da quanto detto finora, una cosa è certa: l’outfit che indosseremo a un importante colloquio di lavoro deve metterci a nostro agio, e darci sicurezza. Il consiglio è quindi quello di indossare almeno una volta quell’outfit prima di recarsi all’appuntamento. Non è tutto qui: come sappiamo, quasi sempre nella vita, la prima impressione è quella che conta. Chi cerca un nuovo talento da inserire in azienda cerca prima di tutto affidabilità, evitando di assumere persone distratte e disattente. Si capisce quindi che presentarsi a un colloquio di lavoro con delle scarpe sporche non può che essere un pessimo segnale: molto meglio quindi mettersi al lavoro con i migliori prodotti per la pulizia delle scarpe prima di uscire di casa, senza risparmiare sul lucido per scarpe nel caso di calzature in pelle!
Come colorare le scarpe in pelle
Vediamo come verniciare le scarpe in pelle nel modo corretto
Come colorare le scarpe in pelle? Ebbene, ci si può trovare nella situazione di voler verniciare le proprie calzature per diversi motivi. Forse si tratta di scarpe usurate dal tempo, che hanno bisogno di una nuova mano di colore per tornare all’antico splendore. O forse si tratta di scarpe in pelle inesorabilmente macchiate, e che quindi con della nuova vernice possono tornare perfette. O ancora, talvolta si parla di scarpe che, con il loro colore, non riescono a essere abbinate in nessun outfit, e che dunque per poter essere usate devono assumere un’altra tinta. Insomma, di motivi buoni per imparare come colorare le scarpe in pelle non ne mancano davvero: scopriamo come verniciarle nel modo giusto!
La vernice per le scarpe in pelle
Partiamo da un presupposto fondamentale: la vernice per scarpe in pelle non è una vernice qualsiasi. Si tratta infatti di una tinta pensata appositamente per il cuoio, e quindi di una vernice che, anziché limitarsi a depositarsi in superficie, penetra in profondità nel pellame, così da “macchiarla” in modo permanente, diventando essa stessa parte della tomaia. Sul nostro e-commerce di prodotti per le scarpe si possono trovare diverse tipologie di tintura per scarpe. Si parla infatti flaconcini di vari colori, dal nero al marrone, dal verde al rosso, di marchi differenti, come i colori per scarpe Saphir, Tarrago, Prestige e via dicendo.
Vediamo ora i passaggi necessari per colorare le scarpe in pelle in modo perfetto!
Come colorare le scarpe in pelle liscia: i passaggi necessari
- Prima di tutto, pulire le scarpe: il processo per colorare le scarpe in pelle parte dalla pulizia profonda della tomaia. È necessario infatti rimuovere qualsiasi polvere o sporco sulla tomaia, così da avere la sicurezza di poter ottenere un risultato soddisfacente al termine della verniciatura. Il consiglio è quindi quello di usare un detergente per scarpe in pelle liscia, per poi lasciare asciugare le scarpe prima di procedere alla verniciatura.
- Prepare le scarpe: una volta pulite, le scarpe vanno preparate alla tintura. Il consiglio è quello di togliere le stringhe delle scarpe e di coprire con del nastro carta per mascheratura tutte le parti che non dovranno essere colorate. Parliamo quindi per esempio dei contorni della suola, del tacco, ed eventualmente della parte interna della tomaia, quella cioè che cinge la caviglia. Così facendo saremo sicuro di non far finire la vernice dove non deve andare.
- Preparare il necessario: controlliamo di avere tutto quello che serve per colorare le scarpe in modo efficace. Sarà necessario avere la tintura, una copertura per il piano di lavoro e qualcosa per distribuire il colore (possono andare bene un pennellino, una spugnetta o un panno morbido).
- Colorare le scarpe in pelle: A questo punto si può passare alla coloratura vera e propria, applicando in modo uniforme la tintura alla tomaia, prima dell’una e dopo dell’altra scarpa. Una volta steso tutto il colore, dopo qualche minuto, si capirà se sarà necessario aggiungere una seconda mano di colore. A lavoro terminato, sarà bene far asciugare con calma le scarpe, senza esporle né al sole né a fonti di calore in casa.
- Idratare le scarpe in pelle: una volta asciutte, le scarpe i pelle dovrebbero essere reidratate con una crema idratante e nutriente per scarpe in pelle. Da quel momento in poi, le scarpe potranno essere trattate come qualsiasi altro paio di scarpe in pelle, usando detergenti, spazzole e lucidi senza nessun problema.
Abbinare gli accessori uomo: come evitare errori
Come abbinare scarpe, orologi, borse, bracciali, occhiali da sole, anelli e cinture? Ecco una guida per non sbagliare
L’uomo moderno è un uomo che indossa una serie di accessori. C’è chi si limita al minimo, indossando per esempio cintura e orologio, e c’è chi invece ama gli accessori, sfoggiando collane, bracciali, occhiali da sole, anelli, borse e via dicendo. Ma come abbinare gli accessori uomo senza fare errori? Ecco una serie di regole da seguire per non sbagliare.
Abbinare gli accessori uomo: regole per non fare errori
- La regola generale: gli accessori devono essere abbinati agli abiti, non viceversa. Il motivo è semplice: è molto difficile costruire un intero look intorno a una cintura o a una borsa, mentre è facile, una volta scelti gli indumenti, selezionare gli accessori perfetti.
- Non troppi colori: non esiste una regola assoluta per il numero di colori che si possono indossare. In linea di massima, però, è sempre meglio non esagerare. C’è chi evita di indossare più di tre colori, e chi invece opta per la regola 1 colore neutro più 1 colore a contrasto, così da vestire in modo elegante ma non troppo scontato.
- Tono su tono: in caso di outfit a tinta unita, il tono su tono può aiutare a spezzare, senza errori.
- Tinta unita non deve mancare mai: qualsiasi sia il tuo outfit, qualcosa deve essere in tinta unita. Può essere la maglietta, l’abito oppure la camicia. L’importante è non accostare capi a righe, oppure, per esempio, un abito a righe con una camicia floreale.
- Abbinare gli accessori in pelle: il cuoio, tra gli accessori da uomo, la fa spesso da padrone. Ma non si deve fare di tutto l’erba un fascio. Se indossiamo degli stivali di pelle marrone scura, la cintura dovrà essere dello stesso colore, o come minimo essere della stessa famiglia cromatica. Hai una cintura in pelle che non si accosta a nessuna delle tue calzature? La vernice per capi in pelle può aiutarti! L’unica eccezione può essere la borsa, la quale potrebbe anche essere di in colore diverso: diciamo che si tratta di uno strappo alla regola.
- Non dimenticare i metalli: quando ci si mette d’impegno per abbinare gli accessori uomo è bene non dimenticare i metalli. Ecco allora che, se la pelle di scarpe, cintura e cinturino dell’orologio dovrebbe essere dello stesso colore, il metallo del corpo dell’orologio (o del cinturino) e della fibbia della cintura dovrebbe essere a sua volta abbinato. L’abbinamento deve poi essere esteso anche a livello degli eventuali gemelli, tanto più che si trovano negli immediati pressi dell’orologio. I più attenti, poi, abbineranno anche fermacravatta, anelli, orecchini e collane.
- Accostare i colori: i colori vanno accostati seguendo dei pattern esteticamente appaganti. Ecco allora che è possibile accostare colori della stessa famiglia di colori, di tonalità differenti, o eventualmente più scuri o più chiari; si parla quindi di accostare grigio chiaro e grigio scuro, blu e azzurro, e via dicendo. Guardando poi al cerchio cromatico, permettono accostamenti perfetti i colori analoghi, che nel cerchio si situano uno accanto all’altro, e i colori triadici, i quali si situano a uguale distanza l’uno dall’altro. Infine, è poi possibile optare per i colori complementari, ovvero per due colori che si situano uno all’opposto dell’altro, per creare un piacevole contrasto.
- Non seguire eccessivamente le regole: abbiamo visto le regole fondamentali per abbinare gli accessori uomo. Ma l’ultima regola è quella di non farsi intrappolare dalle norme, e quindi di non complicarsi eccessivamente la vita. Se è freddo, meglio non farsi problemi nell’indossare un berretto che non rispetta i pattern cromatici, e se c’è il sole, piuttosto che stancare gli occhi, meglio indossare un paio di occhiali da sole che nulla hanno a che fare con gli altri accessori!
Come insegnare ad allacciare le scarpe ai bambini?
Vediamo come insegnare ai bambini come allacciare le scarpe da soli
Come insegnare ad allacciare le scarpe ai bambini? I genitori potrebbero trovare questo compito estremamente difficile. Ebbene, non si può pretendere che i piccolini imparino in un minuto come allacciarsi le scarpe, ma non si deve nemmeno pensare che questo passaggio sia insuperabile. Prima di tutto, a che età i bambini imparano ad allacciarsi le scarpe? Come per tutti gli step di apprendimento che caratterizzano l’infanzia, ognuno hai i suoi tempi, così come succede per i primi passi, le prime parole e via dicendo. In generale, i bimbi imparano ad allacciare i lacci delle scarpe da soli tra i 4 e i 6 anni, per arrivare mediamente in prima o in seconda elementare senza nessun problema a infilarsi e ad allacciare le calzature da soli. Non è però raro, al giorno d’oggi, incontrare dei bambini che dopo questa età devono ancora imparare ad allacciarsi le scarpe, molto spesso a causa di un utilizzo prolungato delle scarpe con la chiusura in velcro. Va però detto che, al di là della capacità in sé di allacciare le scarpe da soli, imparare ad armeggiare correttamente le stringhe delle scarpe è importante per sviluppare le abilità psicomotorie del bambino. Ecco allora che è bene impegnare un po’ del proprio tempo per insegnare ai bambini ad allacciare le scarpe: vediamo come fare!
Come insegnare ad allacciare le scarpe ai bambini? Il modello di cartone
Partiamo con un presupposto: esistono tantissimi modi diversi per insegnare ad allacciare le scarpe ai bambini. Il più logico è ovviamente quello di mettersi di fronte al bimbo con una scarpa e insegnargli i movimenti necessari. Ma questo, soprattutto per i più piccolini, potrebbe essere difficile da comprendere. Molto, molto meglio trovare una via più semplice e più giocosa. Ecco allora che può essere premiante, anziché usare una scarpa vera e propria, realizzare un modello di cartone, così da riuscire a concentrare l’attenzione del bambino solamente sui lacci, trasformando questa cosa in un vero e proprio gioco.
Il consiglio è quello di prendere come esempio la scarpa di un adulto – per avere un modello bello grande, facile da usare – di tagliare un cartone a forma di scarpa, e di effettuare due file di fori (4 per parte) in cui infilare le “stringhe per le scarpe”. Per rendere tutto più facile e più divertente consigliamo di usare delle corde o dei nastri colorati, meglio ancora se un nastro di un colore e un altro di un colore diverso, per far capire in modo più immediato al bambino la presenza di due lacci differenti e distinti. A quel punto si potrà mostrare con tanta pazienza al bambino come effettuare un semplice nodo per scarpe, per poi proporgli di fare altrettanto. Possono sicuramente essere d’aiuto le filastrocche per l’allacciatura delle scarpe. Ne esistono di diverse: noi ne conosciamo due. Vediamole!
Le filastrocche per insegnare come allacciare le stringhe delle scarpe
Si sa, con una filastrocca da memorizzare, tutto diventa più facile. Ecco allora che per insegnare ai bambini ad allacciare le scarpe è possibile usare la filastrocca del coniglietto e dell’albero, ovvero:
Il coniglietto ha due orecchie
Gira intorno all’albero
E va nella sua tana
E tira molto forte!
Si tratta di quattro versi molto semplici, ognuno dei quali corrisponde a un movimento preciso: prima si fanno le due asole, poi si gira un’asola intorno all’altra, si infila l’asola nel buco e si tira per assicurare il nodo.
Un’altra filastrocca per imparare ad allacciare le scarpe da piccoli è quella del treno, che segue ovviamente lo stesso schema:
Il treno va su due binari,
I binari fanno un incrocio,
E poi passano sotto la galleria!
Glossario per calzolai: la lettera S
Ti presentiamo il sesto e penultimo capitolo dedicato al lessico del mondo delle scarpe: questa settimana proseguiamo con la lettera S
Finalmente il nostro glossario per calzolai è arrivato quasi alla fine. Per chi si fosse perso i capitoli precedenti, questo è il sesto articolo del nostro blog dedicato al lessico del mondo delle scarpe: abbiamo già visto il glossario dalla lettera A alla lettera B, dalla lettera C alla lettera D, dalla lettera E alla lettera I, dalla lettera L alla lettera O e dalla lettera P alla R.
Oggi andremo avanti con il penultimo capitolo lessico, imparando e ripassando i principali termini di questo settore. Buona lettura, per l’ultima volta!
SABOT – questo termine viene usato attualmente per indicare delle scarpe aperte sul retro, prendendo spunto da un termine usato per indicare delle antiche calzature in legno
SANDALI SCHIAVA – indica dei sandali bassi con allacciatura alla caviglia, così come venivano usati nell’antica Roma. È possibile usare anche il termine sandali “gladiatore” quando l’allacciatura arriva al polpaccio
SANDALI: qualsiasi scarpa aperta, da uomo o da donna
SCARPE ANTIFORTUNISTICHE – questo termine indica delle scarpe regolamentate a livello europeo per garantire la sicurezza del piede sul lavoro; esistono diverse tipologie, le più diffuse riparano il piede dagli urti, altre presentano suole rinforzate
SCARPE DA BARCA – la tipica scarpa da barca è una scarpa bassa, con suola morbida e antiscivolo; la tipica calzatura da barca è il mocassino in pelle.
SCARPE DA BASKET – le scarpe da pallacanestro, usate anche e soprattutto fuori dai cambi da basket, sono le tipiche calzature da ginnastica alta, a proteggere la caviglia
SCARPE DA CALCIO – ecco delle scarpette da ginnastica che possono essere usate solo sull’erba, per via della presenza di tacchetti appositi, per garantire una grande aderenza sui terreni morbidi
SCARPE DA GOLF – simili come concezione alle scarpe da calcio, presentano dei tacchetti in plastica per dare stabilità
SLIP ON – usato come sinonimo di flipper, indica delle scarpe senza lacci; non è quindi del tutto sbagliato usare questo termine per indicare dei mocassini
SMACCHIATORE PER PELLE: indica un detergente potente per cuoio e pellami, da usare con attenzione per cancellare macchie ostinate
SNEAKERS – per indicare l’ormai onnipresente scarpa sportiva da passeggio o da tennis, un termine che ormai è diventato onnicomprensivo. L’origine della parola arriva da “to sneak”, ovvero muoversi silenziosamente.
SOLETTA – la soletta è l’elemento posto tra suola e tomaia, non di rado estraibile e sostituibile.
SOTTOPIEDE – il sottopiede è un elemento che viene inserito al di sopra della soletta per ragioni di comfort.
SPANDILUCIDO – si riferisce alle spazzole spandilucido, ovvero a delle piccole spazzole per scarpe usate unicamente per applicare la crema lucidante sulle scarpe in pelle, in modo omogeneo, per poi procedere con la lucidatura vera e propria.
STILETTO – a indicare un tacco di scarpa molto alto e molto sottile, tipico su scarpe eleganti da donna.
STIVALI – termine ovviamente conosciuto da tutti, che indica qualsiasi scarpa chiusa che oltre a coprire il piede si estende oltre la caviglia, per arrivare fino al ginocchio o perfino oltre. Nel caso dei stivali bassi si parla di stivaletti, mentre quelli alti, che superano il ginocchio, presentano nomi specifici, come per esempio i cuissardes.
STRASS – tipica decorazione di scarpe e calzature, nonché di oggettistica e di abiti. È composta da piccoli cristalli di vetro brillante, tale da ricordare tanti piccoli diamanti
STRINGATE – con il termine stringate si indicano semplicemente tutte le scarpe chiuse provviste di lacci.
SUOLA – chiudiamo con la suola, ovvero con l’elemento della scarpa a diretto contatto con il terreno. Può essere in gomma, plastica, cuoio o legno.
Come si legge l’etichetta delle scarpe?
L’etichetta delle scarpe è la carta d’identità delle calzature acquistate: ecco come imparare a leggerla in modo corretto
Si tratta di un elemento che, nella maggior parte dei casi, non viene notato né preso in considerazione. Spesso si tratta di qualcosa che viene tolto immediatamente dopo l’acquisto, mentre altre volte resta lì, posizionato sulla linguetta interna per anni, senza però essere mai guardato. Parliamo dell’etichetta delle scarpe, un elemento che deve essere obbligatoriamente presente sulle calzature vendute in Europa (vedremo tra poco qual è la direttiva di riferimento) e che dà chiare e importanti informazioni sulla fattura e sui materiali di quel preciso paio di scarpe. In questo articolo impareremo dunque quali sono i dati riportati e come si legge l’etichetta delle scarpe, in modo da avere qualche dato in più al momento dell’acquisto delle prossime scarpe nuove.
La legge che regola l’etichetta delle scarpe
La normativa riguardante l’etichetta delle scarpe non è qualcosa di nuovo. Anzi, si tratta della Direttiva 94/11/CE del Parlamento Europeo, emanata il 23 marzo 1994, “sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l’etichettatura dei materiali usati nelle principali componenti delle calzature destinate alla vendita al consumatore”, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 19 aprile 1994. In questa direttiva viene specificato che, di fatto, tutte le scarpe prodotte per essere vendute al consumatore – con rare eccezioni – devono esser provviste di un’etichetta che ne riporti la composizione. Nella direttiva si legge che “l’etichetta fornisce informazioni sul materiale […] che costituisce almeno l’80 % della superficie della tomaia, del rivestimento della tomaia e suola interna della calzatura e almeno
l’80 % del volume della suola esterna. Se nessun materiale raggiunge almeno l’80 % è opportuno fornire informazioni sulle due componenti principali”. Vediamo ora come si legge l’etichetta figlia di questa direttiva.
Come si legge l’etichetta delle scarpe?
Leggere l’etichetta delle scarpe correttamente è prezioso, per esempio, per chi deve scegliere il migliore prodotto per la pulizia delle scarpe, in base al materiale della tomaia (sarebbe per esempio possibile avere dubbi tra pelle e finta pelle).
Nell’etichetta delle calzature troviamo vari simboli. Prima di tutto ci sono 3 simboli che vogliono indicare le parti della scarpa alle quali si può far riferimento, ovvero:
- Tomaia: qui il simbolo è una scarpa stilizzata con la parte superiore evidenziata
- Rivestimento e suola interna: qui il simbolo è una scarpa stilizzata con la parte interna evidenziata, a sottintendere anche sottopiede e fodera.
- Suola esterna: in questo caso il simbolo evidenzia la scuola della scarpa, ovvero la parte a contatto con il suolo.
Gli altri simboli vanno a rappresentare le 4 diverse categorie di materiali che possono essere riportate in etichetta, ovvero:
- Cuoio: il simbolo è quello tipico di questo materiale, il famoso logo “vacchetta” della pelle distesa dopo la conciatura;
- Cuoio rivestito: in questo caso il simbolo è come quello precedente, ma con un rombo disegnato all’interno, a indicare che in quel prodotto lo strato di rivestimento di cuoio è inferiore a un terzo dello spessore totale del prodotto, pur essendo in ogni caso superiore agli 0,15 millimetri
- Materiali tessili: il simbolo della rete indica l’utilizzo di materiali tessili di origine naturale o sintetica.
- Altri materiali: infine c’è il simbolo del rombo, che indica l’uso di altri materiali differenti da quelli già visti. Si parla in genere di polimeri, di gomme e di sugheri, tipicamente utilizzati per la creazione delle suole esterne.
Quali scarpe indossare senza calzini?
Indossare le scarpe senza calzini è ormai di moda: vediamo quali modelli da scegliere per lasciare i calzini nel cassetto
Negli ultimi anni il mondo della moda ha continuato a stupire, con innovazioni e trend che non di rado sono riusciti nell’arduo compito del passare dalla passerelle alla realtà urbana. E si sa, spesso i trend si muovono anche in maniera opposta. Se infatti è vero che per la maggior parte delle persone i sandali indossati con i calzini restano una delle peggiori cadute in termini di stile, per alcuni stilisti si tratta invece di una combinazione da esibire: è il caso per esempio degli stilisti Prada, che hanno abbinato sandali e calzini sia per lei che per lui. Dalla parte opposta, e in maniera molto più diffusa a livello del pubblico, negli ultimi anni c’è stato il trend dell’indossare le scarpe senza calzini. Ma quali sono i vantaggi di questa scelta? E quali gli svantaggi? Vediamo quali scarpe indossare senza calzini e a cosa stare attenti!
Indossare le scarpe senza calzini: pro e contro
Per quale motivo è sempre più comune indossare le scarpe senza calze e senza calzini? Ebbene, in realtà, a livello di comodità, di praticità e di igiene, non ci sono reali vantaggi nel fare questa mossa. A spingere questo trend è puramente un fattore estetico, trainato dai tanti vip e influencer che, negli ultimi anni, si sono fatti fotografare nelle più diverse occasioni indossando delle loafers o dei mocassini senza calza alcuna.
Sono di certo più chiari gli svantaggi dello indossare le scarpe senza calzini. Prima di tutto, va sottolineato il fatto che questa consuetudine è particolarmente diffusa d’estate, ovvero nei mesi in cui i piedi tendenzialmente sudano: non avendo nessuna barriera tra piede e scarpe, il moltiplicarsi di microbi e di batteri è pressoché assicurato, portando con sé non di rado anche cattivi odori. Va poi considerato anche il fattore comodità. Non avendo il calzino come intermezzo, il piede si scontra direttamente con la scarpa, il che spesso dà origine ad abrasioni e vesciche.
Quali scarpe indossare senza calzini?
Quali scarpe indossare senza calzini? Come abbiamo visto, il fatto di togliere dalla discussione le calze può creare diversi problemi di comodità e di igiene. É bene quindi privilegiare scarpe comode e realizzate con materiali di alta qualità, evitando invece di indossare senza calzini delle scarpe che non permettono al piede di respirare. Di certo ci sono delle scarpe che si prestano meglio delle altre a questo trend: si parla in ogni caso di calzature basse, a partire da quelle che per loro natura sembrano fatte apposta per essere calzate senza calzini, come le famose espadrillas o come le scarpe da vela, o ancora, come le ballerine nel caso delle donne. E ancora, è sempre più comune incrociare dei mocassini, delle loafer e delle monks indossate senza calze, anche se va detto che negli eventi informali questa scelta è tendenzialmente errata. Anche taluni modelli di sneakers si prestano a questa usanza, a partire dalle All Star e dalle Vans.
Scarpe senza calze: alcuni consigli
Indubbiamente il nostro consiglio per chi vuole indossare delle scarpe senza calze e calzini è quello di armarsi di un buon deodorante per scarpe, da usare prima e dopo l’utilizzo. É poi fondamentale mantenere ben pulite le scarpe, sapendo che i nostri piedi saranno a contatto diretto, nonché mantenerle perfettamente comode, sapendo che non ci sarà nessun cuscinetto tra i nostri piedi e la tomaia: nei casi di scarpe nuove potrebbe essere necessario armarsi di allargascarpe, per tenere poi a portata di mano dei cerotti per le vesciche da applicare al momento del bisogno!
Ammorbidire le scarpe: ecco come
Come rendere le scarpe più morbide e più comode senza rovinarle? Ecco i metodi giusti e rispettosi
Un paio di scarpe dure o scomode possono rovinare qualsiasi giornata. Che sia una normale giornata di lavoro o magari un giorno passato a visitare una città d’arte, avere a che fare con vesciche e dolori ai piedi non piace proprio a nessuno. Per questo motivo la saggezza popolare insegna sempre di provare con pazienza le scarpe prima di acquistarle, e di fare qualche passo in negozio per assicurarsi che le calzature non pigino troppo. Ma non è tutto qui: prima di usare delle scarpe nuove per eventi particolari che ci porteranno a dover mantenere le stesse scarpe per parecchie ore – pensiamo ai matrimoni ma non solo – è sempre bene indossare quelle calzature nei giorni precedenti, fosse anche in casa, per “abituarle” al piede. Certe volte, però, si ha a che fare con scarpe davvero dure e rigide: ecco quindi come fare per ammorbidire le scarpe in casa, senza il rischio di rovinarle.
Prevenire è meglio che curare
La prima regola è ovviamente quella di prevenire l’insorgere del problema. Ecco quindi l’attenzione già esposta al momento dell’acquisto, nonché le ore di “prova” delle scarpe prima di indossarle fuori casa. Ma non è tutto qui: talvolta a rivelarsi dure e scomode sono delle scarpe “vecchie”, che abbiamo tenuto in scarpiera per mesi. Pensiamo di nuovo alle scarpe eleganti, tendenzialmente in pelle, che si tengono per le occasioni speciali come i matrimoni e altre festività: non è raro che queste scarpe, non utilizzate per parecchio tempo, abbiano dei lenti cedimenti, con la tomaia che, essendo vuota, tende ad abbassarsi. Si ha così a che fare con scarpe più strette e più dure, che risultano scomode o persino dolorose. Il trucco per prevenire questa spiacevole evenienza è quella di usare dei tendiscarpe, ovvero degli oggetti a molla che tengono in forma la scarpa anche quando non la si utilizza. Sul nostro e-commerce di prodotti per le scarpe è possibile trovare sia dei tendiscarpe in legno che dei tendiscarpe in plastica.
I metodi da evitare
Cercando in rete quali sono i metodi per ammorbidire le scarpe si trovano tantissime risposte diverse. Alcune di queste, è vero, possono portare a un sensibile ammorbidimento delle scarpe. Ma spesso questi metodi fai da te nascondono delle insidie, che potrebbero persino peggiorare la situazione. Pensiamo per esempio a chi consiglia di ammorbidire le scarpe usando il phon: nel caso delle scarpe in pelle, però, l’esposizione a una fonte di calore è del tutto sconsigliabile, perché si potrebbe finire per surriscaldare e seccare la pelle, che così perderà il suo aspetto naturale. E ancora, c’è chi consiglia di ammorbidire le scarpe usando dell’acqua tiepida, ma sappiamo fin troppo bene che pelle e cuoio non vanno assolutamente d’accordo con l’umidità, e che inzuppare le scarpe vuol dire andare incontro a muffe, e quindi a odori tutt’altro che piacevoli.
Ammorbidire le scarpe: ecco come fare
Vediamo quindi quali sono i metodi corretti per ammorbidire le scarpe. Prima di tutto, per mantenere le scarpe in pelle morbide e comode nel tempo, il suggerimento è quello di usare delle apposite creme per scarpe in pelle, che oltre a tenerle pulite aiutano a nutrire la pelle e a mantenerla in perfetta forma, e quindi comoda. Nel caso in cui si desideri ammorbidire ulteriormente le scarpe, lo strumento perfetto è costituito dallo spray allargascarpe, da usare eventualmente insieme all’apposito strumento per allargare le calzature: così facendo si riuscirà a far cedere leggermente la tomaia senza il rischio di rovinarla.
Abbassare il tacco delle scarpe: si può?
É possibile accorciare il tacco delle scarpe? Vediamo come, quando e quanto è possibile abbassare i tacchi alti
Non è facile trovare le scarpe giuste. Ci sono tanti fattori in gioco, a partire dall’estetica delle calzature in sé, dagli accostamenti con i vestiti presenti nel proprio armadio, dalla comodità, dalla misura, dal budget a disposizione e via dicendo. E ci sono occasioni in cui trovare le scarpe perfette è ancora più difficile. Pensiamo per esempio alle future spose alla ricerca delle calzature che indosseranno nel giorno tanto atteso: dopo mesi e mesi passati a scegliere il vestito da sposa, arriva il momento in cui è necessario pensare alle scarpe, e ci si accorge spesso che questa decisione è ancora più difficile rispetto a quella fatta per il vestito. Questo perché, una volta scelto il vestito da sposa, sono stati posti dei paletti riguardo a colori, stile e tessuti, paletti che devono essere rispettati per la scelta delle scarpe, rendendo spesso tutto ancora più difficoltoso. Ed è così che non ci si stupisce affatto nel ritrovarsi con delle future spose che si domandano se è possibile abbassare il tacco delle scarpe. Dopo aver preso in considerazione decine e decine di scarpe hanno infatti trovato il paio perfetto, della forma, del colore e dei materiali ideali, magari persino comode. Il tacco, però, è troppo alto. Ecco quindi che arriva l’idea: sarà possibile accorciare il tacco delle scarpe? Vediamo insieme come, quando e quanto è possibile abbassare i tacchi alti!
Quando abbassare il tacco delle scarpe
Partiamo con il dare una risposta: sì, abbassare il tacco delle scarpe è possibile. E questa è una buona notizia. Ma c’è anche una cattiva notizia: in generale, accorciare i tacchi non è una pratica consigliata. Perché le scarpe hanno un loro equilibrio, perché si rischia di rovinarle, e via dicendo. Va peraltro detto che, a prescindere, non tutte le calzature con il tacco alto si prestano a questa modifica. Possiamo quindi affermare che è possibile pensare seriamente di abbassare il tacco delle scarpe quando davvero non ci sono alternative. Pensiamo alle future spose di cui sopra che si sono davvero innamorate di un paio preciso di scarpe e che non ne trovano altre di simili, o a quelle donne che da anni hanno un paio di scarpe da urlo nella scarpiera ma che non vengono mai messe, proprio perché troppo alte. Detto questo, vediamo come abbassare il tacco delle scarpe.
Come abbassare il tacco delle scarpe?
Non ci sono dubbi, se si desidera abbassare il tacco delle scarpe, il fai da te è assolutamente da evitare. Il nostro consiglio è quindi quello di contattare un calzolaio, e richiedere se è disposto a fare questo servizio: probabilmente questo artigiano, prima di dare una risposta, chiederà di vedere le calzature in questione, per decidere se è o meno il caso di procedere seguendo quella direzione.
Di quanto è possibile accorciare i tacchi alti?
Ecco la domanda che sorge naturale dopo aver scoperto che sì, in linea teorica, a volte, è possibile abbassare i tacchi delle scarpe. Di quanto è possibile accorciarli? Ebbene, di poco: bisogna infatti comprendere che le scarpe sono costruite su degli equilibri non casuali. Tagliando il tacco, peraltro, si andrà a cambiare l’inclinazione della scarpa, così da avere una punta che guarda all’insù. Ecco quindi che, di solito, si evita di tagliare più di un centimetro o di un centimetro e mezzo, per non rischiare di rovinare la linea complessiva della scarpa, di rendere le scarpe scomode o persino pericolose. Esatto: perché tagliando il tacco cambierà per forza di cose anche la sua inclinazione, aumentando lo stress a suo carico.
Come organizzare la scarpiera
Vediamo come organizzare al meglio le scarpe, per tenere in ordine l’appartamento e per mantenere belle e sane le nostre calzature nel tempo
Un paio di scarpe da ginnastica per la palestra, un paio di stivali per la stagione fredda, delle sneakers per il lavoro o per l’università, un paio di scarpe per il jogging, un paio di scarpe per gli eventi importanti, gli scarponcini da trekking, le ciabatte per la spiaggia, quelle per la piscina… queste sono solamente alcune delle scarpe che praticamente tutti abbiamo in casa. E se c’è chi si limita a questo “stretto necessario”, ci sono anche tante persone che hanno un numero di gran lunga superiore di scarpe, alle quali si sommano quelle delle altre persone che vivono in casa. Organizzare la scarpiera in modo efficace diventa dunque indispensabile, per tre motivi diversi. Prima di tutto, per sapere sempre dove sono le scarpe desiderate, in modo da non doverle cercare per casa quando le si utilizza. In secondo luogo perché, pur essendo spesso le nostre scarpe dei piccoli lavori di design, è pur sempre vero che le calzature intorno per l’appartamento creano disordine. Infine, perché le scarpe, per durare a lungo, devono essere riposte con cura e con delle attenzioni particolari, meglio ancora se all’interno di un ambiente protetto come è la scarpiera.
Vediamo quindi i più importanti consigli per organizzare la scarpiera in casa: buona lettura!
Come organizzare la scarpiera: i nostri consigli
- Fuori tutto: al momento di organizzare la scarpiera, il primo passo da fare è svuotare completamente questo mobile, per avere la certezza di poter ripartire da zero. Il cambio di stagione è quindi indubbiamente l’attimo perfetto per ripensare la scarpiera. Svuotiamola, puliamola e lasciamo le sue ante aperte per un po’, per farle prendere un po’ d’aria.
- Usare lo spazio nel modo migliore: come disporre le scarpe all’interno della scarpiera? Di certo ci sono scarpiere più o meno grandi, che possono contenere più o meno scarpe. Di regole assolute sulla disposizione delle calzature tra questi scaffali non ne esistono, ma di certo esistono alcuni consigli per fare un buon lavoro nell’organizzare la scarpiera. Prima di tutto dobbiamo andare a individuare, se presente, lo scaffale più spazioso, il quale è posizionato tendenzialmente in basso: lì andremo a posizionare le scarpe più voluminose, come stivali e scarponcini.
- Come disporre le scarpe: altre scarpe possono essere disposte seguendo metodi diversi: l’importante è sceglierne uno ed essere coerenti. È possibile per esempio disporre le scarpe base al loro utilizzo, mettendo sugli scaffali più facilmente raggiungibili le scarpe che utilizziamo più spesso, riservando invece gli altri scaffali per le calzature con un uso meno frequente. O ancora, è possibile posizionare le scarpe più scure in basso e quelle più chiare in alto, cosicché si sporcheranno meno. Per lo stesso ragionamento, le scarpe scamosciate e in pelle, più delicate, andranno posizionate in alto, per posizionare invece in basso quelle in tela o in gomma.
- Pulire le scarpe prima di inserirle: nella scarpiera non dovrebbero mai entrare scarpe sporche, per non portare sporcizia tra gli scaffali e perché le calzature sporche si deteriorano prima. Per questo vicino alla scarpiera, o al suo interno, ci dovrebbe sempre essere un set per la pulizia per le scarpe, completo di spazzole, detergenti, lucidi e impermeabilizzanti spray. È inoltre buona norma spruzzare del deodorante all’interno delle scarpe prima di riporle, per trovarle profumate e igienizzate al momento dell’utilizzo.
- Mantenere le scarpe in forma: soprattutto chi ha a che fare con scarpe di valore e in pelle dovrebbe prendere in seria considerazione l’idea di mantenerle in perfetta forma usando un tendiscarpe. Così facendo non si avranno i classici cedimenti dovuti all’inutilizzo, che portano a scomodità nonché ad antiestetiche crepe e pieghe.
- Il calzascarpe al posto giusto: mettere un calzascarpe vicino alla scarpiera garantisce due vantaggi. Sarà più facile infilare e togliere le scarpe, e le stesse calzature si rovineranno molto meno, senza essere “stressate” ogni volta che vengono infilate!
Divano in pelle: il colore giusto
Qual è il colore giusto per il tuo nuovo divano in pelle? Ecco qualche consiglio in relazione al contesto del tuo appartamento
La scelta del divano in pelle perfetto per l’appartamento non è mai facile. Le variabili in gioco sono tante, tantissime, a partire per esempio dalle dimensioni del divano e dalla struttura, che può essere piccolo e in linea o grande e ad angolo. Ma non è tutto qui, cambia anche lo stile, e cambia anche il tipo di pelle. Nel caso dei divani vengono infatti usati similpelle e cuoio rigenerato, finta pelle nonché la crosta e, ovviamente, la pelle primo fiore, per arrivare a pelle pieno fiore e al nabuk. L’ultima scelta da fare è, infine, quella relativa al colore giusto: vediamo i fattori da prendere in considerazione.
Il colore del divano in pelle: considerazioni generali
Prima di vedere i singoli casi, facciamo qualche considerazione generale sui colori del divano in base al contesto dell’appartamento in cui verrà posizionato. Pensiamo, per esempio, se questa comoda seduta avrà spesso a che fare con dei bambini. Bimbi e macchie, si sa, vanno a braccetto, a causa delle mani sporche di marmellata o di Nutella o più decisamente a causa di pennarelli usati sugli arredi anziché sui fogli. Da qui dunque la prima considerazione: in una casa con bambini scegliere dei divani in pelle di colore chiaro può essere più rischioso, perché sarà più difficile eliminare o minimizzare eventuali macchie.
É poi necessario pensare alle dimensioni dello spazio in cui verrà inserito; non esistono regole assolute, ma sicuramente un divano chiaro tenderà a rendere l’ambiente più spazioso, laddove invece il divano scuro, o dai colori vivaci, sarà da prendere in considerazione soprattutto in caso di spazi ampi. In generale, peraltro, i colori più sgargianti funzionano meglio sui divani piccoli, laddove le tinte neutre danno il meglio sui modelli grandi. Infine, sarà certo importante valutare l’illuminazione dell’ambiente, sapendo che un divano scuro tenderà a rendere ancora più cupa una stanza già di per sé poco luminosa.
Scegliere la tinta del divano in base allo stile dell’appartamento
Lo stile scelto per arredare l’appartamento la dice lunga sui colori che meglio possono completare gli spazi. Vediamo qualche esempio:
- Un soggiorno con arredamento moderno ed elegante: di certo in un salotto arredato in modo lineare e moderno, magari con complementi d’arredo di design e dettagli metallici, è possibile prendere in considerazione un divano in pelle nera, a sua volta eventualmente con piedi in metallo.
- Un salotto scandinavo: e se invece lo stile contemporaneo virasse decisamente verso il nord? In quel caso, se lo stile è quello tipicamente pulito del design scandinavo, il divano in pelle bianca può sicuramente rappresentare la soluzione migliore, bambini permettendo.
- Un living classico con un tocco di originalità: chi desidera un ambiente elegante, pur non desiderando un divano nero – che può risultare inflazionato in certi casi – può optare per un più originale divano in pelle blu, decisamente elegante. Certo, il blu va saputo inserire nell’ambiente: il trucco è spesso quello di inserire nello spazio complementi d’arredo o accessori dai colori accesi, per ridurre la rigidità cromatica.
- Un soggiorno boho: in questi ultimi anni non si può certamente parlare di stili d’arredo senza guardare allo stile boho. In questo caso a farla da padrone è certamente il divano in pelle marrone, sia in pelle chiara che scura. Del resto il marrone può dire la sua in molti ambienti, anche più chic; accostare un divano in pelle marrone con cuscini e stampe dai sapori esotici può essere la soluzione perfetta.
Ora non ti resta che scegliere il divano perfetto per il tuo soggiorno e curarlo nel tempo: scopri nel nostro e-commerce tutti i prodotti per la pulizia dei divani in pelle!
Tacchi rovinati: cosa fare?
Cosa fare in caso di tacchi rovinati? Ecco le opzioni che ti si parano davanti quando i tacchi sono deteriorati
Tutte le parti di una scarpe sono sottoposte a usura. La tomaia può rovinarsi nel tempo per colpa degli urti, dell’umidità, dello sporco, delle tensioni e via dicendo. La fodera interna può strapparsi, i lacci possono sbiadirsi o rompersi. La suola è soggetta a un graduale consumo per via dell’utilizzo e i tacchi, beh, i tacchi delle scarpe sono estremamente esposti. E questo vale sia per i tacchi bassi che per i tacchi alti, i quali anzi sono ancora di più vittima dell’usura e delle botte; basta del resto un passo falso, a volte – in caso di scarpe di qualità bassa o con dei difetti di produzione – per ritrovarsi con un tacco rotto o staccato. Ma cosa fare nel momento in cui ci si trova tra le mani un paio di scarpe con dei tacchi rovinati? Le opzioni sono, alla fine dei conti, tre: vediamole insieme.
Buttare le scarpe
La prima opzione è ovviamente quella di buttare le scarpe. In quali casi questa è l’opzione migliore? Semplice: nel momento in cui la totalità della scarpa presenta dei problemi, e quindi a livello di tomaia e di suola, la rottura o il deterioramento dei tacchi non è che la goccia che fa traboccare il vaso, e che deve portare al pensionamento delle scarpe. Questo perché il restauro di un paio di scarpe in ogni sua parte, dalla suola alla tomaia passando per i tacchi, sarebbe davvero poco conveniente, eccezion fatta per calzature particolarmente pregiate.
Tacchi rovinati: ripristinarli con la vernice per tacchi
E se invece le scarpe, al di là dei tacchi rovinati, si presentassero in buone condizioni? Va detto che delle scarpe in condizioni non disastrose possono quasi sempre essere rimesse a nuovo, con delle creme lucidanti oppure, nei casi peggiori, con delle vernici per scarpe. Potresti per esempio avere a che fare con delle scarpe in pelle lucida rossa che, però, nel tempo hanno perso smalto. In quel caso sarà possibile colorare nuovamente la tomaia, usando un’apposita tintura per scarpe in pelle, dopo aver pulito alla perfezione la tomaia.
Nel nostro caso specifico, va sottolineato che esistono anche delle tinture per tacchi, e quindi delle vernici pensate per andare a “restaurare” i tacchi, permettendo per esempio di cancellare botte e graffi che ne compromettono la figura complessiva. Nel nostro e-commerce di prodotti per scarpe è possibile per esempio trovare la vernice per tacchi Prestige Regoloring Shoe, fatta per l’appunto per tacchi e ritocchi: questa vernice, in piccoli flaconi da 25 millilitri, è presente in tre colorazioni differenti, ovvero nero, marrone e blu navy, per restaurare diverse tipologie di tacchi, e perché no, per portare un nuovo colore su scarpe che nel tempo hanno finito per stufare.
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Tacchi deteriorati, rotti o staccati: l’opzione calzolaio
Cosa fare invece nel caso in cui i tacchi non risultino semplicemente graffiati o decolorati, quanto invece staccati o rotti? In tal caso, se si desidera recuperare le scarpe, l’unica opzione è rappresentata dal calzolaio, ovvero dal professionista che potrà prima di tutto valutare se la sostituzione e la riparazione del tacco è possibile, e in secondo luogo procedere con la messa a nuovo del tacco. La sostituzione di un tacco, soprattutto se alto, è infatti un’operazione da affidare a un professionista, per non rovinare del tutto le scarpe e per non farsi male durante il successivo utilizzo della scarpa!
Risuolare le scarpe: quando conviene?
Quando conviene affrontare la risuolatura delle scarpe? E quando è meglio lasciar perdere?
Qual è la parte delle scarpe che si consuma per prima? Quando si parla di scarpe perfettamente curate nel tempo, pulite regolarmente, tenute lontane dall’umidità e dalle fonti di calore, calzate usando un calzante e riposte per i lunghi periodi di riposto usando un tendiscarpe, la risposta è ovvia: la suola. Questo vale per tutte le scarpe di qualità che vengono utilizzate regolarmente, per andare a lavoro, per ballare, per camminare in montagna e via dicendo. La tomaia, se curata nel tempo, può durare a lungo. Nel caso delle scarpe in pelle, anzi, la tomaia di pelle può durare una vita, a patto di essere pulita con i giusti detergenti ed essere nutrita e protetta con le apposite creme. È diverso invece il discorso per la suola: quella, dato l’utilizzo e la sua natura, non può che consumarsi pian piano nel tempo. Ecco allora che non ci si può domandare se effettivamente conviene o meno risuolare le scarpe. Da cosa dipende questa decisione? Ebbene, ovviamente entrano in gioco valori come la comodità delle scarpe, l’eventuale valore affettivo, la difficoltà di trovare scarpe parimenti comode e belle, nonché ovviamente il fattore economico. Quanto costa risuolare le scarpe? Questa è la domanda che ci si deve porre, per capire se – in base a comodità, affezione e via dicendo – convenga o meno procedere con la risuolatura.
La risuolatura delle scarpe da montagna
Indubbiamente tra le scarpe che più spesso vengono sottoposte a risuolatura ci sono le calzature da montagna. Parliamo di scarpe che, infatti, sono pensate per essere utilizzate su terreni impervi e tecnici, che per dare tenuta sono costruite spesso a carrarmato, e che si consumano pian piano nel tempo. Il problema è che uno scarpone d’alpinismo o una scarpa d’avvicinamento, una volta consumate, diventano pericolose: in ambiente montano basta un piccolo scivolamento per andare incontro a infortuni molto gravi. Per questo motivo la risuolatura delle scarpe da montagna è molto comune. Ma quanto costa? Ebbene, i prezzi per risuolare le scarpe cambiano in modo importante in base alla suola usata, in base al tipo di scarpa (scarpone, scarpa da avvicinamento, scarpa da trail running) e in base al calzolaio. In linea di massima, però, è possibile risuolare una scarpa da trekking con una spesa compresa tra i 20 e i 50 euro; nel caso in cui sia necessario cambiare anche il fascione dello scarpone, sarà necessario aggiungere una decina d’euro. Tra le calzature che vengono sottoposte spesso e volentieri a risuolatura ci sono poi le scarpette d’arrampicata, per avere sempre un buon grip: di solito i prezzi si aggirano tra i 25 e i 45 euro.
Risuolare le scarpe eleganti
E quando conviene invece risuolare le scarpe eleganti, come quelle in pelle? Ebbene, in questo caso tutto dipende dal valore che si riconosce a quelle precise calzature. In linea generale, in ogni caso, risuolare le scarpe costerà sempre meno che acquistarne un paio di identiche e nuove. Questa operazione, però, vale la pena nel caso di scarpe in pelle di qualità, con la tomaia in buono stato. Va peraltro detto che ci sono tante scarpe in pelle di pregio che sono costruite fin dall’inizio per permettere un’agile risuolatura. Si pensi per esempio alle scarpe in pelle caratterizzate dalla lavorazione Blake, ovvero quella lavorazione inventata da Lymann Reed Blacke a metà Ottocento: si tratta di una tecnica che permette di fermare con un’unica cucitura suola, fodera, tomaia nonché sottopiede. Questa lavorazione ha il vantaggio di garantire delle scarpe molto leggere, con una suola sottile, e più facile da sostituire. Va però detto che risuolare scarpe in pelle di alta qualità potrebbe essere piuttosto caro: i migliori calzolai, per la risuolatura completa con suola in vero cuoio, possono benissimo domandare più di 100 euro.
Come far durare le scarpe di pelle a lungo: 10 consigli
Come far resistere delle buone calzature in pelle nel tempo? Ecco 10 consigli da seguire
Le scarpe in pelle possono durare moltissimo tempo, soprattutto se di qualità. Quando si trova il paio giusto, del resto, si vorrebbe tenerlo per tanti anni. Un po’ perché le scarpe in pelle non passano mai di moda, soprattutto i modelli classici; un po’ perché le scarpe in pelle di qualità costano, e si desidera quindi far valere il proprio investimento; un po’ perché le scarpe in pelle, una volta indossate un paio di volte, possono diventare comodissime, conformandosi ai nostri piedi. Ma come far durare le scarpe di pelle a lungo? Ecco 10 consigli!
Come far durare le scarpe di pelle a lungo
1. Pulirle regolarmente: le scarpe in pelle vanno pulite regolarmente, per il semplice fatto che fango e polvere tendono a rovinare la tomaia. Il consiglio è quindi quello di dare una pulizia veloce – giusto una spolverata – praticamente a ogni utilizzo, riservandosi poi – magari una volta alla settimana – una seduta di pulizia vera e proprie usando detergente per scarpe e lucido per scarpe in caso di pelle liscia.
2. Pulirle con prodotti appositi: mai pulire le scarpe con detergenti generici o non studiati appositamente per le scarpe in pelle. Non parliamo infatti di un tessuto sintetico, né di cotone: la pelle, per restare bella e forte nel tempo, ha bisogno di un detergente delicato, non aggressivo, nonché di nutrienti ed elementi idratanti. Questo significa che solo i prodotti per la pulizia delle scarpe in pelle possono fare al caso nostro.
3. La spazzola giusta: non esiste set per la pulizia delle scarpe che non presenti una, due o tre spazzole. É bene usare quella giusta, e quindi non troppo dura, e pulita – o al massimo usata su scarpe scure per pulire scarpe scure, e su scarpe chiare per pulire scarpe chiare.
4. Usare il calzascarpe: anche il modo in cui si indossano le scarpe può fare la differenza. Chi tira eccessivamente le calzature – soprattutto nel caso degli stivali – rischia alla lunga di deformare la tomaia. Molto meglio eventualmente usare un calzascarpe (anche detto calzante), per infilare e per sfilare le calzature senza fare danni.
5. Umidità nemica: il grande nemico delle scarpe in pelle è l’umidità. Per questo motivo è bene lavarle senza acqua, stare lontani per quanto possibile dalle pozzanghere, nonché ricordarsi di asciugarle per tempo quando bagnate, per poi ricordarsi di riporle in ambienti bene asciutti.
6. Un utilizzo regolare: le scarpe, per durare a lungo, devono essere utilizzate, senza lasciar passare troppo tempo senza indossarle. Meglio non lasciare dunque per un anno delle scarpe senza usarle almeno per un paio d’ore! Ma non bisogna nemmeno usare lo stesso paio di scarpe tutti i giorni: meglio lasciarle respirare di tanto in tanto, alternandole magari con un altro paio!
7. Spray impermeabilizzante: si è detto che l’umidità è nemica della tomaia in pelle. Gli spray impermeabilizzanti per scarpe aiutano a mantenere lontana l’umidità, nonché a mantenere le scarpe ben pulite!
8. Mai vicino a fonti di calore: si potrebbe essere tentati di mettere le scarpe bagnate ad asciugare vicino a un termosifone, o magari di usare un asciugacapelli. Sarebbe un grande errore: mai esporre le scarpe in pelle a una fonte di calore, che seccherebbe la pelle.
9. Il calzolaio è tuo amico: le tue scarpe hanno la suola del tutto usurata, o un tacco malandato? Prendi in considerazione di rivolgerti a un calzolaio prima di buttarle!
10. Usare il tendiscarpe: vuoi avere la certezza che le tue scarpe non si rovinino tra un utilizzo e l’altro? Forse utilizzi le tue scarpe eleganti solamente il fine settimana, o magari solo una decina di volte l’anno, o perfino meno. Meglio quindi tenerle in forma con un buon tendiscarpe!
Come lavare i lacci delle scarpe
Come far tornare le stringhe delle scarpe come nuove? Ecco una guida per il lavaggio dei lacci efficace, sia per stringhe bianche che per stringhe colorate
Avere delle scarpe perfettamente pulite, rimesse a nuovo settimana dopo settimana con i migliori prodotti per la pulizia delle scarpe, può risultare poco utile in caso di stringhe sporche. Ma come lavare i lacci delle scarpe? Ebbene, di stringhe per calzature ne esistono davvero di tante tipologie diverse. Indubbiamente i classici lacci per scarpe tondi, in cotone cerato, tendono a sporcarsi molto meno, in virtù della loro superficie per l’appunto liscia, che non trattiene lo sporco. In quel caso di fatto per pulire le stringhe non serve fare altro che prendere un panno leggermente inumidito e passarlo intorno ai lacci, in modo da togliere facilmente lo sporco.
É diverso il discorso per i lacci non cerati, come sono tipicamente i lacci piatti delle scarpe da ginnastica o delle sneakers. In questi casi lavare i lacci può essere leggermente più complicato. Vediamo come fare, senza fare danni!
Pulire le stringhe colorate delle scarpe
Vediamo come lavare i lacci colorati delle scarpe: si tratta di una procedura piuttosto semplice. Si dovrà partire togliendo le stringhe dalle scarpe e, una volta sfilate completamente, si potrà procedere togliendo lo sporco più superficiale, usando per esempio un vecchio spazzolino o una spazzola per scarpe pulita. A questo punto si potrà procedere con il lavaggio vero e proprio, che può essere fatto in acqua con del normale detersivo, sia a mano che in lavatrice (come invece non si dovrebbe mai fare con le scarpe, che non dovrebbero mai essere né inzuppate d’acqua, né sballottolate dalla lavatrice). Dopo averli lavati, i lacci dovranno essere stesi ad asciugare, con calma, senza esporli a eccessive fonti di calore.
Come lavare i lacci delle scarpe bianchi
Più complesso, ma non troppo, è il lavaggio delle stringhe per scarpe bianche, come sono molto spesso i lacci su scarpe da ginnastica e da passeggio. Va detto che queste stringhe possono essere fatte sia in puro cotone, sia in fibre sintetiche.
Nel caso dei lacci in cotone è possibile utilizzare del normale detersivo, così come per quanto riguarda le fibre sintetiche. Ma attenzione: con il tempo entrambe queste tipologie di stringhe tenderanno a ingiallire. Ecco allora che, nel caso delle stringhe in cotone per scarpe, sarà possibile usare sia il cloro che la candeggina, laddove nel caso delle stringhe sintetiche sarà bene evitare il cloro, che potrebbe peggiorare la situazione.
I lacci non tornano perfetti? È il momento di sostituirli
Talvolta è però impossibile riportare le stringhe per scarpe al loro antico splendore, per delle macchie particolarmente ostinate o per una visibile usura. Ecco allora che l’unica opzione, per non dover pensionare le scarpe, è quella di sostituire le stringhe. Nel nostro e-commerce di prodotti per scarpe è possibile trovare lacci per scarpe di qualsiasi tipo, da quelli tondi a quelli piatti, di diverse lunghezze e dei più differenti colori. Sarà dunque possibile acquistare online dei lacci per scarpe del tutto simili a quelli precedenti oppure, per dare un tocco di novità alle scarpe, cambiare colore, sapendo peraltro che esistono stringhe per scarpe decisamente originali, con decorazioni di vario tipo.
Uomo, stivali con abito: si può?
Si sbaglia a indossare gli stivali con il completo? Quali sono i modelli di stivaletti che possono essere abbinati a un abito, e quali invece non sono assolutamente da prendere in considerazione?
Durante i mesi invernali ci si potrebbe trovare nella situazione di prendere in considerazione l’abbinamento completo e stivaletti. Certo, durante i mesi primaverili ed estivi, quando l’uomo indossa un abito, le calzature che vengono subito in mente sono le classiche Oxford, nonché le altrettanto canoniche Derby. Ma attenzione, quando le temperature si abbassano è possibile anche introdurre delle varianti, aggiornando l’outfit in chiave invernale, osando quindi con degli stivaletti. Tutto sta a individuare ovviamente la tipologia di stivaletti che effettivamente possono essere indossati anche nelle occasioni eleganti: alcuni modelli infatti non dovrebbero mai e poi mai essere calzati con un completo, per essere invece usati semplicemente con dei jeans. Vediamo, dunque, quali stivali indossare con l’abito e quali invece no.
Stivali con abito: quali non indossare
Partiamo dai divieti, ovvero dagli stivali e stivaletti che non dovrebbero mai essere presi in considerazione per essere indossati con un abito. Il primo grande, gradissimo no è da assegnare agli stivali da cowboy, ovvero ai cosiddetti western boots, con o senza puntale a punta. Questi stivali andrebbero infatti calzati solo con outfit coerenti, in versione rocker o country, senza pensare di avvicinarli a un completo oppure a una cravatta. Fin qui non ci sono certo sorprese. Vanno poi eliminati dalla lista tutti gli stivali alti in generale, che quindi vanno oltre la caviglia arrivando al polpaccio: questi possono essere indossati con dei jeans skinny, e con poco altro.
E ancora, non dovrebbero essere mai indossati con l’abito nemmeno gli stivali a scarponcino, quelli per capirci modello Timberland, che sono pensati per essere usati in un outfit decisamente più casual, e quindi con jeans regular, maglione e perché no, giacca parka.
Altre scarpe “alte” da escludere quando si tira in ballo un completo sono i Desert Boots, che si sposano invece alla perfezione con dei chinos.
Fin qui, dunque, abbiamo visto gli stivaletti da evitare assolutamente quando si indossa l’abito. Vediamo ora quali stivali premiare con giacca e cravatta!
Stivaletti con completo: quali indossare
Indubbiamente, quando arriva l’ora di abbinare degli stivali a un abito, la soluzione più facile è rappresentata dai Chelsea Boots, degli stivaletti estremamente versatili. Parliamo dei famosi stivaletti di altezza medio bassa, che arrivano a livello della caviglia – e più precisamente all’altezza del malleolo – e che presentano le caratteristiche fasce elastiche ai lati, così da poter essere indossati e tolti molto comodamente. Resistenti e pratici, non stupisce il fatto che siano stati inventati nell’Ottocento a uso dei cavallerizzi.
Quindi sì, è possibile senz’altro indossare degli stivali Chelsea con un abito: l’importante è trovare il colore giusto, tenendo in considerazione quello del completo e quello della cravatta. I Chelsea non sono peraltro l’unica soluzione. Anche gli stivaletti in vernice possono essere certamente presi i considerazione quando si tratta di abiti, e anzi, il risultato sarà ancora più elegante. Chi vuole qualcosa di più originale può peraltro optare per degli stivaletti elaborati wingtip, da dandy, flessibili quanto a utilizzo quanto i già visti Chelsea Boots.
Ora non ti resta che pensare al colore, e soprattutto a pulire alla perfezione i tuoi stivaletti alla perfezione: nel nostro e-commerce trovi tutti i migliori prodotti per la pulizia delle scarpe in pelle!
Glossario per calzolai: dalla P alla R
Eccoci con il quinto capitolo dedicato al lessico del mondo delle scarpe: questa settimana proseguiamo dalla lettera P alla lettera R
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, questo è il quinto articolo del nostro blog dedicato al glossario del mondo delle scarpe: abbiamo già visto il glossario dalla lettera A alla lettera B, dalla lettera C alla lettera D, dalla lettera E alla lettera I e dalla lettera L alla lettera O. Oggi andremo avanti con un altro pezzetto di lessico, guardando i principali termini di questo settore tra la lettera P e la lettera R. Buona lettura!
PANTOFOLA – con il termine pantofola si indica una calzatura pensata squisitamente per essere utilizzata in casa. Si tratta infatti di una calzatura bassa, anche detta pianella, tendenzialmente aperta sul di dietro. Esistono pantofole più o meno morbide, più o meno calde; si parla in ogni caso di una calzatura tendenzialmente invernale, che differisce dalla ciabatta essendo chiusa sul davanti. Si tratta insomma della tipica calzatura da riposo durante il periodo freddo.
PELLE – ci si riferisce al pellame usato per la realizzazione di scarpe. Nel caso della pelle di bovino, la parte più ricercata, in quanto decisamente robusta e resistente, è quella che si trova ai lati della colonna vertebrale dell’animale, perfetta per gran parte della tomaia. Va peraltro detto che ogni parte della scarpa ha delle zone preferite: il puntale (vedremo tra poco di cosa si tratta) è fatto per esempio tendenzialmente con la pelle presente sui fianchi.
PLANTARE – i plantari sono delle solette speciali che vengono inserite all’intero della scarpa – al posto della soletta già prevista dal produttore – e che vanno a correggere dei difetti posturali. Si usano plantari ortopedici nel caso di piedi piatti e di piedi cavi, nonché per problemi al tendine d’Achille, dolori alle ginocchia oppure alla schiena.
PLATEAU – con questo termine ci si riferisce alla suola marcatamente rialzata che è possibile trovare in diverse scarpe da donna con tacchi alti. Si tratta dunque di un tipo di suola che permette di alzare anche la parte anteriore della scarpa, così da poter utilizzare dei tacchi molto alti pur senza rendere la calzatura scomoda. Il plateau si trova su scarpe decolleté come su stivali.
PLATFORM – diversamente dal plateau, la piattaforma, in inglese platform, è un rialzo che viene applicato su tutta la parte inferiore della scarpa, andando quindi a creare una zeppa di qualche centimetro al di sotto della calzatura.
PUNTA A CODA DI RONDINE – si tratta di una punta classica delle scarpe in pelle eleganti, che forma per l’appunto una forma che può essere simile a una coda di rondine oppure a un cuore.
PUNZONATURE – le punzonature sono dei piccoli fori, ognuno delle stesse dimensioni, che vanno a decorare la tomaia di una scarpa in pelle, creando diversi disegni, attraverso linee dritte e curve.
PUNTALE – si tratta di un rinforzo in pelle posizionato nella parte anteriore finale della scarpa, per conferire maggiore resistenza. Può essere sia interno che esterno
RASPA – la raspa è uno degli attrezzi tipici del calzolaio. Si tratta di un attrezzo metallico, per certi versi simile alla raspa del falegname, che permette di asportare manualmente le eccedenze dai bordi dei tacchi e della suola, che per mezzo della raspa vengono “parificati”.
RISUOLATURA – la risuolatura è un processo che permette di cambiare la suola di una scarpa. Si tratta di un servizio che viene solitamente richiesto per scarpe in pelle di pregio, oppure per scarponi alpinistici, o ancora, per scarpette d’arrampicata.
Camminare sul ghiaccio: regole per non cadere
Come camminare sul ghiaccio senza cadere? Ecco i consigli per evitare rovinose cadute su marciapeidi ghiacciati!
L’inverno porta sicuramente con sé tantissimi elementi belli o persino stupendi. Pensiamo ai boschi innevati, al cielo perfettamente azzurro e terso, alle sciate in compagnia, al piacere di mettersi davanti a un fuoco acceso con una bella tazza di tè o di cioccolata calda… Ma ci sono anche dei punti negativi che non possono essere trascurati, nemmeno dai più accaniti fan dei mesi invernali. Le temperature basse possono portare con sé i tipici malanni di stagione, e possono anche ghiacciare le strade, che diventano così particolarmente pericolose, sia per chi guida in auto che per chi, semplicemente, cammina. Ma se per le auto ci sono degli strumenti ben precisi come pneumatici invernali ed eventualmente catene, nel caso delle scarpe, a livello urbano, non ci sono soluzioni equivalenti. Vale quindi la pena studiare le regole per non cadere quando si deve camminare sul ghiaccio, prendendo spunto magari dalla saggezza delle popolazioni scandinave, che hanno a che fare con strade e marciapiedi ghiacciati per molti mesi!
Camminare sul ghiaccio senza cadere: ecco come fare
Probabilmente ai tuoi piedi hai un bel paio di scarpe pesanti per affrontare il freddo urbano con una certa efficaci: nella maggior parte dei casi si parla di scarpe, stivaletti o persino scarponcini in pelle, da trattare preferibilmente con uno spray impermeabilizzante per scarpe per tenerli puliti e asciutti più a lungo. Vediamo ora come usare al meglio le nostre scarpe invernali per camminare sul ghiaccio riducendo al minimo i problemi:
- Evitare il ghiaccio che si scoglie: ecco una prima importante accortezza per camminare sul ghiaccio senza cadere, evitando scivoloni rovinosi. Tutto il ghiaccio è scivoloso, su questo non ci sono dubbi. Alcuni tipi di ghiaccio, però, sono ancora più minacciosi. È il caso del ghiaccio che si sta sciogliendo, e che sopra di sé ha quindi una patina bagnata, che lo rende ancora più scivoloso: meglio evitare di metterci sopra i piedi!
- Camminare come un pinguino: i pinguini si muovono regolarmente sul ghiaccio, e cadono piuttosto raramente. Ecco quindi che imitare la loro andatura è un buon metodo per evitare cadute. Lo sanno bene norvegesi, svedesi, finlandesi e islandesi: il trucco è muoversi a passi brevi, spostando ad ogni passo il baricentro sulla gamba che si sposta in avanti, appoggiando sulla superficie il piede piatto, così da evitare la perdita di equilibrio che potrebbe risultare dall’appoggio di tacco e poi di punta.
- Tacco chiodato: per avere la massima protezione mentre si cammina sul ghiaccio ci vorrebbero ovviamente dei ramponcini, ma nessuno di noi vorrebbe indossare questi strumenti alpinistici per camminare i città. Ecco allora che la soluzione perfetta e soprattutto discreta è costituita dai tacchi invernali, ovvero dei tacchi con inserto per superfici ghiacciate; questo inserto, al momento del bisogno, può essere “girato”, in modo da esporre dei piccoli chiodi metallici che faranno presa sul ghiaccio.
- Ghiaia uguale stabilità: tipicamente, per rendere meno rischioso camminare su dei marciapiedi ghiacciati e non perfettamente spalati, le amministrazioni comunali spargono su di essi della ghiaia, la quale rende questa superficie scivolosa decisamente più affrontabile. Meglio quindi seguire la ghiaia per non cadere.
- Evitare fondi già di per sé scivolosi: a volte la superficie ghiacciata è una sottilissima pellicola, difficile da notare. Ecco allora che in questi casi è meglio agire preventivamente, evitando fondi che potrebbero risultare minacciosi anche a fronte di una quantità minima di ghiaccio: lastre di marmo, strisce verniciate a bordo strada, strisce dei passaggi pedonali e via dicendo.
Anche con tutti questi accorgimenti, di tanto in tanto si finisce comunque per cadere sul ghiaccio. A patto di muoversi adagio, di essere all’erta, di non affrontare discese ripide, di avere le mani libere e indossando magari giacconi imbottiti e guanti, la caduta sarà probabilmente senza conseguenze: il trucco in questo caso è farsi una risata e alzarsi come se nulla fosse successo!
Macchie di neve sulle scarpe in pelle
Arriva l’inverno, arrivano le prime nevicate e, con queste, anche le prime macchie di neve sulle scarpe in pelle. Vediamo come fare!
C’è chi non attende nient’altro che la prima nevicata in città, per avere un fantastico scenario bianco dove tutto è attutito. E c’è chi, invece, della neve ne farebbe del tutto a meno, e che vorrebbe vederla solamente in montagna, a livello di rifugi e di impianti di risalita. Ma sono solamente dei desideri: al meteo, si sa, non si comanda. Ci sono dunque inverni in cui trovare dei marciapiedi ingombri di neve è la prassi, e altri inverni in cui nemmeno un fiocco di neve tocca le città in pianura. In tutti i casi, quando nevica ci sono delle attività “eccezionali” da fare. Montare le catene all’auto, spalare il vialetto, nonché, ovviamente, togliere le eventuali macchie di neve sulle scarpe in pelle. Perché sì, una cosa è certa: la neve non è amica delle calzature in pelle, men che meno di quelle in pelle scamosciata! Vediamo quindi come togliere le macchie di neve dalle nostre scarpe.
Perché la neve rovina le scarpe
Di per sé qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla da temere dalla neve, così bella e così candida. In realtà, però, la neve può rovinare in modo significativo delle scarpe. Prima di tutto perché la neve altro non è che acqua, e si sa, l’acqua sulla pelle lascia degli aloni tutt’altro che belli nel momento in cui si asciuga. Quando scarpe in pelle liscia e stivaletti in nabuk d’inverno mostrano dei cerchi bianchi, quello è il segno di acqua asciugata e non pulita. Ma non è tutto qui: quando camminiamo per le strade cittadine ricoperte di neve, infatti, sulle nostre scarpe non finisce solo la neve. Con essa infatti sulla tomaia ritroviamo anche lo sporco della strada, nonché il sale che il comune sparge lungo i marciapiedi per fare sì che la neve si sciolga senza creare delle pericolose lastre di ghiaccio. In quel caso la macchia è persino peggiore!
Prevenire è meglio che curare
Come fare per prevenire le macchie di neve sulle scarpe? Il primo consiglio è quello di evitare, quando possibile, di indossare le scarpe più delicate quando le strade e i marciapiedi sono ricoperti da neve: questo significa, insomma, che non è il caso di indossare degli stivaletti di pelle scamosciata pregiata in queste situazioni. Certo, lo si può fare, ma dopo ci si dovrà ritagliare del tempo per asciugarli e per pulirli. Altra mossa preventiva è poi quella di proteggere le scarpe in pelle con dello spray impermeabilizzante, un accessorio apposito che crea una pellicola trasparente idrorepellente sulla tomaia, in modo da mantenerla pulita e asciutta più a lungo.
Come togliere le macchie di neve sulle scarpe in pelle
Di certo però la protezione dello spray impermeabilizzante non è eterna, né assoluta. Ecco allora che ci si può trovare ad avere delle scarpe in pelle con delle macchie di neve. Il primo passo per cancellarle è asciugare le calzature, ma lentamente: è assolutamente vietato esporle a delle fonti di calore eccessivo, come termosifoni o stufe. Molto meglio tamponarle con un panno e, se necessario, inserire della carta di giornale al loro interno.
Per pulirle ci si armerà poi di una spazzola morbida, di un panno in cotone pulito e, nel caso di scarpe in pelle liscia, di un detergente per cuoio; nel caso delle scarpe in pelle scamosciata sarà possibile usare un’apposita gomma. Una volta pulite e asciutte, ovviamente, sarà necessario proteggerle con dello spray impermeabilizzante, dopo aver usato eventualmente il lucido per le scarpe lisce e la camoscina per quelle in pelle scamosciata!
Glossario da calzolai: dalla I alla O
Continuiamo con il quarto capitolo del lessico del mondo delle scarpe: questa settimana proseguiamo dalla lettera I alla lettera O
Dopo gli articoli dedicati al glossario dalla lettera A alla lettera B, dalla lettera C alla lettera D, e infine dalla lettera E alla lettera I, proseguiamo con il nostro glossario da calzolai: oggi glosseremo i termini dalla lettere I alla lettera O. Buona lettura!
LINGUETTA – con questo termine si indica la striscia di materiale nella parte frontale della tomaia, che va quindi a prendere posto sul collo del piede
LOAFER – spesso alcune calzature vengono descritte con il termine Loafer, il quale però è decisamente poco conosciuto. Letteralmente questa parola, in inglese, significa “fannullone”; nel campo del glossario per calzolai però indica un preciso tipo di scarpa, ovvero il mocassino (vedi sotto). L’uso del termine è giustificato dall’origine dei mocassini moderni, i quali erano calzati dai pescatori nordici durante il riposo. Da qui il riferimento ai fannulloni.
MARY JANE – anche questo termine indica un preciso paio di scarpe, questa volta femminili. Mary Jane era la sorella del famoso Buster Brown, protagonista di un fumetto famoso dell’inizio del Novecento; ebbene, Mary Jane nel fumetto indossa quelle precise scarpe, che successivamente verranno chiamate con il suo nome, a partire da un una linea dedicata di un calzaturificio statunitense. Si tratta in ogni caso di scarpe basse e chiuse, con uno o più cinturini, che acquisiscono il tacco – o la zeppa – nei modelli più audaci.
MASCHERINA – con il termine mascherina si indica una parte della scarpa, o meglio, della tomaia. Si parla della parte superiore, posteriore come anteriore, della tomaia; insieme al gambetto è di fatto la responsabile della forma finale della calzatura.
MASTICE – il mastice è la colla dei calzolai per eccellenza, usata da questi professionisti per incollare in modo rapido e duraturo le varie parti della scarpa, prevedendo eventualmente un rinforzo mediante cucitura.
MOCASSINO – come abbiamo visto sopra, il mocassino viene chiamato anche Loafer. Si tratta di una scarpa bassa, sprovvista di lacci, tradizionalmente maschile ma oggi presente anche con modelli femminili, realizzata tendenzialmente in pelle morbida. Le origini antiche del mocassino vengono ricondotte ai nativi americani.
NABUK: il nabuk è un tipo di pelle, o meglio, della pelle lavorata in modo particolare. A differenziare il nabuk è la smerigliatura fatta sul lato fiore, in modo da avere una pelle vellutata e morbida. Per pulire il nabuk è necessario usare prodotti per la pulizia della pelle scamosciata.
NAPPA – anche questo termine indica un tipo di pelle, preferita per la sua morbidezza, e impiegata nel campo delle calzature come in quello dell’abbigliamento e dell’accessoristica.
NORVEGESE: per quanto nordico, questo termine indica una lavorazione tipica dei calzaturifici artigiani italiani. Si tratta di un insieme di tecniche atte a realizzare delle scarpe molto resistenti, attraverso delle cuciture peculiari; il nome è da ricondurre alla particolare tenuta degli scarponi scandinavi.
OPEN TOE – come si può agevolmente capire traducendo il termine dall’inglese all’italiano, con questa parola si indicano le scarpe femminili aperte sull’alluce; più in generale, le scarpe Open Toe lasciano spuntare le dita; nel caso delle scarpe aperte unicamente sull’alluce si usa talvolta il termine Peep Toe.
OUTFIT – questa è una parola entrata ormai nel lessico quotidiano; serve a indicare l’insieme di capi d’abbigliamento, di scarpe e di accessori indossati, per creare un insieme efficace dal punto di vista stilistico.
OXFORD – chiudiamo con le scarpe Oxford, calzature eleganti e classiche maschili in pelle, che vengono chiamate – come abbiamo visto nelle scorse puntate del glossario per calzolai – anche francesine.
Glossario del mondo delle scarpe: dalla E alla I
Continuiamo con il terzo capitolo del glossario del mondo delle scarpe: questa settimana proseguiamo dalla lettera E alla lettera I
Dopo gli articoli dedicati al glossario dalla lettera A alla lettera B e dalla lettera C alla lettera D, proseguiamo con il vocabolario di termini del mondo delle scarpe. Buona lettura!
ESPADRILLAS – Il nuovo capitolo del nostro glossario inizia con questa tipica scarpa spagnola; si parla di una calzatura bassa, in tela, con una caratteristica suola in corda intrecciata. Come si può intuire, si tratta di una calzature pensata per l’estate ed eventualmente per la primavera, da mettere durante le giornate di pieno sole!
FIBBIA – La fibbia è un pezzo metallico, simile alla fibbia presente nelle cinture e nei cinturini; in molti tipi di scarpe, alte e basse, ha la funzione di chiudere la scarpa.
FINISSAGGIO – Ecco il primo termine effettivamente tecnico e specialistico di questo nuovo capitolo del glossario per scarpe. Il finissaggio è l’insieme di quelle attività di miglioramento e di finitura che un artigiano può effettuare su una scarpa pregiata. Si tratta di fatto delle operazioni di completamento che vengono effettuate su scarpe realizzate a mano.
FODERA – la fodera è il rivestimento interno della tomaia, la parte cioè che viene messa a contatto con il piede, e che rende più confortevole la calzata. Può essere a sua volta in pelle o in tessuto leggero.
FRANCESINA – la francesina è un modello di scarpa elegante maschile, e per molti è la scarpa bassa in pelle per eccellenza. Altro nome per dedicare queste scarpe è peraltro Oxford, oppure Barmoral; la differenza tra francesine e Derby si trova a livello dell’allacciatura delle scarpe, che nelle prime è cucita, con gli occhielli che si toccano.
GAMBALE – il gambale è la parte alta dello stivale, e quindi la parte della tomaia, tipicamente in pelle, che avvolge la caviglia o il polpacci. Il gambale può dunque essere più o meno lungo, e può essere completato da una cerniera, per facilitare l’utilizzo delle calzature.
GAMBETTO – da non confondere con il gambale, il gambetto è una parte presente in tutte le classiche parti in pelle. Con il termine gambetto, gambino o persino quarter si indica infatti ciascuna delle parti posteriori della tomaia, che insieme alla mascherina vanno a completare la scarpa in pelle classica.
GRASSO DI FOCA – il grasso di foca è una sostanza utilizzata per la pulizia e per la manutenzione delle scarpe. Realizzato tipicamente usando oli, grassi vegetali e animali, viene applicato su tutte le scarpe fatte con pellami già in origine ingrassati. Rientrano in questa categoria molte scarpe da calcio in pelle, gli scarponi da trekking, gli anfibi, gli stivali da equitazione e diverse tipologie di scarpe da barca.
IMPERMEABILIZZANTE – alleato di tutti i possessori di scarpe in pelle e in special modo di tutte le persone che possiedono delle scarpe in pelle scamosciata o in nabuk, lo spray impermeabilizzante è un accessorio che permette di creare una difesa idrorepellente sulla tomaia delle scarpe, mantenendole più a lungo asciutte nonché pulite.
INFRADITO – ciabatta decisamente minimal, estremamente diffusa in estate e soprattutto nelle località balneari. Si tratta infatti di una calzatura che presenta una semplice striscia anteriore che blocca il piede tra alluce e secondo dito, con un appendice chiamata per l’appunto “infradito”. Le ciabatte infradito vengono costruite in diversi materiali, dalla plastica alla pelle.
INTERSUOLA – l’intersuola è una parte nascosta all’interno delle scarpe: si tratta di quella parte di materiale posto tra la suola vera e propria e il sottopiede, e che ha lo scopo di offrire stabilità, isolamento e ammortizzazione.
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Scarpe, portafogli, cinture, giacche: usiamo tutti i giorni prodotti in pelle, ma sappiamo pochissimo sulla lavorazione necessaria per trasformare la pelle degli animali in un prodotto effettivamente utilizzabile
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Grasso di foca: quando e perché si usa sulle scarpe
Un metodo antico ma efficace come nessun altro per preservare le scarpe in pelle utilizzate in ambito sportivo e lavorativo: dalle scarpette da calcio agli scarponi da trekking, passando per le scarpe da barca, ecco per quali calzature serve il grasso di foca e come usarlo!
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Pulire le scarpe da calcio in pelle: ecco come fare
Fin da bambini, gli appassionati imparano ben presto a capire che le scarpe da calcio vanno pulite con cura a ogni utilizzo, per non rovinarle in fretta e per non compromettere le performance. Vediamo insieme come affrontare la pulizia delle scarpe da calcio!
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Scarpe più comode: ecco tutti i trucchi
Come allargare delle scarpe strette? Come renderle più confortevoli le scarpe con il tacco? Come far sparire i cattivi odori? E come infilare le scarpe nei bagagli senza perdere spazio? Ecco tutti i trucchi del pianeta scarpe!
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La differenza tra la pelle e la similpelle [per non parlare dell’ecopelle]
Scarpe, borse, divani, giubbotti: al momento dell’acquisto ci si trova spesso indecisi tra pelle e similpelle, senza talvolta conoscere la reale differenza che vi è tra questi due prodotti: vediamola insieme! Leggi tutto “La differenza tra la pelle e la similpelle [per non parlare dell’ecopelle]”
Le caratteristiche della pelle di rettile: ecco come pulirle
Borse, scarpe, cinture e stivali in pelle di pitone, di coccodrillo, di alligatore. La pelle di rettile è un vero evergreen della moda: ecco i motivi del suo successo, e i trucchi per mantenerla bella nel tempo Leggi tutto “Le caratteristiche della pelle di rettile: ecco come pulirle”
Piedi piatti, ecco come affrontarli
I piedi piatti sono un disturbo molto diffuso: a volte non presentano alcun sintomo doloroso, mentre altre volte possono rendere la vita difficile. Ecco come affrontarli! Leggi tutto “Piedi piatti, ecco come affrontarli”
Come combattere il caldo ai piedi d’estate: 5 trucchi
Certe volte non si riesce in alcun modo a eliminare la sensazione di caldo ai piedi, che sembrano bollire: ecco come fare per sopravvivere durante l’estate Leggi tutto “Come combattere il caldo ai piedi d’estate: 5 trucchi”
Cos’è la pelle scamosciata e come si pulisce
La pelle scamosciata è estremamente utilizzata nel mondo della moda. Ma sai davvero cos’è, come viene fatta, e come deve essere pulita? Scoprilo in questo post! Leggi tutto “Cos’è la pelle scamosciata e come si pulisce”
Tallonite: i rimedi
Il male al tallone è un problema molto diffuso: vediamo quali sono le cause e quali sono i rimedi per curare la tallonite Leggi tutto “Tallonite: i rimedi”
Come scegliere le solette sportive perfette?
Negli ultimi anni l’utilizzo di solette sportive è diventato un vero e proprio must: i benefici di questi accessori sono infatti tali da convincere tutti quanti. Ma come si fa a scegliere la soletta sportiva più adatta a te? Vediamolo insieme! Leggi tutto “Come scegliere le solette sportive perfette?”
Alluce valgo: ecco come ridurre il dolore
L’alluce valgo è un problema estremamente diffuso: in questo post vedremo quelli che sono i principali rimedi per cancellare il dolore.
Come pulire la gomma bianca delle scarpe sneakers
Vuoi pulire perfettamente le tue sneakers, ma non sai come eliminare le macchie e i segni neri dalla gomma bianca delle tue scarpe? Scopri come fare in questa guida!
Leggi tutto “Come pulire la gomma bianca delle scarpe sneakers”
Camoscina: ecco come utilizzarla nel modo giusto
Vuoi ridare vigore alle tue scarpe in camoscio e in nabuk? Allora ti serve un trattamento apposito: sai come usare la camoscina?
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Come lucidare le scarpe in pelle
Nemmeno le calzature migliori possono durare a lungo se vengono trascurate e se non sono trattate nel modo giusto. Tu, per esempio, pensi di sapere davvero come lucidare le scarpe in pelle?
Come smacchiare le borse in pelle: una guida completa
Le borse in pelle sono un grande classico senza tempo. Questi accessori, però, necessitano di una cura e di una pulizia particolari: ecco come pulire le borse in pelle in modo efficace!
Leggi tutto “Come smacchiare le borse in pelle: una guida completa”
Come pulire gli interni in pelle delle auto
Gli interni in pelle sono tra gli optional più richiesti quanto si tratta di automobili, sia per quelle sportive che per quelle più eleganti. É però da sottolineare che gli interni in pelle delle auto richiedono una particolare manutenzione: scopri come pulirli nel modo corretto!
Come riporre e pulire le scarpe al cambio di stagione
È decisamente arrivato il momento di riporre le scarpe invernali: ecco come fare per essere certi di ritrovarle in perfetto stato il prossimo autunno!
Leggi tutto “Come riporre e pulire le scarpe al cambio di stagione”
Come tingere le scarpe in camoscio
Vuoi cambiare il colore della tue eleganti scarpe suede? O forse vuoi rinnovare il loro colore ormai svanito? Niente paura: oggi ti insegniamo come tingere le scarpe in camoscio senza fare danni!
Allargare le scarpe: gli errori da non fare
Ci sono tantissime persone che tutti i giorni cercano online dei metodi efficaci per allargare le scarpe. Per la felicità di tutti questi utenti, dunque, vogliamo affermare che sì, anche le scarpe in pelle e in nabuk possono essere allargate e allungate. Ma come?
Come e quando lavare le scarpe da ginnastica in lavatrice
Scarpe sporche o maleodoranti? Scopri come lavarle in lavatrice. Ma è davvero una buona idea?
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Come pulire le scarpe in camoscio
È inevitabile: delle piccole macchie si formano anche sulle scarpe di chi passeggia solo su marciapiedi puliti e in ufficio. Ecco come pulire le scarpe in camoscio senza rovinare questo materiale pregiato.
Scegliere le stringhe giuste: come fare
Non è sempre facile scegliere le stringhe giuste: di lacci per scarpe, infatti, ne esistono di tantissimi tipi differenti. Come individuare quelli giusti per le tue calzature?
A cosa servono gli alzatacchi?
Piccoli, invisibili, eppure così utili: gli alzatacchi ci possono aiutare ad ammortizzare il tallone, a rendere più confortevoli le scarpe, a eliminare dolori acuti e sì, anche a guadagnare qualche qualche centimetro di altezza: scopri come!
Qual è la differenza tra plantari e solette?
Tutti noi, nel linguaggio comune e quotidiano, tendiamo a utilizzare questi due termini come sinonimi, come se designassero lo stesso medesimo oggetto. In realtà, però, non è così: scopriamo una volta per tutte qual è la differenza tra plantari e solette!
Come smacchiare un divano in pelle
L’arredamento della casa in pelle esercita sempre un certo fascino. Ma come si puliscono in modo efficace le poltrone e i divani in pelle?
Pulire le borse in pelle: ecco come fare
Aloni, schizzi e macchie: come si pulisce in modo efficace – e senza rovinarla – una borsa di pelle?
Calzascarpe, questo sconosciuto
Lì fuori non sono rimaste poi tante persone a usare il calzascarpe. Eppure si tratta di un accessorio estremamente utile, capace di prolungare la durata delle nostre calzature. Scopri il perché!
Scarpe in pelle sbiadite? Ecco come riverniciarle in casa
Come riverniciare le scarpe in pelle? Questa è una domanda che parecchie persone si pongono piuttosto spesso, guardando alle proprie calzature sbiadite dal tempo, graffiate, rovinate oppure, semplicemente, venute a noia.
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